[03/11/2011] News

Bellona: ecco cosa succede a Fukushima. «Nuovi pericolosi sviluppi»

Dopo che la Tokyo electric power (Tepco) ha rivelato i segni di una reazione nucleare a catena nel reattore 2 (Nella foto) della centrale di Fukushima Daiichi e la presenza di sostanze radioattive e xenon, con il rischio di ulteriori emissioni radioattive, il mondo si è nuovamente preoccupato per il disastro nucleare ancora in corso in Giappone. Anche se la Tepco e il governo ripetono che la situazione è sotto controllo, gli ambientalisti e gli scienziati dicono che le tracce di fissione nucleare dimostrano che la situazione a Fukushima è ancora molto rischiosa e che reazioni a catena potrebbero verificarsi negli altri reattori della centrale colpita dal terremoto/tsunami dell'11 marzo.

Nils Bøhmer, fisico e direttore dell'Ong norvegese/russa Bellona e Komei Hosokawa, capo del Dipartimento ricerca ambientale e sociale della Kyoto Seika University,spiegano che « Un evento di fissione comporta la scissione degli atomi, che, nel caso di isotopi di uranio, possono dare origine a una reazione a catena incontrollata e ad emissione di radiazioni. I gas xenon-133 e lo xenon 135 sono stati rilevati nel secondary containment  del reattore n.2. la presenza di questi gas indica che una recente fissione nucleare in atto tra le calde rovine delle barre di combustibile fuso sul fondo del contenitore. Questo indica chiaramente che una reazione nucleare a catena sta accadendo in uno dei reattori, è un segno molto brutto».

Bøhmer ha ricordato che «La Tepco aveva detto che la situazione sarebbe stata stabile entro 9 mesi dopo l'incidente. Una qualsiasi reazione incontrollata a catena in corso non è un'indicazione di un rettore stabile, e si potrebbe dover affrontare un periodo molto più lungo di instabilità fino a quando i reattori non saranno sicuri».

«Un dirigente della Tepco ha confermato un cosiddetto incidente "partial re-criticality" nel reattore 2 -  ha detto Hosokawa - Il termine "partial re-criticality"  è una nuova vaga parola della spin practice della Tepco. Il  gas radioattivo rilevato presso il reattore, inclusi xenon-131m e krypton-85, sono probabilmente i probabili resti delle reazioni a catena che si sono verificati subito dopo il terremoto e lo tsunami».

La Tepco sperava di portare i reattori di Fukushima Daiichi ad un arresto a freddo entro la fine dell'anno, ma la prova di una reazione a catena potrebbe ritardare la data dello spegnimento. L'autorità nucleare giapponese dice invece che questo non avrà effetto sui programmi di messa in sicurezza e che i reattori verranno tenuti al di sotto dei 100 gradi Celsius pompando acqua di mare.  Hosokawa non è assolutamente d'accordo: «La Tepco finora ha sostenuto che sull'uranio fuso si era formata una massa ovale con una crosta in raffreddamento. La loro roadmap per l'arresto a freddo, se mai, si basa su questa condizione. Ora che propongono tranquillamente punti di vista diversi per quanto riguarda la condizione del combustibile nucleare, la roadmap vision  non può restare intatta».

La notizia di una recente reazione a catena fa seguito ad un rapporto dell' Atmospheric Chemistry and Physics journal che sostiene che il fallout radioattivo dopo la catastrofe di Fukushima potrebbe essere stato sottostimato di ben l'80%. Il rapporto sostiene la contaminazione di cesio-137 dei dati ufficiali rappresenta circa solo il 19% delle radiazioni ricadute sul territorio del Giappone, il resto si sarebbe disciolto nel Pacifico, ma solo il 2% del cesio da Fukushima raggiungerà coste straniere. Un rapporto analogo del Norwegian Institute for Air Research della settimana diceva che le emissioni di cesio-137 dalla centrale erano il doppio di quanto detto all'inizio e che il fallout ha raggiunto circa il 40% di quello di Chernobyl. Tepco e Nisa si sono rifiutate di commentare gli studi.

La Tepco ha iniziato immediatamente ad iniettare acido borico nel reattore 2 per evitare la fissione e anche i reattori 1 e 2 sono rischio, visto che hanno il nocciolo danneggiato. Quello che è certo è che il disastro nucleare di Fukushima è quello che ha scaricato più materiale radioattivo nell'oceano di tutta la pericolosa avventura nucleare dell'umanità: secondo l'Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire (Irsn),  finanziato dal governo francese, il cesio radioattivo scaricato in mare dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi sarebbe 30 volte più alto di quanto detto dalla Tepco. Lo studio oceanico stima che 27.000 terabecquerels di cesio 137 si sono riversate nell'Oceano Pacifico dalla centrale.

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