[01/12/2011] News

Biologico, crolla un mito degli anni 2000: il negozio 'alternativo' batte la Gdo

Domani convegno dell'Aiab "Le nuove frontiere della ricerca per sostenibilità in agricoltura biologica"

Negli anni 2000 ci si domandava se per uscire dalla nicchia il biologico avesse bisogno o meno della Gdo. Per qualcuno era addirittura l'unica strada. Stando però ai dati dell'Aiab, che oggi riassume alla vigilia del convegno scientifico  "Le nuove frontiere della ricerca per sostenibilità in agricoltura biologica", le cose sono andate assai diversamente. I consumi di alimenti biologici in Italia - spiega l'associazione in un nota - rappresentano circa l'1,5% della spesa alimentare, e dalle rilevazioni Ismea dei primi quattro mesi del 2011 è confermato il trend positivo registrato l'anno precedente (+11% nel 2010). E al successo del biologico «ha contribuito senza dubbio anche la nascita e il consolidarsi di canali di distribuzione di prodotti bio cosidetti "alternativi"». Proprio quegli esercizi commerciali che furono all'origine del primo boom del biologico successivo agli scandali alimentari da "mucca pazza" in poi che convinsero appunto anche la Gdo ad aprire i primi corner nei propri negozi.

«L'evoluzione del settore biologico italiano - si legge sempre nella nota -  che per molti versi si è sviluppato in contrapposizione al sistema della grande distribuzione organizzata (GDO), ha portato naturalmente all'istituzione di un sistema di distribuzione alternativo all'alienante modello di relazione distributore/consumatore proprio della GDO. Negli ultimi 6 anni, infatti, i canali di distribuzione alternativi per i prodotti bio sono cresciuti di ben il 76,4%».

«Il biologico ha avuto ed ha la forza di cambiare i modelli di distribuzione - commenta Andrea Ferrante, presidente nazionale AIAB - perché ha saputo mettere al centro il rapporto fra chi produce e chi consuma ed oggi la maggioranza degli italiani consuma il cibo in maniera più consapevole, apprezzando le caratteristiche dei prodotti bio. L'agricoltura  - prosegue Ferrante - può essere un settore strategico per rilanciare l'economia e uscire dalla crisi economico-finanziaria che ha investito il modello di sviluppo occidentale. Il settore primario, infatti, rappresenta un'opportunità concreta di uscire dalla crisi, a patto che si investa su un modello agricolo basato sulla sovranità alimentare e quindi costituito da una rete diffusa di mercati locali, da una nuova centralità per la figura dei contadini-produttori, da modelli di produzione ecosostenibili come l'agricoltura biologica e dall'accesso agevolato alla terra per i giovani"»

Nelle varie tipologie di sistemi alternativi di distribuzione di prodotti biologici, i gruppi di acquisto solidale (GAS) si sono rivelati i più dinamici registrando, in trend evolutivo di sei anni (2005-2010), un incremento pari al 234%. Dalla 17a edizione dell'annuario del biologico Bio Bank risulta che i GAS sono passati nei soli ultimi tre anni da 479 gruppi, rilevati nel 2008, agli attuali 742 (+55%) non considerando quelli non ufficiali. È confermata anche la loro distribuzione geografica prevalentemente al nord, dove si trova il 60% dei gas italiani, a seguire il 28% al centro  e circa il 12% dei GAS al sud e nelle isole.

Cresce anche, del 25%, la vendita diretta (spaccio) in azienda. Le realtà che nel 2008 avevano spaccio aziendale erano 1.943 e sono passate alle attuali 2.421; la crescita anche per questo canale, è pari al 102% se l'osservazione è retroattiva al 2005. Lo stesso trend positivo si riscontra anche per il canale dei mercatini bio, che registra un incremento del 7% (2008/2010) e del 20% (dal 2005).

Alternativo ed in crescita è anche il canale virtuale dell'e-commerce, che segna un +38% (da 110 siti internet di prodotti bio a 152). Rientrano a pieno titolo nei canali alternativi di distribuzione/consumo di prodotti bio  anche quelli extra-domestici quali i ristoranti che valorizzano la cucina biologica e che da 199 sono passati a 246 locali, registrando un incremento del 24% (2008/2010) e di ben 44% in sei anni, escludendo l'agriturismo che invece in sei anni ha registrato un incremento pari al 62%. Anche le mense scolastiche, che nel loro capitolato prevedono prodotti biologici, segnano nell'ultimo triennio un incremento del 10% (da 791 a 872) e del 35% (dal 2005).

Questa panoramica sugli ultimi sei anni di consumi biologici italiani e sui canali alternativi di distribuzione dei prodotti bio dimostra che questi sistemi di distribuzione alternativi "organizzati" sono competitivi  con i sistemi tradizionali - Gdo innanzitutto - perché riescono a garantire la qualità del prodotto insieme a un ritorno economico, sociale e ambientale conveniente per tutti, e a lungo termine.

Domani, venerdì 2 dicembre, alle ore 9.30 presso il Centro congressi della Provincia si terrà il convegno scientifica "Le nuove frontiere della ricerca per la sostenibilità in agricoltura biologica: energia, biodiversità e acqua"; alle 13.45 verrà inoltre proiettato il documentario Non è un Paese per neri di  Luca Romano, Francesco Amodeo, Armando Andria e Mario Leombruno.

Il Congresso Federale AIAB è gemellato con il Congresso Nazionale di Legambiente ch si svolge sempre domani ma a Bari (vedi link).

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