[22/12/2011] News

Congo Rdc, dopo le elezioni riparte la guerra civile dei minerali?

Il 20 dicembre il presidente rieletto della Repubblica democratica del Congo (Rdc), Joseph Kabila (Nella foto), ha prestato giuramento a Kinshasa in una cerimonia blindata, mentre ancora per le strade si manifestava contro le frodi elettorali e con il suo rivale, Etienne Tshisekedi, al quale è stato attribuito il 32,33% dei voti si autoproclamava a sua volta presidente della Rdc, lanciando addirittura un mandato di arresto contro Kabila. Una situazione che somiglia troppo a quella che ha portato alla recente guerra civile in Costa d'Avorio per non far temere per il già incerto futuro della Rdc, un gigante poverissimo che si dissangua in scontri politici, guerriglie e guerre su un gigantesco forziere di risorse naturali e minerarie.

La correttezza della vittoria di Kabila è stata riconosciuta solo da 7 Pesi africani: Sudafrica, Kenya, Tanzania, Uganda, Zambia, Burundi e Repubblica centrafricana, tutti legati al regime di Kinshasa e diversi legati dalla comune guerra sai movimenti armati congolesi.

Invece il governo statunitense ha fortemente criticato le elezioni presidenziali nella Rdc e la portavoce del Dipartimento di Stato, Victoria Nuland, ha detto che «L'elezione in Congo è seriamente viziata, manca di trasparenza e non riflette gli impegni democratici osservati in altre recenti elezioni in Africa».

Alla cerimonia di insediamento di Kabilas era presente un solo Capo di Stato africano e parecchio imbarazzante: l'eterno dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe, vecchio amico e finanziatore del padre di Joseph, Laurent Désiré Kabila, che aiutò a mantenere il potere con armi e soldati.

Kabila, nonostante l'opposizione abbia proclamato un governo a parte, ha detto che sarà il presidente di tutti i congolesi e che entro il 2016 farà della Rdc «Un Paese emergente, vale a dire una grande potenza economica, sociale e culturale nel cuore dell'Africa e un grande Paese nel concerto delle nazioni del pianeta,. Il destino del nostro Paese non è più quello di restare in periferica, ma piuttosto quello di essere al centro del mondo. Là dove si fanno e si disfano le grandi decisioni del mondo».

Questo misterioso e non certo brillante presidente, eternamente circondato dalla sua guardia presidenziale armata fino ai denti, ha annunciato «La rivoluzione della modernità», che farà della Rdc «Un polo dell'intelligenza e del know how, un granaio agricolo, una potenza energetica, una terra di pace e di benessere». E la Rdc avrebbe tutte le risorse, e probabilmente le intelligenze, per diventare davvero un simile Paese, ma il primo mandato di Kabila non ha fatto niente per metterle a frutto, sprofondando nella corruzione, nella guerriglia di bande di predoni, nella svendita e nel contrabbando delle sue risorse.

Forse anche per questo, Kabila si è impegnato «a procedere a profonde riforme nel settore minerario (annunciate da anni, ndr), perché possa giocare un ruolo nell'economia del Paese» ed ha annunciato maggiori controlli sull''esportazione di prodotti minerali grezzi e sforzi per impiantare industrie minerarie e degli idrocarburi per l'indipendenza energetica della Rdc.

Ma le prime grane per Kabila arrivano subito dalla sua provincia di origine, il Katanga, dove la Mission des Nations Unies pour la stabilisation de la Rdc (Monusco) ha segnalato la nascita di un nuovo movimento armato indipendentista che si definisce "Union des forces pour la libération du Katanga" (Uflka) e che dal  16 dicembre ha fatto la sua comparsa a Lubumbashi, il capoluogo della provincia, con appelli all'indipendenza del Katanga. Nella provincia del sud-ovest della Rdc la campagna elettorale è stata segnata dalle incursioni a Lubumbashi  di miliziani di diversi movimenti indipendentisti che hanno tentato, senza successo, di prendere il controllo dell'aeroporto  e di un deposito di armi in un campo militare. Episodi preoccupanti, perché è dagli anni '60 che le guerre e le guerriglie in Congo/Zaire/Rdc partono dal Katanga e dalle sue rivendicazioni indipendentiste e che da qui potrebbe innescarsi quella balcanizzazione dell'immensa Rdc che molti temono e altrettanti auspicano, a partire da diverse multinazionali che sguazzano e lucrano da anni nel disordine e nel sangue del Congo Kinshasa, anche per mettere le mani sulle risorse minerarie del Katanga.

Il portavoce del Monusco, il temente colonnello  Félix Prosper Basse, oggi ha annunciato l'apertura di un altro fronte con l'operazione "Santa Claus Ituri" che ha l'obiettivo di impedire le attività e gli spostamenti di miliziani segnalati nel distretto di Ituri, nella provincia Orientale, assicurando la protezione della popolazione civile a Natale e durante le feste di fine anno.  Basse  ha detto che «Le attività dei miliziani del Front de Résistance Patriotique de l'Ituri (Frpi) e di elementi delle Democratic Forces Allied Democratic - National Liberation Army of Uganda  (Adf-Nalu), sono state segnalate nei territori di Mambasa, Mahagi, ma anche ad  Aveba, Bunia e Fataki». I miliziani dell'Adf - Nalu, noti per arruolare con la forza bambini-soldato il 12 dicembre hanno teso un'imboscata alle  Forces armées de la République Démocratique du Congo (Fardc), l'esercito regolare, al confine con la provincia del Nord-Kivu, a 15 km da Erengeti. Il battaglione del Bangladesh del Monusco ha inviato sul posto una pattuglia di intervento rapido che è arrivato il 14 dicembre, proprio mentre un gruppo di circa 90 uomini armati saccheggiavano 13 case a Bazanga, a 4 km a nord-ovest di 'Aveba, rubando denaro, bestiame e derrate alimentari.

L'operazione "Santa Claus Ituri" è diversa da "Santa Claus", un'altra offensiva lanciata il 18 dicembre nei distretti di Haut e Bas Uélé, sempre nella provincia di Ituri e che vede coinvolte insieme alle truppe Onu anche i soldati della Fardc.

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