[12/12/2011] News

Scimmie “snubby”, piante carnivore, lucertole cloni… l’incredibile biodiversità del Mekong

Wwf: «Dal 2008 una nuova specie scoperta ogni due giorni. 208 solo nel 2010»

Oggi il Wwf pubblica il rapporto "Wild Mekong" e sottolinea che «Nell'Anno internazionale delle foreste, questi ambienti unici ma a grande rischio continuano a stupirci. Nei lussureggianti complessi forestali del bacino del Mekong, nel sud-est asiatico, nel solo 2010 sono state scoperte 208 specie sconosciute alla scienza, a una media di una ogni due giorni, tra cui la scimmia "Snubby" che si protegge il naso dalla pioggia, cinque piante carnivore che mangiano topi e uccelli, un nuovo luì che vive tra le rocce, un geco dai colori psichedelici e una lucertola che per riprodursi si clona, senza bisogno del maschio».

Le ultime scoperte fatte dai ricercatori nella regione, comprendono 145 piante (tra cui 16 orchidee), 28 rettili, 25 pesci, 7 anfibi, 2 mammiferi e un uccello. Tra di loro il Rhinopithecus strykeri, una scimmia dal naso all'insù che le comunità locali chiamano "Snubby", trovata nella remota e montuosa area del Kachin in Myanmar, che quando piove mette la testa tra le ginocchia per evitare che la pioggia entri nelle narici rivolte verso l'alto, facendola starnutire. Una strabiliante serie di 28 rettili, tra cui la Leiolepis ngovantrii, una lucertola con solo femmine, trovata in Vietnam, che si riproduce clonandosi senza bisogno di maschi. Tra la Thailandia e la Cambogia sono state scoperte cinque specie di piante carnivore, di cui alcune in grado di adescare e consumare piccoli ratti, topi, lucertole e perfino uccelli.

Naturalmente molte delle specie "scoperte" dai ricercatori erano ben conosciute dalle comunità locali che spesso le cacciano per cibarsene. Specie che secondo il rapporto «Lottano per sopravvivere in habitat sempre più limitati e sono a rischio estinzione a causa dei processi di deforestazione in corso in quei Paesi, di una crescente pressione di caccia, dei cambiamenti climatici e di uno sviluppo troppo rapido e insostenibile. Ne è una prova la recentissima estinzione dell'ultima popolazione di rinoceronte di Giava in Vietnam, recentemente confermata dal Wwf».

Wild Mekong conferma che l'immensa area percorsa dal grande fiume asiatico è uno straordinario scrigno della biodiversità del pianeta  e il Wwf lancia un appello ai 6 leader della Greater Mekong Subregion  (Cambogia, Cina, Laos, Myanmar, Thailandia e Vietnam)  che la settimana prossima si incontreranno in Myanmar per approvare un nuovo piano di cooperazione economica regionale: «Porre al centro delle loro decisioni i benefici garantiti dalla responsabile utilizzazione e conservazione della biodiversità dell'area, così come i costi ambientali ed economici che la sua erosione e perdita comporterebbe».

Secondo Stuart Chapman, direttore per la conservation del Wwf Greater Mekong, «I governi del Mekong devono smetterla di pensare alla tutela della biodiversità come un costo e riconoscerla come un investimento per garantire la stabilità a lungo termine. In ultima analisi, é questo il capitale naturale su cui è costruita la prosperità del Greater Mekong». 

Massimiliano Rocco, responsabile specie, Traffic e foreste  del Wwf Italia sottolinea, «Ma questi preziosi ambienti naturali, le foreste tropicali e le specie che li popolano continueranno a sparire se non si intensificano gli sforzi per rendere le economie della regione più sostenibili e responsabili. Questo incredibile tesoro e quanto altro vi è di ancora nascosto nelle foreste del Mekong andrà perduto per sempre se i governi falliscono nell'investire nella conservazione e nella tutela della biodiversità. E accanto all'impegno dei governi, serve l'azione di tutto il settore privato, legato al legno, alla carta e alle diverse materie prime fornite dagli habitat forestali, che da decenni sfrutta quelle risorse senza una strategia di sostenibilità. E' un impegno fondamentale per assicurare la sostenibilità a lungo-termine di quest'area, ma la cui conservazione è inderogabile per affrontare i cambiamenti ambientali globali e la salute dell'intero pianeta».

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