[24/11/2011] News

La Posizione dell'Ue sulla Cop17 Unfcc a Durban: bye bye Protocollo di Kyoto se non si impegnano anche gli altri

«Cancun deve fornire la roadmap per un'azione per il clima da parte di tutte le principali economie»

La Commissione europea ha pubblicato la posizione con la quale la delegazione dell'Ue si presenterà alla diciassettesima conferenza della parti dell' United Nations framework convention on climate change di Durban. Ve la proponiamo integralmente:

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che avrà inizio il 28 novembre a Durban in Sudafrica, dovrà concordare una roadmap e un calendario per portare a termine un quadro globale ambizioso, completo e legalmente vincolante per l'azione per il clima da parte di tutte le principali economie. Un accordo su tale tabella di marcia rappresenta una delle rassicurazioni che l'Unione europea esige per aderire a un secondo periodo di impegno del protocollo di Kyoto. Occorre anche che la conferenza di Durban renda operative le decisioni prese l'anno scorso a Cancún, in Messico, e affronti questioni rilevanti rimaste in sospeso. Ne dovrà derivare un pacchetto equilibrato di decisioni che sia accettabile per tutte le Parti.

L'Unione riferirà a Durban sui progressi compiuti nell'esecuzione del pacchetto di 7,2 miliardi di euro di finanziamenti rapidi per il clima che si è impegnata a fornire ai paesi in via di sviluppo nel periodo 2010-2012. A tutt'oggi ne sono stati movimentati due terzi del totale, pari a 4,68 miliardi.

Connie Hedegaard, commissaria all'Azione per il clima, ha dichiarato: «L'Unione europea è disposta ad aderire a un trattato globale a Durban.Purtroppo però altre economie, come gli Stati Uniti e la Cina, non lo sono. Diciamolo chiaramente: l'Ue sostiene il protocollo di Kyoto. Ma un secondo periodo del protocollo con la sola partecipazione dell'Ue, che rappresenta l'11% delle emissioni globali, sarebbe chiaramente insufficiente per il clima. Un simile risultato a Durban non potrebbe essere considerato un successo. La domanda è: gli altri quando si muoveranno? Nel mondo interdipendente di oggi abbiamo bisogno di un'azione globale per il clima con la partecipazione di tutti. La posta in gioco a Durban è appunto il superamento di Kyoto. Perciò l'Ue può essere disponibile ad un secondo periodo del protocollo di Kyoto se otterremo la garanzia che gli altri grandi produttori di emissioni ci seguiranno. A Copenaghen i leader si sono impegnati a non superare i 2°C. Ora devono dimostrare che fanno sul serio.".

Il ministro polacco dell'Ambiente Marcin Korolec, il cui paese detiene la presidenza del Consiglio dell'Unione europea, ha dichiarato: «L'Ue è disposta a considerare un secondo periodo del protocollo di Kyoto, ma a determinate condizioni. Oltre all'accordo sulla tabella di marcia, occorre migliorare l'integrità ambientale del protocollo e istituire nuovi meccanismi di mercato per aiutare le economie emergenti a tagliare le emissioni a costi minimi. A Durban occorrerà anche prendere decisioni per rendere operativi gli accordi presi a Cancún l'anno scorso e affrontare una serie di lacune rilevanti che essi comportano».

Un quadro per l'azione futura

Una decisione importante per la conferenza ministeriale di Durban starà nel determinare quale seguito dare al "primo periodo di impegno" del protocollo di Kyoto - il periodo in cui i paesi sviluppati (ad eccezione degli Stati Uniti, che non hanno ratificato il protocollo) devono raggiungere i loro obiettivi di emissioni - che copre il periodo 2008-2012.

L'Unione europea ritiene che sia assolutamente necessario disporre di un quadro globale per il clima, completo e legalmente vincolante, che impegni tutte le principali economie, per mantenere il riscaldamento globale entro 2°C rispetto alla temperatura del periodo preindustriale. Tale quadro deve basarsi su regole chiare e deve mantenere gli elementi essenziali del protocollo di Kyoto.

Kyoto da solo non basta più, perché impegna solo i paesi sviluppati a limitare le loro emissioni. Inoltre, gli Stati Uniti, il Giappone, la Russia e il Canada hanno dichiarato che non aderiranno a un secondo periodo di impegno, di modo che un secondo periodo probabilmente non coprirebbe più del 16% delle emissioni globali dopo il 2012.

Nell'ambito di una transizione ad un regime internazionale del clima più ampio, l'Ue è disponibile a un secondo periodo di Kyoto a condizione di raggiungere un accordo su:

Il dopo Cancún

Per accelerare l'azione per il clima sul campo a breve termine, Durban deve anche rendere operative le decisioni adottate dalla conferenza di Cancún dell'anno scorso e affrontare questioni rilevanti che non sono state risolte in quella sede.

In particolare, occorre adottare linee guida per rendere operativo un sistema rafforzato di trasparenza, onde chiarire quali paesi stiano rispettando i loro impegni in termini di emissioni all'orizzonte del 2020. L'Ue auspica anche che si prendano decisioni volte ad avviare il funzionamento del fondo verde per il clima per finanziare l'azione per il clima nei paesi in via di sviluppo e nuove istituzioni nei settori della tecnologia e dell'adattamento ai cambiamenti climatici.

Cancún ha riconosciuto che gli attuali impegni di riduzione delle emissioni sono complessivamente inadeguati per mantenere il riscaldamento sotto i 2°C e pertanto a Durban occorrerà individuare alternative per affrontare tale "carenza di ambizione" e varare un processo per discuterle nel corso del prossimo anno. Inoltre, la conferenza dovrà varare un programma di lavoro sull'agricoltura e prendere provvedimenti sulle emissioni causate dal trasporto aereo e marittimo internazionale. Un intervento sull'aviazione e sulla navigazione potrebbe avere un ruolo significativo per il futuro finanziamento delle azioni per il clima nei paesi in via di sviluppo.

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