[15/11/2011] News toscana

Siccità 2011 in Toscana: situazione sotto controllo, ma servono 1.5 miliardi di investimenti

Le aziende toscane che gestiscono il servizio idrico integrato hanno fatto il bilancio sul periodo siccitoso 2011, che insieme a quello del 2003 è stato il più lungo da 50 anni a questa parte. Nonostante qualche disagio riscontrato nei centri abitati delle aree collinari, la situazione, a detta di Confservizi Cispel Toscana, è stata sotto controllo anche se è va registrato il dato preoccupante dell'aumento del 5% dei consumi di acqua.

«La capacità delle aziende di tenere sotto controllo l'approvvigionamento idrico, vista la situazione climatica eccezionale che si è venuta a creare quest'anno, è il frutto dei grandi investimenti per 1 miliardo di euro fatti negli ultimi 10 anni- ha sottolineato Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana (Nella foto) - Solo alcuni anni fa, e mi riferisco alle grandi siccità del 2003 e del 2007, non sarebbe stato possibile ridurre in questo modo ai minimi termini il disagio per le popolazioni toscane». Scendendo nel dettaglio dei singoli territori, nell'ambito gestito da Publiacqua (Firenze, Pistoia, Prato e una parte del Valdarno aretino) è stato evidenziato che le località collegate al sistema Bilancino - Anconella non hanno avuto alcuna difficoltà. Persistono problemi invece nel Chianti: razionamenti a Panzano e a Montefioralli (comune di Greve) sono state inviate autobotti. Nell'area servita da Acque Spa (Pisa ed Empoli) non si sono manifestati situazioni acute di crisi, anche se in alcune zone collinari della Valdinievole, dove sono operativi piccoli acquedotti isolati che attingono a sorgenti, è stato necessario ricorrere all'intervento delle autobotti. Per quanto riguarda l'area gestita da Asa (sostanzialmente la provincia di Livorno) sono stati registrati disagi (che potremo definire strutturali ndr) all'Isola d'Elba nel periodo di maggiore pressione turistica dove ci sono stati razionamenti.  Anche nelle zone turistiche dove opera Gaia spa (province di Lucca, Massa Carrara e Pistoia) sono state rilevate criticità specialmente per gli acquedotti alimentati da sorgenti e captazioni superficiali che hanno portato disagi ad un popolazione di circa 25mila abitanti.  Nell'aretino Nuove Acque Spa ha informato che le situazioni più critiche si sono verificate nelle zone montuose del Casentino e della Val Tiberina per quanto riguarda i sistemi di approvvigionamento attraverso le sorgenti e la Valdichiana aretina, per quanto riguarda le falde che sono superficiali e quindi hanno risentito della carenza di precipitazioni. Nelle zone della Toscana meridionale servite da Acquedotto del Fiora (Grosseto e Siena), i territori approvvigionati da piccoli acquedotti hanno risentito della sostanziale riduzione della risorsa alla fonte, primo fra tutti il comprensorio del Chianti (comuni di Radda e Gaiole), ma anche alcune zone della fascia costiera (frazioni nel comune di Monterotondo e Massa M.ma) e delle colline maremmane (Roccalbegna).

Complessivamente nelle aree critiche sparse a macchia di leopardo in tutta la regione, le aziende hanno cercato di limitare i disagi sostanzialmente intervenendo con le autobotti,  sistema di emergenza che come noto è piuttosto costoso. Riduzione dei consumi attraverso un piano regionale di conservazione, riuso e riciclo insieme alla tesaurizzazione della risorsa idrica (acque di pioggia) sono le strade da intraprendere nell'immediato futuro. «E' evidente che nei prossimi anni si dovrà proseguire nell'attuazione di ulteriori ingenti investimenti per evitare che la situazione faccia passi indietro o che comunque tenda a peggiorare- ha aggiunto Giuseppe Sardu, presidente di Acque spa e coordinatore delle aziende del servizio idrico - Occorrono altri 1,5 miliardi, apprezzando la decisione recentemente assunta dalla Regione Toscana di coordinare e finanziare le opere strategiche regionali».

Torna all'archivio