[19/12/2011] News

Sempre pił microplastica nel Mediterraneo

Malgrado dei problemi tecnici all'imbarcazione e delle condizioni meteo sfavorevoli, secondo i ricercatori «la campagna 2011 dell'Expédition Med ha permesso la realizzazione di un buon numero di prelevamenti: 80 campioni di micro-plastiche e 160 campioni di mictofidi, con acquisizione di dati per il monitoraggio dei cetacei. Il monitoraggio dei banchi della medusa Pelagia, con proseguimento della messa a punto della MedCam».

Dopo la spedizione del 2010, che trovò la massima concentrazione di microplastiche nell'Arcipelago Toscano, Med ha proseguito le sue ricerche nel Mediterraneo occidentale, soprattutto indagando sulla presenza di micro-grammenti di plastica e sul loro impatto sulla biodiversità marina, attuando gli studi sui mictofidi  e le meduse anche con l'aiuto di un prototipo di telecamera notturna, la "Med Cam". È stata messa a punto anche una tecnica non intrusiva e rispettosa dei cetacei che permetterebbe un progresso notevole nei controlli delle loro popolazioni.

Secondo i ricercatori le foto pubblicate dall'Expédition Med 2001 testimoniano «le importanti concentrazioni di inquinanti, che vengono confusi col plancton, osservati in proporzioni inquietanti. I prelevamenti di mictofidi hanno anch'essi permesso delle constatazioni sorprendenti. Questi piccoli pesci, alla base della catena alimentare, si ritrovano a spostarsi e a nutrirsi in una vera e propria zuppa di plastica, comportando il rischio di confusione nella loro alimentazione in maniera flagrante».

I campioni sono stati inviati ai diversi laboratori coinvolti che stanno svolgendo le analisi: lo studio quantitativo delle micro-plastiche è effettuato dall'Ifremer e dall'Observatoire de Villefranche sur mer, lo studio degli inquinanti presenti sulle micro-plastiche è svolto dalla VolksUni Berlin, lo studio dell'ingestione delle micro-plastiche da parte dei mictofidi è stato affidato al Biodoxis.

La prima Expédition Med, ha valutato in 250 miliardi di micro-frammenti la plastica che galleggia  e contamina il Mediterraneo ed ha dimostrato che queste particelle  perdurano nell'ambiente, entrano nella catena alimentare e accumulano inquinanti, con forti rischi sanitari.

 

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