[03/01/2012] News

Corte dei Conti: aumentano gli incendi boschivi

Inattuato dai Comuni il catasto degli incedi

La Corte dei Conti ha pubblicato il rapporto dell'indagine "Interventi del Corpo forestale dello Stato per la lotta contro gli incendi boschivi" che verifica l'attività anti incendio boschivo (Aib) del Corpo forestale dello Stato (Cfs) nel triennio 2008- 2010, con alcuni aggiornamenti.

La Corte dei Conti sottolinea che «Gli incendi boschivi continuano a rappresentare un preoccupante fenomeno, sia dal punto di vista ecologico, con un aumento del rischio frane e smottamenti di cui abbiamo anche recenti drammatici esempi, sia per le conseguenze economiche».

In effetti i dati provvisori disponibili al 30 novembre 2011 evidenziano un aumento di circa il 73% del numero degli incendi boschivi, rispetto allo stesso periodo del 2010, e del 23% delle superfici percorse dal fuoco. Gli incendi boschivi sono stati 8.419 ed hanno interessato una superficie di 57.230 ettari: 32.070 ettari boscati e 25.160 non boscati.

La Corte spiega che «Operando un confronto con i dati dell'ultimo triennio, il 2011 registra complessivamente un aumento rilevante degli incendi (+50%), associato ad una lieve diminuzione della superficie totale percorsa dal fuoco (-4%), che è l'effetto di un aumento della superficie boscata del 20% a fronte di una riduzione della superficie non boscata del 24%».

Confermata la triste classifica degli ultimi anni, sempre con le stesse regioni del sud protagoniste: la più colpita dal fuoco è stata la Campania con 1.491 incendi, seguita dalla Calabria con 1.425, dalla Sicilia con 1.097 e dalla Sardegna con 988. «La Calabria è stata la regione con la più alta superficie boscata andata in fumo (8.634,94 ettari) - spiega l'indagine - seguita dal Lazio (4.358,10 ettari), dalla Campania (4.297,77 ettari) e dalla Sardegna (3.574,32 ettari)».

Il rapporto fornisce anche le cifre degli incendi dolosi 3.169 incendi nel 2008 (65,2% del totale), 2.582 nel 2009 (67,2%) e 1.920 nel 2010 (67,9%) su un totale di 4.884. Fino al 30 novembre 2011, risultavano denunciate a piede libero per incendio boschivo 403 persone e 9 sono state arrestate in flagranza di reato.

Inoltre, il catasto delle aree percorse dal fuoco che devono realizzare i Comuni entro 90 giorni dall'approvazione dei piani regionali, «Che poteva avere un importante effetto di deterrenza dei roghi di matrice dolosa, è rimasto per lo più inattuato nonostante la comunicazione dell'evento sia sempre fatta, nei casi di intervento del Corpo forestale». Attualmente sui 8.094 comuni italiani solo 1.496 hanno chiesto di utilizzare i dati sugli incendi forniti dal Cfs attraverso il Sistema informativo della montagna.

Comunque la Corte ei Conti dice che «L'indagine non ha evidenziato rilievi significativi nella gestione dell'attività Aib del Corpo forestale dello Stato, di cui va riconosciuta l'elevata professionalità, ma sono emerse, piuttosto, criticità di sistema nell'impiego delle risorse umane e materiali destinate all'Aib.

La frantumazione delle competenze, con una pluralità di soggetti istituzionalmente coinvolti nella gestione del fenomeno incendio, induce a raccomandare il perseguimento di una sempre migliore coordinazione degli interventi sia sul piano programmatico che sul piano più precisamente operativo; al riguardo si è fatto riferimento alle convenzioni, regolatrici dei rapporti del Corpo con le regioni, di cui è auspicabile una maggiore sincronia di stipulazione e una maggiore omogeneità e chiarezza di contenuto relativamente alle modalità di esercizio delle rispettive competenze, nonché alla convenzione con la Presidenza del Consiglio, particolarmente per quanto riguarda l'impiego dei mezzi aerei. Poiché la lotta agli incendi boschivi è svolta in via non esclusiva dal Corpo forestale, è risultata difficile l'individuazione esatta di quanta parte delle risorse sia da ricondursi esclusivamente a tale finalità e quanta ne resti esclusa», in merito si raccomanda di proseguire nell'iniziativa adottata dal 2010 di incrementare i piani gestionali dei capitoli al fine di meglio articolare le voci al loro interno per consentire un'analitica ricostruzione della destinazione degli importi all'attività Aib».

Le risorse destinate alla lotta agli incendi boschivi si sono progressivamente ridotte nel periodo 2008-2 010, con una significativa formazione di residui, effetto dei tempi lunghi per la riassegnazione delle entrate e dei tempi e tipologie di spese sostenute. L'attività del Cfs nell' Aib è in gran parte nella gestione della prevenzione degli incendi, effettuata anche con campagne di comunicazione e con il potenziamento dell'attività investigativa.

Secondo la Corte dei Conti «Il rafforzamento del coordinamento va perseguito a legislazione vigente ma deve porsi l'interrogativo se, in particolare in un momento di riduzione delle risorse disponibili, che non può ritenersi transitorio ma strutturale, non sia il caso di ripensare la complessiva organizzazione del sistema Aib, attraverso una semplificazione delle strutture, in modo da renderle più funzionali e meno costose. Si potrebbe pensare ad un accentramento nel Corpo forestale dello Stato della responsabilità e direzione dell'antincendio boschivo, dell'attivazione dell'intervento dei mezzi aerei, se necessari, e nella formazione e direzione dei cd. volontari, attese le sue specifiche competenze in materia. Sarebbe, altresì, opportuno comunque cointeressare tutti gli attori dell'attività antincendio alla prevenzione e conservazione delle aree correlando parte dei compensi (o l'attribuzione di incentivi) alla riduzione degli incendi rispetto alle serie storiche precedenti. Non appare, invece, conveniente correlare i pagamenti esclusivamente all'attività di spegnimento, per evitare tentazioni speculative da parte di chi lucra da quell'attività».

L'indagine sottolinea che «Il legislatore si è già collocato opportunamente su questa direttrice con la norma di cui all'art.12, commi 2 e 3 della legge n.353/2000, in materia di riparto dei fondi alle regioni che, per quota parte, segue il criterio della proporzionalità inversa tra superficie forestale e superficie percorsa dal fuoco. Ciò per favorire quelle regioni che abbiano attuato con successo una politica di prevenzione, invertendo la tendenza registrata negli anni precedenti alla legge-quadro, che dimensionava l'assegnazione delle risorse al numero degli incendi sviluppatisi e ai conseguenti investimenti nello spegnimento e nel rimboschimento.

Ciò non esclude, peraltro, l'opportunità di dare spazio, nei criteri di riparto, anche ai fattori di rischio nell'innesco e nella propagazione degli incendi, come segnalato da alcune regioni meridionali, e ciò senza abbandonare il criterio premiale voluto dal legislatore con il citato art. 12 della legge n. 353/2000, che deve continuare a rappresentare la via maestra pur con i contemperamenti di cui si è detto».

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