[15/12/2011] News toscana

Scuola & lavoro, si punta sul "learning by doing"

Mondo della scuola e della ricerca sempre più separato dal mondo del lavoro, causa dell'incremento del ritardo dell'Italia con gli "obiettivi di Lisbona" (il programma di riforme economiche, basato sulla centralità delle sfide educative, varato nel 2000 dai capi di Stato e di Governo dei Paesi Ue che veda anche la sostenibilità sociale e ambientale tra i suoi criteri basilari). Il segnale arriva dalle indagini internazionali OCSE e PISA.

La Regione Toscana per ridurre questo gap ha deciso di puntare per la prima volta sui meccanismi della alternanza scuola-lavoro, cioè su una metodologia didattica che offre agli studenti la possibilità di "fare scuola" in situazione lavorativa attraverso un "apprendere facendo" basato su una equilibrata alternanza fra periodi di studio e periodi di pratica. A tal fine è stato sottoscritto oggi un protocollo d'intesa dai rappresentanti di quattro istituzioni: l‘Ufficio Scolastico Regionale (con il direttore Angela Palamone), l'Unione tra le Province (con l'assessore fiorentino Giovanni Di Fede), Unioncamere Toscana (con Carlo Longo, presidente Camera di Commercio pratese con delega regionale a imprenditoria e formazione), Regione Toscana (con Stella Targetti, vicepresidente con delega all'Istruzione, nella foto).

«Esprimo soddisfazione per la concreta partenza di un progetto su cui stiamo lavorando insieme da diverso tempo- ha detto Targetti- un valore aggiunto è anche riscontrabile nel continuo legame fra scuola e territorio creato da un progetto che vedrà assai concrete sinergie tra scuola, enti pubblici e privati, aziende, associazioni».  L'obiettivo condiviso del protocollo è quello di consentire agli studenti over 15, delle scuole superiori toscane che aderiranno, la possibilità di "sviluppare conoscenze, abilità e competenze spendibili nel mercato del lavoro". I quattro soggetti firmatari si impegnano a coordinarsi in modo da realizzare, sfruttando gli spazi di flessibilità previsti dall'autonomia didattica, percorsi scuola/lavoro utilizzabili da numeri sempre maggiori di scuole toscane. Due le forme di alternanza possibili: quella fra periodi formativi in aula e periodi di apprendimento in aziende e quella chiamata "Impresa di studenti" che simula attività di impresa basandosi su una buona pratica già sviluppata in oltre 30 Paesi per sviluppare, negli studenti, capacità manageriali e imprenditoriali. Il percorso minimo per ogni studente coinvolto nella prima forma di alternanza  ipotizza, nel triennio, almeno 198 ore e sono previsti tutor (interni ed esterni). Per quando riguarda la seconda forma ("Imprese di studenti") si ipotizzano percorsi di educazione economica, rivolti a studenti delle classi Quarte, per prepararli al mondo del lavoro sviluppando senso di responsabilità, spirito di iniziativa, creatività. Con il supporto di docenti, e anche qui di tutor, i ragazzi saranno chiamati ad avviare in concreto loro imprese: dovranno redigere lo statuto, raccogliere il capitale sociale, definire il businnes plan, produrre un prodotto/servizio e venderlo. Attraverso e-mail, social network, skype, web-conference saranno in contatto con coetanei di altri Paesi aumentando così le competenze sia linguistiche che informatiche. «L'alternanza offre una opportunità unica per i giovani diplomandi perché propedeutica all'effettivo superamento del gap, purtroppo ancora oggi esistente, fra istruzione e lavoro- ha dichiarato Carlo Longo- presidente Camera di Commercio pratese- Le competenze acquisite in situazione lavorativa saranno poi inserite a pieno titolo nel curriculum scolastico di ciascun allievo». La Regione Toscana finanzierà i progetti attraverso il FSE; Unioncamere e USR metteranno altre risorse, in una logica che prevede di integrare e ottimizzare i finanziamenti disponibili.  Specifici "avvisi pubblici di chiamata a progetti" saranno emanati dalle province che metteranno a disposizione i fondi trasferiti dalla Regione (per adesso un milione e 700 mila euro nel prossimo triennio).

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