[27/12/2011] News toscana

Consumi di Natale: la contrazione c'è, ma i dati vanno letti nell'ottica della sostenibilità

Anche per la Toscana come per il resto del Paese, quello che è appena trascorso è stato un Natale parsimonioso. I toscani come tutti i cittadini italiani complice la crisi e le stangate annunciate i cui effetti si vedranno nei prossimi mesi, sono stati attenti a calibrare le spese, sia quelle dedicate ai cenoni e pranzi natalizi, sia quelle per regali e vacanze. Tutti i settori sono stati infatti in contrazione, eccettuato l'elettronica di consumo che ha fatto registrare un + 1%. Secondo Coldiretti, in Italia sono stati spesi 2,3 miliardi di euro in cibi e bevande per cenone della vigilia e il pranzo di Natale, con un calo del 18% rispetto a quanto si è speso nel 2010.

Una contrazione forte ma non un crollo, in cui ne hanno tratto vantaggio i prodotti locali tipici del territorio con la valorizzazione delle filiere corte. E questo è un aspetto positivo. «La maggioranza delle tavole è stata imbandita con menù a base di prodotti o ingredienti nazionali con una spesa stimata in 850 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi 490 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 400 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 270 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca e 190 milioni di euro per formaggi e uova» hanno dichiarato da Coldiretti. Come sempre moltissimi di questi cibi sono rimasti non consumati (secondo l'organizzazione agricola circa un quarto per un valore di mezzo miliardo di euro), quindi urge la necessità di "inventarsi" qualche forma di  recupero.  «In un momento di difficoltà economica è importante utilizzare la fantasia per recuperare con gusto i cibi rimasti sulle tavole. Recuperare il cibo è una scelta che fa bene all'economia e all'ambiente» hanno concluso da Coldiretti.

Una ripresa generalizzata dei consumi non ci sarà almeno a breve, secondo quanto prevede l'associazione dei consumatori Codacons «in un momento di grave crisi come quello attuale gli italiani non ricorreranno agli sconti, e taglieranno ulteriormente gli acquisti: rispetto ai saldi invernali dello scorso anno, quest'anno saranno in clamoroso calo, con riduzioni delle vendite che andranno dal 30 al 40%». Questa riduzione dei consumi ragionando con il paradigma della sostenibilità va analizzata in un rapporto costi/benefici  prendendo in considerazione la riduzione di materia (e di energia)  e degli scarti. In questa ottica i numeri si presentano meno negativi. Del resto non si può pensare di "crescere" nella dimensione quantitativa ripercorrendo strade che ci hanno condotto alla crisi. La fase due del governo Monti, dedicata appunto alle misure per la crescita, auspichiamo che di questo tenga conto.

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