[04/11/2011] News

Nitrati, deroga a Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto

In Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto potrà essere utilizzato l'azoto per l'allevamento, ovviamente in ridotti quantitativi. L'Ue ha concesso alcune settima fa all'Italia la deroga alla direttiva sulla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole.

La deroga richiesta riguarda l'intenzione dell'Italia di consentire, nelle regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, l'applicazione fino a 250 kg di azoto per ettaro per anno da effluenti bovini e da effluenti suini trattati in aziende agricole con almeno il 70 % di colture con stagioni di crescita prolungate e con grado elevato di assorbimento di azoto.

Si stima che in tali regioni vi siano circa 10.313 allevamenti di bovini e 1.241 allevamenti di suini potenziali beneficiari della deroga, corrispondenti rispettivamente al 15,9 % e 9,7 % degli allevamenti complessivi di bovini e suini nelle stesse regioni, al 10,7 % della superficie agricola utilizzata, al 29,1 % dei bovini da latte e al 49,3 % dei suini nelle medesime regioni.

Le regioni possiedono oltre il 70% del patrimonio zootecnico in Italia: in particolare, il 67,1 % dei bovini da latte, il 60,6 % degli altri bovini, l'81 % dei suini e il 79,4 % degli avicoli. Le superfici prative, il mais, l'insilato di mais e i cereali vernini invece, occupano circa il 53 % della superficie agricola totale in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto.

I dati relativi alla qualità dell'acqua presentati nella richiesta italiana mostrano che nell'89% delle acque sotterranee nelle regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, la concentrazione di nitrati è inferiore a 50 mg/l, mentre il 63% presenta una concentrazione di nitrati inferiore a 25 mg/l. Per quanto riguarda le acque superficiali, la concentrazione media di nitrati è inferiore a 25 mg/l in oltre il 98 % dei siti di monitoraggio e in nessun caso supera 50 mg/l.

Non a caso i dati relativi ai capi di bestiame per il periodo 1982-2007 evidenziano una tendenza alla diminuzione, mediamente pari al 20% nelle quattro regioni. Mentre nel periodo 1979-2008 è diminuito il consumo di azoto chimico e di fertilizzanti a base di fosforo minerale; il consumo di quest'ultimo è stato ridotto del 70%.

E' la direttiva europea del 1991 che prevede la possibilità di allontanarsi dai parametri fissati ma a certe condizioni. Quindi, se il quantitativo di effluente di allevamento per ettaro per anno che uno Stato membro intende applicare non corrisponde a quello indicato dalla direttiva il quantitativo deve essere giustificato in base a criteri oggettivi, come stagioni di crescita prolungate e colture con grado elevato di assorbimento di azoto. E anche in maniera tale da non pregiudicare il conseguimento degli obiettivi della direttiva cioè ridurre e prevenire l'inquinamento delle acque causato - direttamente o indirettamente - dai nitrati di origine agricola.

Quindi, per tutelare la salute umana, le risorse viventi e gli ecosistemi acquatici e per salvaguardare altri usi legittimi dell'acqua è necessario prendere provvedimenti (non solo statali ma anche comunitari dato che in uno Stato membro si ripercuote sulle acque di altri Stati membri) riguardanti l'uso in agricoltura di composti azotati e il loro accumulo nel terreno e riguardanti talune prassi di gestione del terreno.

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