[22/12/2011] News

Filippine: i mille morti di una tragedia annunciata

Deforestazione, miniere a cielo aperto e urbanizzazione selvaggia

A Mindanao si stanno seppellendo nelle fosse comuni le oltre 1.000 vittime fatte dal tifone Sendong, ma nelle Filippine il dibattito sulle causa di queste sempre più frequenti e violente catastrofi ambientali sta finalmente affrontando i nodi reali. Il presidente filippino Benigno Aquino ha ordinato un'inchiesta sull'alluvione e le frane mortali che hanno sconvolto MIndanao, anche sul ruolo svolto dal disboscamento illegale. Sono bastate 12 ore di pioggia torrenziale perché il 16 dicembre il tifone Sendong seminasse morte e distruzione, facendo straripare fiumi e cancellando interi villaggi.

Le Filippine hanno dichiarato il disastro nazionale per questa tempesta che ha colpito 13 province e danneggiato 338.000 persone, diventando la più mortale delle tante che si sono succedute nel 2 01 1 nell'arcipelago.

La tragedia era ampiamente annunciata: in un rapporto del 2009, Philippine imperative for climate change, Wwf Philippines e Filipino scientists  avevano previsto il disastro di Mindanao, indicando nelle città di  Cagayan de Oro e Iligan, entrambe duramente colpite da Sendong, le aree particolarmente vulnerabili alle inondazioni, ad intense mareggiate ed agli straripamenti di fiumi

Lorenzo Tan, direttore esecutivo del Wwf  Philippines ha detto al Phlippine Daily Inquirer che purtroppo erano «Previsioni esatte, ma il rapporto del 2009 del Picc è stato ampiamente ignorato dai legislatori».

Nereus Acosta, all'epoca a capo del Picc, spiega: «Dicevano che era troppo allarmista».

Aquino ha detto di essere interessato a capire se sia stato violato il divieto di concessioni forestali per il taglio di alberi che aveva emesso a febbraio per tutto il territorio filippino, dopo che le inondazioni uccisero più di 40 persone, secondo il presidente la deforestazione aveva giocato un gran ruolo in quella tragedia, in un Paese che è in gran parte a rischio frane e alluvioni.

In un'intervista concessa a "The Universe Catholic Weekly" , Sean McDonagh,  un prete cattolico che lavora nell'area di Mindanao più colpita, ha detto che decenni di deforestazione hanno reso il disastro così enorme. «Gran parte della regione è stato convertito da foresta pluviale in piantagioni di ananas - ha detto McDonagh  - La deforestazione è stata letteralmente criminale. Se la foresta pluviale nell'area fosse stata lasciata intatta, anche 12 ore di pioggia continua non avrebbero causato questa devastazione. La foresta pluviale avrebbe impedito alla pioggia torrenziale di colpire direttamente il suolo. Gli alberi avrebbero anche assorbito l'acqua. Ci sarebbero potuto essere inondazioni locali minori, non avremmo avuto il disastro che è accaduto».

I disboscamenti dei versanti delle montagne sono causati anche dalle miniere a cielo aperto che rischiano di peggiorare ulteriormente le cose in futuro. Il sacerdote spiega sconsolato che  «Nei prossimi 10 o 20 anni, le inondazioni disastrose uccideranno altre centinaia di persone quasi ogni anno e conterranno mercurio, cianuro ed altri metalli pesanti. Questo è il momento di fermare la follia del saccheggio delle Filippine. Ci deve essere un serio impegno per riforestare le montagne».

Ambienti governativi sottolineano che anche il cambiamento climatico sta probabilmente esacerbando l'intensità delle tempeste. Un senatore, Loren Legarda, ha detto al Sun Times che «nell'era del cambiamento climatico il governo deve fare di più per ridurre i rischi riguardanti disastri del genere. Con queste inondazioni disastrose,  adesso è la quarta che ha colpito il nostro Paese e la seconda a Mindanao proprio quest'anno, il cambiamento climatico è ormai un pericolo chiaro e presente e un problema di sicurezza nazionale per il nostro Paese».

Secondo quanto scrive Jeff Masters su  Weather Underground, le temperature del mare di Mindanao  sono state di un grado più calde della media, aggiungendo così il 7% di umidità in più in atmosfera e questi  potrebbe aver fatto aumentare la violenza e l'intensità del ciclone.

Il più convinto sembra un giornale economico filippino Business Mirror che titola: "Climate change is here" e che in un editoriale scrive: «I cambiamenti climatici e il global warming sono qui, non ci sono dubbi. E il governo dovrebbe disporre di progetti generali per individuare aree soggette a disastri, come ad esempio le comunità costiere e di montagna, per minimizzare la perdita di vite umane e la distruzione di proprietà, infrastrutture pubbliche e colture agricole dovute alle catastrofi». Il giornale sottolinea che «L'impatto del ciclone tropicale è stato  peggiorato  dal fatto che si è verificato nel bel mezzo della notte e che la gente ha avuto  poco preavviso. Inoltre, il disboscamento illegale, l'estrazione mineraria e l'urbanizzazione hanno peggiorato le cose».

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