[19/12/2011] News toscana

La Toscana delle aree protette, Wwf: lunga tradizione ma ci sono criticità

Il Wwf ha voluto celebrare i 20 anni dall'approvazione della Legge quadro sulle aree protette (Legge 394 del 6 dicembre 1991), presentando un dossier e rendendo noti i risultati del sondaggio demoscopico "L'Italia dei Parchi", realizzato da ISPO Ricerche. I Parchi costituiscono un patrimonio inestimabile rappresentato da oltre il 10,42% del territorio italiano il cui valore è conosciuto e riconosciuto dai cittadini. Secondo il sondaggio, il 67% degli italiani conosce le aree naturali protette, riconosce la loro importanza per il benessere umano (98%), per l'economia del Paese (84%), e una percentuale significativa (50%) sarebbe addirittura disposto a versare un contributo specifico allo Stato per finanziare la loro gestione.

Questa consapevolezza secondo l'associazione ambientalista dipende anche dal lavoro fatto dai gestori e dall'impulso positivo dato dalla stessa norma che in Toscana era stata in qualche modo anticipata. «La Toscana, insieme ad altre Regioni, anticipò la 394 creando con apposite leggi tre parchi regionali, ma solo dopo il recepimento della 394 nell'ordinamento regionale (con la legge regionale 49 del 1995) si è dotata di un vero e proprio sistema di aree protette, che oggi conta 3 parchi nazionali, 3 parchi regionali, 2 parchi provinciali, 34 Riserve naturali statali, 46 Riserve naturali regionali e 58 Aree Naturali protette di Interesse Locale- hanno informato dall'associazione del panda- A queste si aggiungono le 17 Oasi Wwf, che spesso coincidono o lavorano in sinergia con le altre aree protette. Nell'insieme, la Toscana può vantare di avere oltre il 10% del territorio sotto tutela per le future generazioni, con una rete di aree protette conosciute e fruite dagli amanti della natura di tutta Italia e non solo».

Secondo il Wwf anche nel sistema toscano delle aree protette non mancano le criticità: non tutte le aree protette godono dello stesso livello di tutela e gestione; resta ancora un forte sbilanciamento della spesa verso gli investimenti in strutture e infrastrutture, necessarie inizialmente per far conoscere e accettare un'area protetta ma che devono essere affiancate da un impegno concreto verso la risoluzione dei problemi di conservazione; permane ad oggi una scarsa capacità del mondo delle aree protette ad inserirsi con forza e decisione nella pianificazione degli altri settori guidandone gli sviluppi, una ancora bassa propensione ad interagire per realizzare progetti di area vasta o semplicemente per favorire lo scambio di buone pratiche, e la mancanza di un adeguato sistema di monitoraggio degli obiettivi di conservazione; alcune aree del territorio toscano, fondamentali per la conservazione, sono a tutt'oggi non adeguatamente protette, come accade per zone umide di importanza internazionale quali il Padule di Fucecchio e il Lago di Chiusi o per comprensori forestali peculiari come quelli del Farma-Merse e l'area Monte Argentario. Il bicchiere mezzo pieno per il Wwf è rappresentato dalla stesura del Piano d'Azione regionale per la biodiversità «che ha focalizzato le problematiche ancora esistenti ed individuato le azioni prioritarie per risolverle: in questo le aree protette avranno senz'altro un ruolo di primo piano ed esperienze da condividere e diffondere».

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