[25/11/2011] News toscana

Il disastro politico sull'inceneritore di Scarlino

Le lacune della pianificazione del settore dei rifiuti nella Provincia di Grosseto, le mancate o incerte scelte di governo del territorio, un partito - il Pd - sempre più diviso, anche in questi giorni, sono il contesto nel quale si inserisce la vicenda dell'inceneritore di Scarlino. I risultati sono che da venerdì, l'impianto di recupero energetico di Scarlino Energia, è fermo. Non ne paga le conseguenze solo la società ma anche 100 lavoratori (65 interni più l'indotto) che andranno in cassa integrazione.

L'impianto, insieme a quello di produzione di Cdr delle Strillaie (anch'esso appesantito da continui rallentamenti), può portare anche vantaggi ambientali dal punto di vista della riduzione dei trasporti dei rifiuti fuori provincia.

Una situazione preoccupante che si è verificata in una provincia praticamente priva di impianti, e con percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti tra le più basse della Toscana. Tanto che il presidente della Regione Enrico Rossi che ha definito "l'impianto strategico per la gestione rifiuti", la prossima settimana sarà a Scarlino. Nel corso del vertice di mercoledì in Regione con il Presidente Enrico Rossi, il Presidente di Scarlino Energia, Moreno Periccioli ha affermato l'azienda ha dovuto fare i conti con un contesto nel quale «non vi è la certezza del dovere e dove è sempre più complicato fare impresa».

«Diteci con chiarezza cosa dobbiamo fare e lo faremo. Non chiediamo, come potremmo, diritti, ma pretendiamo la certezza del dovere. Nessuna impresa può resistere a questa confusione, e nessuno sviluppo, tanto meno sostenibile, può affermarsi alle condizioni attuali», ha detto Periccioli.

Il risultato è che un altro dei 5 impianti di incenerimento con recupero energetico della regione è stato fermato, questa volta dal Tribunale amministrativo. Le ragioni del blocco delle attività di Scarlino infatti non sono di carattere ambientale - come nel caso dell'inceritore di Pisa, fermato poche settimane fa a causa di sforamenti dei limiti delle emissioni - ma procedurali.

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