[30/11/2011] News

Shiva: le multinazionali proprietarie dei brevetti mettono a rischio la biodiversità

Chi condiziona le produzioni di cibo e mette a rischio la biodiversità del pianeta? Una risposta alla domanda è venuta dal terzo Forum internazionale su cibo e nutrizione del Barilla Center for food and Nutrition (Bcfn).

«Con 1500 brevetti in campo agroalimentare in mano a tre multinazionali non ci sarà più biodiversità- ha denunciato Vandana Shiva, fondatrice e direttore di Navdanya e ricercatrice presso Foundation for Science technology and natural resource policy (India)- Se usiamo solo quattro colture, il mondo risulterà impoverito a fronte delle 8.500 varietà con le quali abbiamo sempre mangiato. Serve democrazia alimentare che consenta alle persone di modellare il proprio regime alimentare e al pianeta di superare il fallimento del paradosso di avere 1 miliardo di sofferenti la fame insieme a un 1 miliardo di cittadini obesi o in sovrappeso».

A finire sotto accusa non sono tanto le biotecnologie in quanto tali introdotte in agricoltura per far fronte ai cambiamenti climatici e allo sviluppo demografico, ma le politiche distorte del loro uso e il "cappio" dei brevetti, in mano a pochi, che impongono costi elevati alla produzione e limitano la ricerca.

«Perché non si parla di più del miglio in Africa?- chiede l'attivista indiana- Eppure questa tipologia di sementi ha permesso di superare diverse carestie. L'ingegneria genetica ci propone colture che resistono ai cambiamenti climatici e alle inondazioni, ma le royalty non vengono distribuite tra gli agricoltori degli Stati che non hanno più la libertà di scegliere le sementi. E dopo 50 anni di colture intensive negli Usa ci sono infestanti sempre più resistenti, con una emergenza nascente legata ai superparassiti».

Legame delle produzioni con il territorio e "democrazia del cibo" sono indispensabili per distribuire vitamine e proteine a chi ne ha bisogno. «L'ingegneria genetica è stata introdotta - ha continuato Shiva - perché gli Stati Uniti non producono più 'in casa' neanche una scarpa, ma hanno un unico settore con eccedenze: l'agricoltura.

Occorre dunque ripensare le biotecnologie e Navdanya propone sementi di proprietà condivisa da tutti, di mettere fine al sistema dei brevetti, di valorizzare diete ricche di biodiversità come quella mediterranea e ancor più quella indiana dove il coriandolo e il curry sono serbatoi di vitamine» ha concluso Vandana Shiva.

Torna all'archivio