[16/12/2011] News toscana

La Toscana e la definizione della nuova Pac, per un’agricoltura sostenibile europea

«La Politica agricola comune post 2013 dovrà guardare con equilibrio, alle due agricolture presenti in Europa; quella basata sulla massima produttività, agevolata dalla morfologia dei terreni e quella posizionata in collina e montagna (a basse rese produttive  e alti costi di produzione) ma con funzioni aggiuntive legate al governo e gestione del territorio».

Il commento del presidente dell'associazione Toscana Cereali, Luciano Rossi, approfondisce a livello toscano il dibattito attorno alla nuova Pac (politica agricola comune), che ferve in Europa da quando, a metà ottobre, è stata presentata all'Europarlamento la proposta di riforma della Pac per il periodo 2014-2020. Entro il 2013 dovrà essere definita, ed è più che opportuno riuscire a sfruttare al meglio il tempo che rimane per imbastire un proficuo dialogo tra le parti interessate (che poi, allargando il cerchio, si traducono in tutte le bocche che i prodotti agricoli e zootecnici europei andranno a sfamare).

«Tra le misure da introdurre nella nuova Pac - aggiunge Rossi - dovranno esserci anche quelle tese a contenere i danni al territorio e al reddito degli agricoltori derivati dalle calamità naturali, dove siccità e alluvioni si susseguono a causa dei cambiamenti climatici. Le recenti alluvioni che nelle scorse settimane hanno devastato il territorio e provocato vittime,  ne sono una dimostrazione. Inoltre, per il mancato reddito, gli agricoltori non coltivano i terreni marginali posizionati in collina e montagna e le conseguenze non possono essere quelle del dissesto idrogeologico e paesaggistico.

Dalla Pac ci attendiamo risposte concrete, in termini di competitività, per le imprese agricole che sono chiamate a coltivare i terreni posizionati in zone interne, magari poco produttive, ma i più sensibili ai fini ambientali e dove l'opera dell'uomo-agricoltore consente la tenuta del terreno dagli smottamenti e quindi dal dissesto idrogeologico e da quello paesaggistico».

Le tristi testimonianze lasciateci dall'alluvione dello spezzino e della Lunigiana, che il 25 ottobre scorso ha stravolto il territorio toscano e non solo con 542 mm di pioggia riversatisi in sei ore, sono la prova più recente che ancora brucia nella memoria, posta a ricordarci l'esigenza pressante di una ridefinizione sostenibile del nostro concetto di agricoltura, del territorio, della sua cura e cultura.

La definizione di una politica agricola comune efficace ed efficiente è un buon terreno di prova per misurare la capacità di concertazione europea, in un momento di crisi in cui la cronaca confida invece di una reciproca diffidenza e campanilismo a serpeggiare nel Vecchio continente.

All'interno dell'ambito dell'agricoltura e della cura del territorio si condensa l'idea di sostenibilità nella sua essenza più cruda. Poiché pur nel dominio completo del settore terziario all'interno della sfera economica, per progettare un futuro sostenibile è necessario affondare le radici nel terreno della corretta produzione e distribuzione delle commodities alimentari, innescando un processo culturale e sociale positivo, lontano dai freddi trucchi virtuali della finanza speculativa.

Anche per Toscana cereali ‹‹la nuova Pac dovrà tenere conto anche delle speculazioni finanziarie che avvolgono  i mercati delle  materie prime. E' successo in diverse occasioni che il mercato, per effetto di questa speculazione, sia sceso ai minimi storici e quindi i ricavi sono stati inferiori ai costi di produzione. Garantire un reddito minimo (come la cassa integrazione in altri settori) è il presupposto per continuare a vedere nuove generazioni fare agricoltura. Importante è anche quello di dotare le aziende agricole di organizzazioni di mercato efficienti, il modello "ortofrutticolo", basato sulle Organizzazioni di Produttori è da prendere a riferimento con l'obiettivo di tutelare il reddito degli agricoltori dalle multinazionali che operano nel mercato globalizzato››.

L'Europa crede nelle possibilità offerte dalla Pac, con un bilancio comunitario occupato per circa il 30% da risorse destinate alla politica agricola, ma è fondamentale che cominci a crederci ancora di più (e non solo economicamente parlando). Se per la nuova Pac si parla, ad esempio, di un "greening" per cui il 30% del sostegno agli agricoltori sarà condizionato dal loro conformarsi a misure orientate ad un agricoltura sostenibile, le risorse messe a disposizione sembra saranno decurtate di circa il 6%.

Per un presente ed un futuro sostenibile dell'Europa è necessaria una svolta culturale, anche in ambito agricolo e zootecnico, che concentri e concerti tutte le risorse disponibile per garantire l'etichettatura a "bene pubblico europeo" del nostro territorio e della sua cura, che sfuma dalla tutela del paesaggio all'agricoltura sostenibile, dalla mitigazione e l'adattamento al cambiamento climatico, ad un'alimentazione sana ed un ritorno alla coscienza territoriale che ci appartiene come cultura comune, e della quale la Regione Toscana può dirsi portatrice di grandi e radicate tradizioni.

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