[30/12/2011] News

Troppi misteri intorno all'incendio del sottomarino nucleare russo

Secondo il ministero degli esteri russo, «L'incendio che si è innescato ieri a bordo del sottomarino nucleare russo Yekaterinburg, tirato a secco in un cantiere navale a Rosliakovo (regione di Murmansk, nord-ovest della Russia), non ha provocato rischi di contaminazione radioattiva. Il reattore del sottomarino era stato spento prima dell'inizio dei lavori di riparazione. Non c'è alcuna minaccia di contaminazione radioattiva. Una parte dell'equipaggio è rimasta a bordo per controllare regolarmente (ogni 30 minuti) la situazione nel sottomarino e negli immediati dintorni. Inoltre, il livello di radiazioni, che resta nella norma, è controllato nell'insieme della regione di Murmansk, in 59 stazioni terrestri e in 25 postazioni mobili».

La versione dell'equipaggio operante dentro il sottomarino durante e dopo l'incendio stride però con quanto dice il ministero degli esteri nel suo stesso comunicato: «L'incendio è stato messo "sotto controllo" i pompieri continuano ad innaffiare lo scafo per evitare ogni rischio di ritorno di fiamma».

Secondo il portavoce della Flotta del nord della Russia, Rank Vadim Serga, l'incidente, scatenatosi dal legname delle impalcature e che non avrebbe interessato l'interno dello scafo, non ha fatto né morti né feriti. Ma fonti riferite da Bellona, una Ong scientifico/ambientalista norvegese-Russa. dicono che «Da 9 a forse 19 persone sono state portate in un ospedale navale con ustioni e ferite, ma non è ancora chiaro se il fuoco sia stato completamente estinto».

La versione delle impalcature bruciate non rende giustizia al gigantesco incendio e all'enorme pennacchio di fumo che mostrano foto e riprese televisive a Roslyakovo, a 1.500 chilometri a nord di Mosca, ed al fatto che siano stati impegnati anche elicotteri per spegnere le fiamme che secondo testimoni si alzavano per 10 metri sullo scafo in avaria. Probabilmente la colonna di fumo nero e le fiamme così alte sono anche dovete al fatto che lo scafo esterno dei sottomarini russi più moderni è ricoperto di gomma, per renderli meno rumorosi e più difficile da rilevare da perte del "nemico".

La Reuters, citando i media di Murmask, scrive che sono stati i civili allarmati dalla colonna di fumo, e non la Marina Militare, ad avvertire gli uffici del ministero per le emergenze. Alcuni ufficiali militari hanno detto al sito lifenews.ru, che alla fine per spegnere l'incendio si è dovuto sommergere il sottomarino ancora in fiamme e anche Itar Tass conferma questa versione: «L' Yekaterinburg è stato sommerso alle 10, 35». La cosa strana e che dispacci ufficiali successivi dicevano che l'incendio era ancora in corso.

Bellona afferma che «Coloro che sono stati portati al vicino ospedale navale in Severomorsk con ustioni e per inalazione di fumo erano membri dell'equipaggio del sottomarino così come i lavoratori del cantiere. Secondo Itar Tass, i lavoratori erano sul molo, e non a bordo del sottomarino, quando sono stati feriti».

I primi rapporti ufficiali (poi smentiti dal ministero degli esteri) parlavano di 9 persone finite in ospedale, ma su vKontatke, il social network russo simile a facebook, i parenti dei lavoratori del cantiere sono unanimi nel dire che ci sono stati 19 feriti fra l'equipaggio e i lavoratori del cantiere che sono in cura.

Anche la sede locale del ministero dei servizi di emergenza ha confermato che alcuni membri dell'equipaggio erano a bordo del sottomarino quando è avvenuto l'incendio. Ma il ministero della difesa si è addirittura rifiutato di dire quanti membri dell'equipaggio fossero a bordo. Ha solo detto che tutte le armi erano state rimosse dal sottomarino prima di entrare in bacino. Ma secondo altri media di Murmansk a bordo ci sono ancora 12 siluri e 16 missili. Il K-84 Yekaterinburg è uno dei 7 sottomarini nucleari russi della classe Delta-IV in servizio nella Flotta del Nord, ha una stazza di 18.200 tonnellate ed è stato realizzato nel 1985, ai tempi dell'Unione Sovietica, può trasportare 16 missili balistici intercontinentali.

Il direttore esecutivo Bellona e fisico nucleare Nils Bohmer ha detto: «l'incertezza se l'incendio sia stato esterno al sottomarino o si sia anche diffuso l'interno è inquietante. Sappiamo che sono state interessate le impalcature e gomme all'esterno del sottomarino, ma la possibilità che ci possano essere ancora "sacche di fuoco" all'interno del sommergibile è estremamente pericolosa per il reattore e potrebbe portare ad un rilascio di radiazioni. Gli incendi a bordo di sottomarini nucleari sono tra gli scenari peggiori per tali scafi, proprio perla vulnerabilità del combustibile nucleare».

La sicurezza dei sottomarini è una questione che urta la sensibilità dei militari russi, soprattutto dopo il disastro del Kursk nell'agosto 2000, il sottomarino nucleare affondato nel Mare di Barents e diventato la tomba di tutti i 118 marinai a bordo. Le successive indagini hanno concluso che i suo affondamento fu causato da un'esplosione di carburante in uno dei suoi siluri.

In quell'occasione la Marina Militare russa dimostrò impreparazione e segretezza, rifiutando perfino l'assistenza straniera per liberare i sopravvissuti che sono rimasti a bordo del Kursk sul fondo del mare, per una settimana. Quando finalmente i sommozzatori norvegesi hanno aperto il portello di emergenza non c'era più nulla da fare.

Le ultime tre settimane del 2011 sono state terribili per le rischiose attività marittime che la Russia svolge nell'Artico: il 15 dicembre c'è stato un incendio a bordo del rompighiaccio nucleare Vaygach, con due morti e un ferito, mentre trainava un cargo merci nella foce del fiume Yenesei; il 19 dicembre la piattaforma petrolifera offshore Koloskaya e affondata in soli 20 minuti mentre veniva trainata da un rompighiaccio nel mare in tempesta al largo della Kamchatka.

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