[06/12/2011] News

L'Ue certifica la crisi dell’edilizia italiana: 3,9 milioni di euro per i lavoratori licenziati del Trentino-Alto Adige

La crisi dell'edilizia e del cemento italiani è stata certificata oggi dalla Commissione bilancio dell'Unione europea che, attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg),  ha concesso un finanziamento da 3,9 milioni di euro «In vista di aiutare i lavoratori licenziati nel settore delle costruzioni in Italia a trovare un nuovo lavoro».

Il Feg è stato creato per fornire un sostegno complementare ai lavoratori licenziati in seguito agli stravolgimenti della struttura del commercio mondiale avvenuti con la globalizzazione e poi con la crisi finanziaria internazionale, per favorire il reinserimento dei lavoratori. L'ammontare annuo massimo del Feg raggiunge i 500 milioni di euro.

L'Italia ha chiesto i fondi Feg per aiutare 528 lavoratori licenziati da 323 imprese del settore edile nella regione forse più benestante d'Italia: il Trentino-Alto Adige/Südtirol, quindi questa situazione (fra l'altro in una situazione di edilizia molto avanzata dal punto di vista del risparmio energetico e dei materiali)  è  solo la punta dell'iceberg di una realtà certamente più drammatica in regioni meno ricche e avanzate, dove la rendita ha guidato una crescita cementizia trasformatasi presto in migliaia di cartelli "vendesi" per case che restano invendute, in fallimenti di piccole e medie imprese e dove il lavoro nero in edilizia non rientra nemmeno tra quello "risarcibile" con i fondi Feg.

Una rendita che ha distrutto bellezza e territorio e che ora si troverà a fare i conti anche con la nuova Ici/Imu e (speriamo) con una politica più severa verso le seconde case e l'evasione fiscale.

Dopo il via libera della Commissione europea, questo aiuto deve ricevere l'approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri. Il Consiglio europeo ha già approvato la domanda dell'Italia il 28 novembre ed il Parlamento dovrebbe votarla in seduta plenaria il 13 dicembre.

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