[22/11/2011] News toscana

Gli impegni del Gruppo di San Rossore per fermare la deriva sui parchi

Non avevamo esagerato quando parlammo di necessità ed urgenza di rilanciare i parchi se non volevamo rischiare la loro deriva. Una deriva che riguarda purtroppo non soltanto i parchi come possiamo vedere anche in questi giorni con i disastri che si sono abbattuti su Liguria e Toscana e non molto prima in altre parti del paese.

E' l'ambiente, dal paesaggio al suolo, ai monumenti, che sta andando sempre più pericolosamente in malora e proprio nel momento in cui il paese e le nuove generazioni stanno prendendo nuova coscienza e consapevolezza del valore dei beni comuni come ha dimostrato il referendum.

I parchi come i bacini sono i più esposti perché chiamati a gestire ambiti territoriali e ambientali più pregiati e fragili, con risorse sempre più inadeguate ma anche con competenze e ruoli ridimensionati negli ultimi anni in conseguenza anche di modifiche legislative e normative alla legge 183 ed anche alla 394 con il nuovo Codice dei beni culturali e ambientali. Da qui il crescente disagio istituzionale e politico che oggi registriamo specialmente dove più gravi sono gli effetti di questa incuria e inadeguatezza del governo del territorio, reso ancor più serio dalla confusione crescente dei vari ruoli istituzionali in cui si susseguono improvvise e sovente cervellotiche idee che hanno già portato alla abrogazione delle comunità montane, messo in lista d'attesa le province, i piccoli comuni, i parchi regionali.

A fronte di una situazione cosi allarmante e precaria colpisce ancora la difficoltà soprattutto istituzionale e culturale a mettere un freno alla deriva e invertire finalmente la tendenza.
In questo senso riteniamo che il ventennale della legge quadro possa e debba essere un'occasione per rilanciare impegno, motivazioni e obiettivi attorno a pochi ma essenziali principi condivisi, per il futuro del paese e della sostenibilità per le future generazioni.

Non può essere però taciuto che neppure dinanzi al tentativo messo in atto alla Commissione ambiente del Senato per stravolgere la legge 394 ridimensionando proprio il ruolo determinante delle regioni costiere e accrescere quello ministeriale dimostratosi negli ultimi anni inetto e rovinoso e non soltanto per le aree protette marine, le risposte anche dal mondo dei parchi e più in generale delle istituzioni non siano state all'altezza dei pericoli e dei danni già rilevati.

Le iniziative previste, e le altre che si auspica possano aggiungersi per ricordare il ventennale della legge dovrebbero contribuire a fare assumere, e non solo ai parchi ma anche ai comuni, alle province e alle regioni, quel ruolo sulla scena politica che attualmente appare relegato a posizioni del tutto marginali. Noi ci impegneremo su questo obiettivo, partecipando alle più varie iniziative previste, mettendone in programma anche di nostre, come abbiamo già cominciato a realizzare.

Un interessante apporto è già venuto da Parchiscritti, ad esempio sulle aree protette marine, ma anche sul paesaggio e la pianificazione e prima ancora a settembre anche sull'Europa dove abbiamo avviato confronti e riflessioni che contribuiranno sicuramente a fare maggiore chiarezza su problemi e situazioni oggi spesso poco conosciute e in altri casi palesemente stravolte e distorte.

Va innanzitutto riaffermato, e non solo in rapporto al pessimo testo del Senato che nell'ultima fase delle consultazioni ha registrato critiche pressoché concordi dell'associazionismo ambientalista, il ruolo ‘pubblico' dei parchi e delle aree protette di matrice comunitaria nel governo del territorio e dei ‘beni comuni'. Ciò a livello nazionale ma anche regionale dove sono state da poco concluse in alcune regioni significative revisioni normative come in Piemonte e Liguria o dove sono allo studio come in Lombardia, Emilia, Umbria, Toscana, Sicilia.

Nel complesso al momento si delinea una situazione generale tutt'altro che chiara a cui si aggiunge quella altrettanto critica dei bacini idrografici che riguarda in maniera importante anche i parchi e i siti comunitari. Non meno incerta la situazione per quanto riguarda il paesaggio che proprio dopo la firma della Convenzione europea è tornato a viaggiare su binari distinti e separati al punto che a molti parchi oggi è stato sottratta anche la competenza del rilascio dei nulla osta.

A fronte di questa situazione in primo luogo va riaffermato che allo stato e alle regioni compete la responsabilità e l'obbligo primario di sostenere gli oneri di spesa per gli investimenti e la gestione dei parchi che non possono essere in alcun modo affidati a non meglio specificate e cervellotiche gestioni private. Il ruolo dei privati, dove e quando sia possibile, richiede parchi attivi, in grado di gestire attività risultanti da piani e progetti e non dalla ricerca di "dazi" per attività incompatibili, come era previsto nel testo del Senato. L'esperienza d'altronde conferma da anni che ad avvalersi positivamente e correttamente dei privati sono stati i parchi e le aree protette efficienti e non quelle -come le aree protette marine- tenute a guinzaglio e senza soldi dal ministero.

Va perciò respinta nella maniera più assoluta l'idea messa in circolazione secondo cui sarebbe eticamente scorretto -dati i tempi- far carico alle istituzioni pubbliche della responsabilità principale anche finanziaria dei parchi. Magari non escludendo neppure la messa in vendita di determinati territori tanto che i giornali nel possibile elenco hanno fatto riferimento ai 4800 ettari della tenuta ex presidenziale di San Rossore. Anche in Veneto, nella foresta demaniale del Cansiglio, si segnala la crescente preoccupazione per la messa all'asta di un patrimonio storico e ambientale di inestimabile valore.

Su questi temi il Gruppo di San Rossore cercherà di promuovere anche proprie iniziative non senza aiutare e partecipare a quelle che il mondo della cultura e della ricerca, l'associazionismo istituzionale, ambientalistico e sociale promuoveranno.

Noi al termine delle celebrazioni dei 20 anni della legge quadro pensiamo di impegnarci per organizzare un appuntamento nazionale a Roma.

* Gruppo di San Rossore

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