[22/11/2011] News

Le rinnovabili in Sardegna come antidoto per la crisi

L'Italia è uno dei paesi con il più alto potenziale di sfruttamento delle energie rinnovabili del mondo. Potenziale finora poco sfruttato ma che consentirebbe di risparmiare miliardi di euro nel medio periodo e di incrementare sensibilmente l'occupazione. Basti considerare che solo il settore del fotovoltaico, ad oggi tra industria e indotto, dà lavoro a circa 50 mila persone ma rappresenta solo il 4,5% (dati Terna) dell'energia utilizzata nel nostro paese.

Alcune regioni, tra cui la Sardegna, si stanno cominciando a muovere in questa direzione. Pochi giorni fa il presidente della regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ha ribadito l'importanza delle energie rinnovabili per abbattere l'inquinamento, garantire risparmio energetico e ridare slancio all'economia creando nuovi posti di lavoro.

Attualmente nella regione sono previsti degli incentivi molto interessanti che permetteranno a tutte le aziende che vogliono produrre energia pulita, ossia da fonti rinnovabili quali l'eolico, il fotovoltaico o dalle biomasse, di ottenere degli sgravi fiscali per agevolarle nell'investimento.

Inoltre sull'isola non mancano gli impianti eolici per una produzione complessiva di poco inferiore ai 600MW, dato che la pone al quarto posto tra le regioni italiane per la produzione di energia eolica dietro a Puglia, Sicilia e calabria.

Molto interessante anche l'iniziativa lanciata sul territorio dalla regione chiamata "Master and Back" che ha messo a disposizione 2 milioni di euro per organizzare nel biennio 2010 e 2011 corsi di formazione in economia e finanza con particolare attenzione agli indirizzi relativi a energia e ambiente come quello di manager dello sviluppo territoriale.

Questi corsi, che sono operativi dal 2006, sono stati rivisti completamente per diminuirne i costi e accettare le tantissime domande di iscrizione che sono ancora in attesa di essere approvate per mancanza di posti. La risposta dei giovani, infatti, è stata decisamente sopra le attese, anche in virtù del fatto che questi corsi offrono le competenze necessarie per operare sul mercato aumentando, di fatto, le possibilità di trovare un impiego a tempo indeterminato.

Il tutto finalizzato al raggiungimento dell'obiettivo di produrre almeno il 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020, per poi arrivare alla soglia del 35% entro il 2030. Un percorso molto complesso reso ancor più difficile dalla particolarità del territorio sardo.

Un territorio che per la sua bellezza e per la sua fragilità merita la massima attenzione in fase di progettazione degli impianti per non correre il rischio di avere un impatto negativo finendo con l'annullare i benefici delle fonti rinnovabili.

Un settore, quello delle energie rinnovabili, che l'Italia nel suo complesso non può più permettersi di sottovalutare anche in virtù del rilancio dell'economia indispensabile per uscire dalla crisi economica che sta pregiudicando il nostro futuro. Basti pensare che negli ultimi 2 anni il comparto delle rinnovabili è cresciuto del 14% arrivando a raddoppiare il fatturato delle aziende impegnate nella produzione e nell'indotto per un valore complessivo di 13 miliardi di euro (fonte ilsole24ore).

Regioni come la Sardegna, quindi, potrebbero trarre un duplice vantaggio dall'incremento delle rinnovabili: da un lato si potrebbe contribuire a salvaguardare lo straordinario territorio della regione e, dall'altro, si potrebbe ridare slancio ad un'economia che, come nel resto d'Italia, soffre di bassa crescita.

*In collaborazione con www.economyonline.it

 

Torna all'archivio