[15/11/2011] News

Burden sharing: ecco il decreto che stabilisce gli obiettivi regionali per l'energia rinnovabile

Tra venerdì e sabato scorso l'uscente governo italiano, praticamente immobile (quando non regressivo) in tema di energie rinnovabili, seppur in forte ritardo ha firmato per mano del suo ministro dello Sviluppo due decreti: ‹‹quello che dà il via alle nuove aste per la capacità di importazione di elettricità per il 2012 e quello che spartisce tra le regioni la progressione del ricorso alle fonti rinnovabili (vedi immagine, ndr). All'insegna degli obiettivi vincolanti, dei controlli e delle sanzioni progressive: un "richiamo" a partire dal 2014 e un vero commissariamento delle politiche energetiche previsto per le regioni inadempienti dal 2015›› - come riporta stamani il Sole 24 Ore.

Si tratta del cosiddetto burden sharing. Per quanto riguarda la produzione italiana di energia da fonti rinnovabili (Fer), la direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio stabilisce infatti come ogni stato Ue debba adottare un Piano di azione nazionale (Pan) in merito, con l'Italia che ha l'obbligo, al 2020, di utilizzare il 17% di energia da rinnovabili sul totale dell'energia consumata (non solo elettricità, dunque).
A sua volta, tale percentuale rappresenta un obiettivo da frammentare tra le varie regioni italiane, investite (sempre nell'ottica sussidiaria del burden sharing) della responsabilità di raggiungere collettivamente una copertura dei consumi energetici nazionali da Fer pari al 14,3%: le quote di energia rinnovabile importata da Paesi terzi (comunitari e non) ed il consumo di biocarburanti per il settore dei trasporti, compresi per arrivare al totale del 17%, rimangono di competenza nazionale.

Le regioni che meno avranno da fare per raggiungere gli obiettivi loro spettanti da qui a fine decennio sono le stesse che fino ad ora hanno fatto di più per la sostenibilità della loro sistema energetico: Valle d'Aosta in primis, che dovrà incrementare solo marginalmente la propria produzione/consumo di energia da Fer rispetto all'obiettivo regionale ormai prossimo del 2012, passando da una 51,8% ad un 52,1%, con la Provincia autonoma di Bolzano che segue a ruota (con un salto da compiere dal 33,8% al 36,5%).

Mentre l'insieme delle regioni dovrà partire, complessivamente, da una percentuale pari all'8,2% per arrivare al già citato obiettivo del 14,3%, molte di esse dovrà invece quasi raddoppiare le proprie prestazioni (o più che raddoppiare, come nel caso di Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia), in linea con le proprie, specifiche potenzialità.

Il tutto rientra all'interno dell'europeo Pacchetto clima-energia, del quale il burden sharing rappresenta una declinazione del piano d'azione. Conosciuto soprattutto come "strategia 20-20-20", tale Pacchetto clima-energia è volto a conseguire gli obiettivi attualmente programmati dall'Unione europea in materia per l'inizio del nuovo decennio: tagliare le emissioni di gas serra di almeno il 20% rispetto ai livelli del 1990, raggiungere la quota del 20% di energie rinnovabili nel totale dei consumi energetici dell'Unione al 2020, aumentare l'efficienza energetica in modo da centrare un risparmio energetico del 20% rispetto alle proiezioni di consumo Ue al 2020.

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