[03/01/2012] News

La Spagna non chiude la vecchia centrale nucleare di Garoņa

Scoppia la grana del "cimitero nucleare" delle scorie

Il nuovo governo del Partito popolare spagnolo ha mantenuto subito uno dei suoi impegni: non chiudere la vecchia centrale nucleare di Garoña nel 2013, come aveva deciso il passato governo di centro-sinistra che aveva prospettato timidamente l'uscita della Spagna dal nucleare. 

Le associazioni ambientaliste ed anti-nucleari sono già sul piede di guerra ed accusano il nuovo governo di voler capeggiare la retroguardia nuclearista, mentre Germania, Italia, Svizzera, Belgio ed Olanda hanno deciso di abbandonare il nucleare dopo la tragedia nucleare di Fukushima Daiichi.

La chiusura della centrale nucleare di Garoña venne ordinata nel 2009 dall'allora premier socialista  Jose Luis Rodriguez Zapatero, dopo che la Commissione per la sicurezza nucleare spagnola aveva stabilito che l'impianto sarebbe stato sicuro solo fino al 2019.  La centrale di Garona, di proprietà dei colossi energetici spagnoli  Iberdrola ed Endesa, produce 460 megawatt, appena lo  0,5% della produzione di energia della Spagna e la sua chiusura non sarebbe un problema per il Paese,  ma il neo-ministro dell'Industria e dell'energia, José Soria, ha detto a  "El Mundo" che è contrario al «Sotto-utilizzo  di quella potenza per cinque anni» e che intende far funzionare la centrale fino al 2019.

Soria ha così risposto da un giornale  al gruppo parlamentare di Izquierda plural, che comprende Iu, Icv e Cha, che gli chiedeva di andare in Parlamento  per chiarire la sua posizione sul futuro della centrale e, in generale, sull'uscita dal nucleare. La sinistra spagnola vuole anche sapere se il nuovo governo intende allungare la durata di vita delle centrali nucleari o se pensa di mantenere un qualche tipo di calendario per la loro dismissione. La portavoce dell'Icv  per l'energia, Laia Ortiz, ha accusato  Soria di «Seguire la stella del Psoe» e di apprestarsi ad allungare la vita utile delle centrali nucleari spagnole, ricordando così l'inciucio tra socialisti e Ppe nella passata legislatura per mantenere aperta alla proroga del funzionamento delle centrali nucleari fino a 40 anni.

Intanto in Spagna scoppia una nuova protesta contro lo "Almacén Temporal Centralizado (Atc), comunemente chiamato cimitero nucleare, cioè il deposito temporaneo delle scorie nucleari.

Secondo Raquel Montón, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace España, «Il costo economico è molto maggiore di altre opzioni, come l'Almacén temporal individualizado (Ati). Inoltre, il rischio derivante dal trasporto delle scorie nucleari sparisce nel caso dell'Ati. Costa 20 volte di più costruire un cimitero nucleare che depositi temporanei nelle proprie centrali. L'Atc rappresenta solo un beneficio per le tasche dei nuclearisti, che si scaricano con il contributo di denaro pubblico parte della gestione delle scorie nucleari».

Il costo del deposito Atc sarebbe di 200 milioni di euro, che comprendono costruzione, gestione e trasporto delle scorie nucleari. Il costo di un Ati, 25 milioni di euro, sarebbe necessario in Spagna solo nelle centrali nucleari di Garoña (Burgos), Cofrentes (Valencia), Almaraz (Badajoz) e Vandellós (Tarragona), dato che nelle altri centrali ci sono già. «La differenza dei costi rende inspiegabile che si scelga questa opzione in un momento di pesanti tagli economici - dice Montón - Respetto alle scorie nucleari depositate in Francia, motivo per il quale lo Stato Spagnolo presenta il problema della "garanzia" di 60.000 euro quotidiani, queste possono essere rialloggiate in un Almacén temporal individualizado come quello di Vandellós. In quel momento la Francia devolverà allo Stato Spagnolo il 90% del denaro  apportato».

Il primo febbraio 2010, le Cortes di Castilla-La Mancha hanno approvato una risoluzione che afferma: «Non si deve installare nessun deposito nucleare temporaneo in Castilla-La Mancha, in nessuna delle sue provincie e in nessuno dei suoi municipi». Il 24 giugno 2010 le Cortes di Castilla-La Mancha hanno respinto un'opposizione contro quella risoluzione.

Seconde Greenpeace España «il governo sta prendendo una decisione senza conoscere il progetto tecnico né il piano di sicurezza, dato che questi non esistono, come e stato definito e dimostrato nel processo penale avviato da Greenpeace contro l'Atc all'Audiencia Nacional».

«Iniziare a determinare l'ubicazione del cimitero nucleare senza un piano di chiusura del nucleare e senza una politica energetica definita è come cominciare la casa dal tetto - dice Montón - Greenpeace chiede al nuovo governo che stabilisca un calendario di chiusura progressiva delle centrali nucleari spagnole, cominciando dalle più vecchie ed insicure, proprio come stanno facendo in Germania, Svizzera, Belgio, Italia ecc. Chiede anche di rivedere la sicurezza con vigore, mentre sono in funzionamento, proprio come ha ordinato la Francia per le sue centrali nucleari».

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