[08/11/2011] News toscana

Disastro all'Elba: ripensare il modello di sviluppo basato sul cemento

Questo è il momento del dolore per un lutto che ha colpito anche soci di Legambiente, della solidarietà con i feriti ed i cittadini di Marina di Campo che hanno visto le loro vite sconvolte da un'ondata di fango di un evento concentrato ma che i dati meteorologici ci dicono non essere stato estremo, e il momento del sostegno e del ringraziamento agli uomini ed alle donne della Protezione Civile, compresi i soci di Legambiente presenti da subito sui luoghi del disastro, e delle Forze dell'Ordine che stanno lavorando instancabilmente, dopo verrà il momento per capire il perché e per porre rimedio senza ripetere gli errori del passato.

Quello che è però evidente è che il nubifragio ha colpito gli stessi luoghi del 2002, trovando ancora più cemento.

Le drammatiche immagini della Piana di Marina di Campo allagata, i muretti abbattuti in un lungomare occupato fino alla spiaggia, con i fossi e le foci che si riprendono gli stessi spazi del 2002 ritolti loro da asfalto e cemento; le solite immagini di Procchio, dove lo scheletro dell'ecomostro simbolo di "Elbopoli" è testimone di un disastro urbanistico perpetrato prima e dopo l'alluvione del 2002, di fossi intubati e "dimenticati" per favorire interessi privati; le immagini della spiaggia più famosa dell'Elba, Cavoli, devastata dai fossi che si sono ripresi il loro posto mangiando parcheggi e cemento; i cosiddetti recenti "Piani di edilizia economica e popolare " (Peep) finiti sott'acqua nella disperazione delle famiglie campesi che li abitano davvero circondate da porte e finestre chiuse che si aprono solo per soggiorni o affitti estivi... sembrano il triste album di disastri annunciati, la sconsolata fila di una serie di denunce pubbliche che Legambiente Arcipelago Toscano ha fatto insieme a molti cittadini, spesso accolte con fastidio, sempre sottovalutate e trattate con noncuranza, ignorate a grande maggioranza dalla politica e dai Consigli Comunali. Come se la cura del territorio e la sua messa in sicurezza non fossero il primo compito della buona amministrazione.

Questo è il momento del lutto e del lavoro, della solidarietà e del coraggio, a noi non interessa trovare il "colpevole" e sappiamo che le nuove Amministrazioni di Campo nell'Elba e di Marciana hanno ricevuto in eredità questi gravi problemi, a Legambiente interessa trovare i responsabili: chi ha responsabilità di mettere finalmente in sicurezza territori fragili, resi pericolosi dalle scelte sbagliate del passato e dall'edilizia "contrattata" che tracimano nel presente.

A Legambiente Arcipelago Toscano interessa che, quando saranno asciugate le lacrime, il fango la disperazione e la rabbia, non si concedano nuove licenze edilizie come se nulla fosse accaduto, non si metta nuovamente "in sicurezza" solo per far costruire ancora di più nelle aree allagate,
A Legambiente interessa che, seguendo la scia dell'acqua assassina e delle ruspe dei soccorritori, questa volta si risanino le ferite del territorio, si ripensino le politiche urbanistiche ed un idea distorta dello "sviluppo" basata sulla rendita del cemento, mettendo al centro non l'interesse privato ed elettorale, ma la tutela dei beni comuni e l'interesse pubblico.

Torna all'archivio