[24/11/2011] News

Stress test nucleari, secondo la Commissione Ue «Procedono speditamente»

La Commissione europea ha finalmente emesso la prima comunicazione sugli stress test avviati negli impianti nucleari europei dopo il disastro nucleare di Fukushima Daiichi. Secondo un comunicato stampa emesso oggi, «Gli "stress test" sulle centrali nucleari europee procedono speditamente e permetteranno di aumentare ulteriormente la sicurezza e la protezione nucleare nell'Unione europea. La Commissione si auto elogia dicendo che dopo il disastro giapponese «L'Unione europea ha reagito con rapidità e ha trovato un accordo per effettuare, su base volontaria e sulla scorta di una serie di criteri comuni, test di resistenza in tutte le 143 centrali nucleari presenti sul suo territorio». I risultati dei test di resistenza però «Saranno resi noti dopo il completamento degli stessi, previsto per l'anno prossimo».

Aspettando i risultati definitivi, la Commissione europea ha reso noto alcune conclusioni. La Comunicazione analizza i primi risultati degli stress test e indica alcuni "ambiti strategici" «In cui si ritiene che siano necessari ulteriori interventi, sia mediante un migliore coordinamento tra Stati membri, sia tramite nuove proposte legislative dell'Unione europea in materia di sicurezza nucleare dove rafforzare il nuovo quadro normativo dell'Ue sulla sicurezza nucleare, «Mediante l'adozione di standard comuni: Una nuova legislazione Ue in questo ambito potrebbe definire criteri comuni in materia di ubicazione, progettazione e gestione delle centrali nucleari. Le disposizioni legislative dovrebbero rafforzare inoltre l'indipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione che rilasciano le licenze ed effettuano controlli in situ; Gli Stati membri potrebbero adottare piani transfrontalieri di gestione del rischio nucleare per essere più attrezzati a gestire un'emergenza nucleare e a coordinare i rispettivi interventi; Dovrebbe essere definito un approccio europeo alla responsabilità, per fare in modo che tutte le vittime ricevano la medesima compensazione a prescindere dal luogo di residenza; I programmi di ricerca dell'Unione europea dovrebbero essere centrati sulla sicurezza nucleare».

Gli Stress test servirebbero a verificare se le centrali nucleari sono in grado di resistere agli effetti di catastrofi naturali, errori umani o atti di sabotaggio e terrorismo, ma in diversi Paesi nucleari, a cominciare dalla Francia, la loro efficacia e correttezza viene messa in dubbio a casa del diretto coinvolgimento nelle operazioni della stessa industria nucleare. Infatti, come spiega la stessa Commissione Ue, «I gestori dovranno presentare le rispettive relazioni entro il 31 ottobre 2011 e le autorità nazionali entro il 31 dicembre 2011. Le relazioni nazionali finali saranno sottoposte a un processo di revisione inter pares condotto da esperti di altri Stati membri con la partecipazione di un rappresentante della Commissione europea. Quest'ultima presenterà i risultati finali al Consiglio in una riunione prevista nel giugno 2012».

Tutti i 14 Stati membri che gestiscono centrali nucleari (Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna,  Olanda, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria) e la Lituania, dove è in fase di smantellamento una vecchissima centrale nucleare sovietico (e si pensa di costruirne un'altra),  partecipano agli stress test. Anche Paesi confinanti con l'Ue, come la Svizzera e l'Ucraina, hanno deciso di partecipare attivamente ai test, mentre altri, come la Russia, hanno confermato il loro impegno in tal senso, ma con altre modalità criticatissime dalle associazioni ambientaliste.

La Commissione Ue sottolinea che «I test si stanno svolgendo secondo il calendario concordato e nel rispetto dei termini previsti, secondo cui i gestori di impianti nucleari erano tenuti a presentare una prima relazione alle autorità nazionali di regolamentazione entro il 15 agosto e quest'ultime una prima relazione intermedia nazionale alla Commissione europea entro il 15 settembre. I test di resistenza, una prima assoluta per l'Unione europea, sono effettuati su base volontaria. La valutazione completa e trasparente attualmente in corso permetterà di migliorare ulteriormente la sicurezza e la protezione nucleare nell'Unione europea. La sicurezza nucleare è indivisibile. Per questo motivo, avendo come obiettivo la protezione dei cittadini europei, è di fondamentale importanza attuare un processo per definire standard comuni quanto più possibile elevati in materia di sicurezza e protezione nucleare. Le minacce per la sicurezza, in particolare la prevenzione di atti intenzionali e la risposta agli stessi, sono valutate in un processo parallelo sotto gli auspici del Consiglio dell'Unione europea. La relazione di avanzamento del gruppo ad hoc sulla protezione nucleare, recentemente istituito dal Consiglio, allegata alla relazione intermedia della Commissione, indica che gli Stati membri sono pronti a fare un ulteriore passo avanti nel loro impegno a favore della protezione nucleare e a utilizzare appieno e rafforzare gli strumenti internazionali pertinenti».

Il commissario Ue all'energia, Günther Oettinger, ha detto che «gli stress test costituiscono una tappa essenziale per migliorare la sicurezza e la protezione delle centrali nucleari europee. In questo ambito è imperativo disporre degli standard tecnici più elevati. Se, da un lato, i singoli Stati membri hanno il diritto di decidere o no di produrre energia nucleare, è necessario garantire, dall'altro, che i cittadini non corrano rischi e che gli standard più elevati di sicurezza siano non solo imposti ma anche rispettati in tutta l'Unione europea e al suo esterno».

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