[24/11/2011] News

Italia, infrazioni alle Direttive comunitarie Habitat e Uccelli: Bruxelles perde la "pazienza"

L'Italia per "merito" di alcune regioni è tra i paesi leader in quanto a richiami e infrazioni sulle Direttive comunitarie Habitat e Uccelli. Questa volta però l'Ue ha perso la "pazienza". L'avvio della nuova procedura d'infrazione rappresenta un sorta di "ultimatum" da parte del commissario europeo all'ambiente, Janez Potocnik, in quanto il nostro Paese avrà solo un mese per rispondere alla lettera di "messa in mora" sulla caccia in Liguria e in Veneto. Sono due i  mesi di tempo per rispondere invece alla lettera di messa in mora relativa al recepimento nell'ordinamento nazionale della direttiva sulla ''protezione degli uccelli a livello nazionale e in diverse altre Regioni, tra cui Lombardia, Puglia, Lazio e Toscana'' dove permangono problemi di deroghe per la caccia. La Commissione europea chiede all'Italia di conformarsi a tre sentenze della Corte di giustizia dell'Ue che risalgono, una al 2008 e due al 2010, in cui i giudici europei dichiaravano ''che la legislazione italiana non rispettava pienamente gli standard Ue in materia'' di caccia e di protezione degli uccelli. La prima sentenza, quella relativa al 2008, riguarda la regione Liguria dove nella sua legge autorizzava la caccia agli storni e ai fringuelli. Mentre in un primo tempo sembrava che la Liguria, si adeguasse alla sentenza della Corte Ue evitando anche l'applicazione di deroghe «nel settembre 2011 con la legge sulla stagione venatoria 2011-2012 - informa la nota di  Bruxelles - viola ancora una volta gli obblighi dell'Italia legati alla direttiva sugli uccelli selvatici».

La sentenza della Corte di giustizia relativa al 2010 (altra condanna all'Italia) riguarda la legge regionale del Veneto. «Contrariamente alla direttiva Ue, autorizzava la caccia alla passera, alla passera mattugia, al marangone, al fringuello, alla peppola o fringuello montanaro, allo storno e alla tortora dal collare orientale- spiegano dalla Commissione europea- In seguito la Regione ha recepito correttamente la direttiva, ma ha continuato a rilasciare deroghe per la caccia in violazione alla normativa».

Infine per quanto riguarda l'applicazione della direttiva uccelli a livello nazionale, la Commissione ritiene «che diverse violazioni non sono ancora state corrette. In particolare  il dispositivo che consente al governo italiano di impedire che le Regioni rilascino deroghe per la caccia in violazione della direttiva Ue, non è ancora operativo». La notizia della messa in mora ha fatto andare su tutte le furie verdi e associazioni ambientaliste che da anni denunciano le violazioni delle regioni italiane in materia di caccia, legiferando tra l'altro senza tener conto dei "richiami" di Bruxelles.  «Le nostre Regioni continuano ad approvare leggi illegittime sulla caccia in deroga, anche se alcune di queste, come il Veneto e la Liguria, hanno alle loro spalle già richiami dal'UE per aver infranto le leggi comunitarie- ha dichiarato Cristina Morelli Responsabile diritti degli animali dei Verdi- Le regioni in questione, nonostante le sanzioni prospettate dall'Ue siano intorno ai 10 milioni di euro, hanno deciso di continuare sulla strada delle deroghe, cercando di volta in volta di studiare piccoli trucchetti per aggirare le varie Direttive in materia, pur di accontentare quei 1000 cacciatori, nel caso della Liguria, che si 'dilettano' con la caccia allo storno, animale, appunto, oggetto della deroga». Per la Lipu-BirdLife Italia la procedura era attesa, inevitabile, doverosa e ora auspica che serva a ripristinare la legalità nella disastrosa gestione della caccia in deroga e in generale dell'abbattimento degli uccelli migratori attuata in molte parti d'Italia. «Abbiamo cercato di avvertire in ogni modo i ministeri, le istituzioni, le amministrazioni regionali, persino i cacciatori, della gravità della situazione che si vive in Italia- hanno dichiarato dalla Lipu- ma tranne poche encomiabili eccezioni, la risposta è stata una clamorosa assenza, un silenzio assordante, una completa e colpevole inazione. Ora basta. Questa sarà l'occasione perché si dica definitivamente stop a certe pratiche illegali e comunque immorali, e perché chi sta distruggendo, in modo diretto o indiretto, il patrimonio inestimabile della collettività, anche solo attraverso una colpevole inerzia, risponda in modo appropriato».  A tal proposito arriva una proposta specifica dei Verdi: «Proponiamo che se le sanzioni per la violazione delle direttive europee verranno applicate, non debbano pagare tutti i cittadini, rispettosi delle leggi e contrari alla caccia, ma paghino quei consiglieri che hanno approvato queste leggi, essendo al corrente che erano illegittime e tutti i funzionari che hanno dato i loro pareri positivi solo per assecondare politici impreparati, disponibili a tutto pur di seguire la lobby dei cacciatori» ha concluso Cristina Morelli.

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