[01/12/2011] News

"Una gabbia andň a cercare un uccello – L’ambiente e il suo valore" di Luciano Canova

2011, Libri Scheiwiller

‹‹Così la bocca dell'empio Erisittone accoglie ogni vivanda e nel contempo ne desidera; ogni cibo è in lui movente di cibo e sempre, mangiando, si forma in lui un vuoto... ma dopo che la violenza del flagello ha dato fondo a ogni sostanza e una nuova risorsa ha offerto all'inguaribile male, con morsi laceranti egli comincia a divorare le sue membra; lo sciagurato nutre il suo corpo consumandolo›› - Ovidio, "Le metamorfosi".

Il triste mito di Erisittone va ad aprire e chiudere, con il suo monito, le pagine de "Una gabbia andò a cercare un uccello - l'ambiente e il suo valore", saggio sull'economia percorsa "a volo d'uccello" ed all'interno del suo più ampio contesto da Luciano Canova, affiliato al Cresa (Centro di ricerche in epistemologia sperimentale ed applicata) e che insegna economia base ed economia sperimentale alla scuola di formazione post-laurea Enrico Mattei.

Erisittone, dopo aver abbattuto un bosco sacro ad Artemide, viene punito dalla stessa dea, che lo condanna ad una fame inestinguibile. La parabola è chiara, e netto il riferimento all'ingordigia dell'homo oeconomicus, la cui presenza ancora furoreggia, contro ogni evidenza empirica, all'interno dei più celebrati manuali universitari d'economia.

All'interno del saggio di Canova - un Phd in economia, che insegna economia e tratta esplicitamente d'economia -  le formule matematiche sono assenti, e le tabelle numeriche praticamente inesistenti. Al contrario, i riferimenti filosofici e letterari ad economisti, scrittori e pensatori di ogni epoca rappresentano l'accordo principale sul quale si muove lo spartito del testo.

Una scelta significativa di Canova, che implicitamente vorrebbe sottrarre la disciplina ‹‹alla nota e deprimente definizione di Carlyle, la scienza triste - come recita la prefazione al testo. L'economia, sembra volerci dire l'autore, è anche altro, purché si riporti al centro della stessa le esigenze profonde degli uomini, i loro sentimenti - Adam Smith, è noto, scrisse un libro sui sentimenti morali - la relazione tra natura ed uomo››.

Pur senza gettare alle ortiche le buone intuizioni che si sono susseguite grazie ad un approccio all'economia di estremo riduzionismo formale, meccanico ed astratto, riportare la disciplina economica nell'alveo da cui è scaturita - ovvero, principalmente la riflessione filosofica e sociale - può rappresentare la chiave migliore per scardinare quella semantica per economisti descritta da McClosey e riportata nel testo come quella che ‹‹va a costituire una barriera protettiva, un muro difensivo dietro cui si arrocca, come in una cittadella sotto assedio, la comunità di scienziati che difendono un paradigma››.

L'economia, sembra spesso dimenticato, ha i suoi interpreti negli individui che popolano il pianeta, e non in automi, perfetti calcolatori d'utilità da massimizzare e non di aristoteliana eudaimonia da raggiungere. E se, come suggerisce Canova citando Hoelderlin, "poeticamente abita l'uomo", è naturale ‹‹rivendicare uno spazio che può essere considerato profondamente umano solo quando tale spazio è riempito d'un'anima (con accezione assolutamente laica del termine)››.

D'altronde, è proprio l'ambiente che ‹‹immerge le persone in un contesto di reciprocità: l'uomo custodisce la terra, la quale custodisce l'uomo, a sua volta, dandogli i propri frutti; e tutto ciò in una dimensione di perfetta relazione con l'altro. In questo senso possiamo parlare di un legame indissolubile tra l'ambiente e la felicità: di natura come ponte tra l'io e il tu››.

È in un imprescindibile humus culturale che diverse interpretazioni dell'economia, rispetto a quella predominante, neoclassica. Interpretazioni già presenti, e da tempo, ma da ancora da organizzare in uno spartito definito. Canova, collegandosi alle premesse filosofiche precedentemente esposte, illustra in particolare il ‹‹terreno epistemologico di tre indirizzi diversi, autonomi e concatenati insieme, di particolare interesse per gli sviluppi e le prospettive dell'economia ambientale. Si tratta dell'economia sperimentale; del paradigma ecologico facente capo a Georgescu-Roegen; dell'economia dei beni relazionali››.

A corollario ed empirica dimostrazione delle quali, nella seconda parte del testo, vengono presentate alcune applicazioni pratiche dei nuovi approcci verso cui i citati indirizzi possono condurre. Immaginando così un nuovo paradigma di sviluppo non solo economico ma anche sociale ed ecologico, per poi porne e costruirne le fondamenta. Con la consapevolezza (assunta anche nella kafkiana citazione di cui si compone il titolo del testo di Canova) che non sarà mai possibile, e per fortuna, ingabbiare l'essenza di qualcosa che è sfuggente e libero - come tutto ciò che riguarda l'uomo nel suo essere tale e nel suo relazionarsi con l'altro - in un modello di equazioni matematiche, pur elegante e forse attraente, nella sua però non-umana algidità.

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