[18/11/2011] News

Avete detto Mox? La falsa buona idea del nucleare francese

Mentre in Francia il presidente Nicolas Sarkozy, profetizzando miseria e sciagure, attacca l'accordo Parti socialiste (Ps) ed Europe Ecologie-Les Verts (Eelv) che prevede una riduzione dell'energia, mentre le associazioni ambientaliste gli ricordano che ormai il 70% dei francesi è favorevole ad uscire dal nucleare, il combustibile Mox, apparso e scomparso nell'accordo Ps-Eelv, è al centro dell'attualità politica, ma in pochi sanno cosa sia veramente.

Così Greenpeace France ha messo insieme in un documento tutte le informazioni disponibili su questo combustibile "molto particolare", avvertendo che «Non affronta l'aspetto economico del Mox e questo per una ragione molto semplice: l'industria nucleare su questo punto non dà nessuna prova di trasparenza, l'ammontare dei pretesi contratti, I costi e la redditività di questa filiera sono sotto segreto».

Ecco cosa dice il dossier "Le MOX, la fausse bonne idée française":

L'affare del combustibile nucleare Mox ricorda quella che si potrebbe chiamare la "syndrome du minitel" francese. La Francia è oggi il solo Pese al mondo a produrre e a voler continuare ad utilizzarlo. Tutti i reattori francesi e stranieri attuali sono stati progettati per funzionare senza Mox. Anche l'ipotetico Epr, progettato con la possibilità di utilizzare il Mox, può funzionare in maniera ottimale con del combustibile classico. Il Mox è caro, pericoloso ed inutile. Pertanto oggi la lobby nucleare, l'Ump (Union pour un Mouvement Populaire, il partito di Sarkozy, ndt) ed una parte del Ps si arrabattano per salvare il ritrattamento e la produzione di Mox.

L'origine. Il Mox trova la sua origine nel nucleare militare. Il processo detto di "ritrattamento" viene attuato per estrarre, a fini militari, il plutonio dai combustibili nucleari esausti, essendo il plutonio l'elemento principale delle armi atomiche. Questa operazione si svolge a Marcoule ed a La Hague. Negli anni '70, la Francia ha deciso un programma molto vasto di " surrégénération". Era stato previsto di costruire decine di reattori del tipo Super-Phenix, che avrebbeero prodotto più plutonio che andava consumato.

I fallimenti industriali ed economici, tanto in Francia che a livello internazionale, hanno avuto ragione di quella scommessa folle. E' in quel momento che nasce l'idea del Mox: una soluzione politicamente corretta per giustificare il ritrattamento, far credere al preteso riciclaggio e oproporre una soluzione di facciata della gestione delle scorie nuclearti.

La produzione. L'impianto di La Hague (Manche) incamera ogni anno circa 1.200 tonnellate di combustibile nucleare esausto proveniente da tutte le centrali francesi. Su queste 1.200 tonnellate, 850 tonnellate in media sono " ritrattate", il resto è stoccato dentro piscine. Queste piscine contengono ad oggi 9.600 tonnellate di combustibile irradiato. Riguardo a quel che è "ritrattato", le installazioni di Areva estraggono il plutonio, cioè circa l'1% della materia globale contenuta nel combustibile nucleare esausto.

La maggior parte di questo plutonio non è utilizzato: 74 tonnellate di questa materia estremamente pericolosa sono attualmente stoccate a La Hague. Una piccola paerte dio questo plutonio è avviata al sito di Marcoule (Gard),nell'impianto Areva di Melox. In questa fabbrica,. È mischiato a dell'uranio nuovo naturale impoverito, questa miscela contiene alla fine circa il 7% di plutonio. E' con questa nuova miscela s che sono fatti gli assemblaggi di combustibile Mox.

L'utilizzo. Sui 58 reattori francesi, tecnicamente solo 28 potrebbero consumare Mox (I reattori con una potenza di 900 MW). Su questi 28 reattori, 22 hanno ottenuto una licenza che li autorizza a funzionare con un terzo del loro combustibile composto da Mox. In questi reattori, Edf non utilizza in pieno questa capacità. La ragione principale: paragonato al combustibile standard all'uranio, il Mox è più instabile e più complicato da utilizzare, il che produce una performance più bassa e dei rischi maggiori in termini si sicurezza.

Il Mox provoca un invecchiamento premature degli impianti ed aumenta il bilancio dosimetrico del personale che lo manipola. Questo combustibile danneggia anche la gestione dei reattori, rendendo molto più lunghi gli "arrêts de tranche " per i la ricarica del combustibile. E' senza dubbio per queste ragioni che Edf non prevede l'utilizzo del Mox nel "dossier d'enquête publique " riguardante l'Epr di Flamanville.

Le conseguenze. La prima conseguenza della produzione di Mox è il trasporto permanente dei combustibili irradiati provenienti dalle centrali nucleari verso l'impianto di La Hague, poi un numero
Considerevole di trasporti di scorie di tutti i tipi verso diversi centri di stoccaggio. Il trasporto più pericoloso e sensibile legato al Mox è il transito settimanale di plutonio puro sulle strade francesi. Ogni inizio di settiman, tra 300 e 450 kg di questo material radioattivo "proliferante ", considerato come il più pericoloso al mondo dall'International atomic energy agency (Iaea), fanno il viaggio tra La Hague e Marcoule, cioè da nord-ovest a sud-est del Paese, su più di 1.000 km.

Il trasporto viene fatto su camion, ognuno dei quali è caricato con 150 kg di plutonio, cioè l'equivalente di 20 bombe nucleari del tipo Nagasaki. La seconda conseguenza è ambientale: il procedimento di estrazione del plutonio crea delle emissioni radioattive atmosferiche e maritime in grande quantità e delle scorie nucleari di ogni categoria. Tra queste scorie si trovano soprattutto scorie dette ad "attività molto alta".

Concretamente, delle scorie estremamente radioattive che sono oggi vetrificate e per le quail non esiste alcuna soluzione di gestione a lungo termine. Il loro periodo di radioattività è di decine di migliaia di anni. A valle del ciclo di utilizzo, lo stesso combustibile Mox usato diventa una scoria nucleare molto più radiotossica, e quindi più complicate da gestire, del combustibile irradiato classico. La terza notevole conseguenza: il rischio di "proliferazione " indotto dalla produzione di Mox. Generando la presenza di plutonio in grande quantità in differenti luoghi del territorio,il rischio che dei terroristi attacchino direttamente questo materiale o che se ne impadroniscano è reale.

D'altronde, la stessa Iaea classifica il Mox materiale di categoria 1, vale a dire materia fissile utilizzabile a fini militari. Infine, la catastrofe di Fukushima ha dolorosamente dimostrato che, in caso di incidenti, la presenza del Mox rende molto più complicate le operazioni di emergenza a causa della sua temperatura di fusione più bassa (dovuta alla presenza del plutonio).

Esportazioni ad un punto morto. Negli anni '90 la Francia era riuscita a vendere il Mox a diversi Paesi in tutto il mondo: Germania, Giappone, Berlgio, Svizzera. Anno dopo anno, questi client spariscono l'uno dopo l'altro, la Germania, il Belgio e la Svizzera hanno deciso di uscire dal nucleare. Per il Giapone, la catastrofe di Fukushima e le difficoltà legate alla presenza di Mox in uno dei reattori danneggiati hanno avuto ragione dell'utilizzo di questo combustibile ricco di plutonio. Edf è quindi oggi la sola utility elettrica che continua ad ordinare del Mox ad Areva.

Un fallimento sociale. Gli impianti di La Hague e di Melox girano al rallentatore. Dimensionati per rispondere ad una forte domanda internazionale, non sono attualmente utilizzate che a circa il 50% della loro capacità. Areva pensa di ridurre drasticamente gli effettivi interessati, come dovrebbe confermare all'inizio di dicembre 2011, durante la pubblicazione del suo piano di ristrutturazione strategica. Gli errori strategici di Areva sfociano oggi in un'impasse per le migliaia di operai impiegati a La Hague ed a Melox. Solo lo sviluppo di una vera filiera di smantellamento e di gestione delle scorie nucleari permetterebbe di assicurare il posto a questi lavoratori del nucleare.

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