[15/11/2011] News

Fuori controllo lo sversamento petrolifero al largo del Brasile

Secondo quanto scrive il Jornal do Brasil, la Chevron Brasil Upstrem ha ammesso di non riuscire a mettere sotto controllo e contenere un grande sversamento petrolifero da una piattaforma offshore in acque profonde, 1.200 metri, nell'area di Bacia de Campos, a 370 km dalla costa di Rio de Janeiro. La Chevron ha avviato le procedure per chiudere ed abbandonare il pozzo petrolifero. Il pozzo fa parte di un'estesa concessione petrolifera, la Frade di 154 km2, con un investimento da 2,5 miliardi di dollari,  entrata in produzione nel 2009  e che produce 50,000 barili al giorno. La concessione Frade, sia per la sua profondità che per il greggio molto pesante, è stata spesso criticata ed anche la sua redditività è stata più volte messa in discussione. L'attuale progetto prevede la realizzazione di ben 19 pozzi ad alta profondità che scaricano il greggio estratto su navi Floating, production, storage, and offloading (Fpso), con l'obiettivo di arrivare a 100.000 barili al giorno.

Secondo un comunicato della multinazionale petrolifera, la marea nera è a 120 km dalla costa del municipio fluminense di  Campos ed è ancora al largo. Diciotto imbarcazioni della Chervron e di altre imprese petrolifere stanno operando nell'area dell'esteso sversamento per cercare di contenerlo, e le operazioni prevedono la raccolta del greggio e l'utilizzo di disperdenti.

L'Agência nacional do petróleo, gás Natural e biocombustíveis (Anp) ha approvato il piano di abbandono del sito di trivellazione presentato dalla Chevron Brasil Upstrem che prevede come prima tappa l'utilizzo di fango "pesante" per soffocare il pozzo petrolifero e, in un secondo tempo, di cementarlo definitivamente.

La probabile fonte dello sversamento è un pozzo già chiuso preventivamente il 9 novembre, Secondo stime della Chevron nell'oceano Atlantico sono finiti tra i 400 ed i 650 barili al giorno, ma per l'Anp lo sversamento sarebbe più ridotto: tra i 200 e 330 barili al giorno. Quello che è certo è che ieri la marea nera copriva 163 km2, «Circa la metà della baia di Guanabara», fa notare il Jornal do Brasil.

La dinamica dell'incidente somiglia terribilmente, se si esclude l'esplosione ed il naufragio della piattaforma, a quello della Deepwater Horizon della Bp avvenuto nel 2010 nel Golfo del Messico, una "falla" in acque profonde che ha provocato il più grande disastro ambientale della storia Usa.

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