[02/11/2011] News toscana

Eolico: la Toscana come dottor Jekill e mister Hyde

L'assurdità di una Regione che da una parte invita a produrre, dall'altra lo vieta

Il recente forte confronto sull'eolico tra Legambiente e l'assessore all'Ambiente della Regione, mi sollecitano ad intervenire: sono infatti imprenditore del settore da 20 anni, e prima ancora dirigente del movimento antinucleare emiliano (da tempo trapiantato in Toscana).

Anche nel mio caso la personale scelta di lavoro è infatti stata la sintesi logica e, ritengo, coerente conseguenza dell'impegno ecologista e delle competenze tecniche acquisite nel settore energetico e che mi ha portato a lavorare per 3 dei 4 impianti eolici costruiti finora in Toscana.

Quello che colpisce del dibattito è che di fronte alla denuncia di Legambiente del NO a tutti i recenti progetti eolici, l'Assessore Regionale all'Ambiente abbia risposto con i numeri degli impianti eolici autorizzati e/o realizzati.

Questi numeri non sono lontani dal "vecchio" obbiettivo dei 300 MW stabilito dal P.E.R (piano energetico regionale) di cui sono stato ideatore ed estensore nel 1998.
Eravamo nel secolo passato!

Gli attuali impegni di riduzione della CO2 dall'Italia non sono certo quelli della fine del secolo scorso e dunque questo obbiettivo non può essere l'orizzonte della Regione che invece è tenuta a contribuire agli obbiettivi europei e nazionali del 2020.

Un secolo e molte alluvioni dopo.
Rispetto all'eolico basta allora ricordare che più recenti Piani Energetici Provinciali ci indicano che le potenzialità reali di una sola Provincia (Firenze) - al di fuori delle aree protette (poichè nessuno vuole una deregolamentazione ) è pari a una volta e mezza il "vecchio" obbiettivo dei 300 MW relativo all'intera Regione, obbiettivo che risulta evidentemente del tutto inadeguato.

Si badi che il problema non non è meramente politico (e tanto meno tecnico): centinaia di cittadini in questa regione hanno investito tutte le loro risorse ed intelligenze proprio scommettendo sugli impegni e sugli obbiettivi di risanamento ambientale posti in sede internazionale, nazionale e regionale.

Una somma di leggi, norme e tariffe che andavano indiscutibilmente nella direzione di agevolare e diffondere anche in questa regione i piccoli e medi impianti da fonte rinnovabile.

Questo è ancora piu vero nel momento in cui la stessa Regione si è esplicitamente dichiarata contraria agli impianti nucleari nel proprio territorio. L'inevitabile conseguenza di questo non potrà dunque essere altro che una miriade di piccoli e medi impianti eolici, FV, ecc. diffusi nella regione dove ve ne saranno le potenzialità concrete, in sostituzione delle attuali poche e grandissime centrali a petrolio/carbone o nucleare.

Ho imparato tanti anni fa, ad Architettura e Urbanistica, che il paesaggio non è una fotografia immutabile nel tempo, ma è in continua evoluzione e quello che compete al governo (regionale) non è una conservazione, impossibile nel suo complesso, ma il governo della sua trasformazione.

E' fuori della storia l'approccio conservatore e negativo, diffuso tra i decisori pubblici, nei confronti dell'energia eolica e delle rinnovabili, perchè lo sviluppo rapido delle rinnovabili non è solo una scelta ben meditata, consapevole, sancita da indirizzi della UE e da leggi dello Stato a cui tutti devono attenersi, ma anzi di una grande occasione per superare un sistema economico e produttivo che non regge più e non è accettabile ed accettato dai cittadini.

Bisognerebbe avere infatti la consapevolezza che, anche a causa di questo approccio conservatore alle rinnovabili, la crisi economica in italia ma pure in toscana è più pesante che nel resto dell'europa: in questi ultimi 10 anni il settore delle energie rinnovabili in europa e nel mondo è quello che ha registrato i maggiori tassi di crescita nei fatturati e nell'occupazione, e sempre a due cifre, anche dopo la crisi finanziaria del 2008.

In Italia invece quest'anno si avrà nell'eolico un calo stimato del 30%, grazie ad un governo nazionale coerentemente nuclearista che ha tolto ogni certezza agli investimenti nelle rinnovabili, ma pure grazie a troppi governi regionali conservatori che hanno bloccato il settore (gli impianti installati in Toscana come in Emilia, Marche Umbria si contano sulle dita di una mano mentre le potenzialità sono decine di volte maggiori), mentre nel sud si è avuto qualche caso nel complesso comunque molto positivo (Puglia), e molti esempi di chiusura e malaffare (come in Sicilia e Sardegna).

In proposito è curioso il richiamo continuo ai comitati contrari all'eolico: è infatti naturale che su tutte le questioni pubbliche vi siano posizioni a favore come pure contrarie, così è anche con l'eolico.
Ma allora non si comprende perchè siano invece ignorate le ragioni dei tanti comitati locali contrari, per esempio, all'alta velocità o alle autostrade.

Le infrastrutture viare sono belle e quelle energetiche brutte?

Al di là dei comitati locali, bisognerebbe allora puntare alla corretta informazione e al coinvolgimento di tutti i cittadini, e questo è gia successo concretamente solo in alcuni referendum locali Toscani in cui mediamente ben l'80% dei voti sono andati a favore dell'eolico.

Propongo quindi esplicitamente all'assessore Bramerini che per diffondere ancora la partecipazione sia imposto il ricorso, per tutti i progetti di grande eolico, alla positiva e finora poco applicata Legge regionale 69 sulla partecipazione, in modo che ci sia un percorso veramente condiviso e non solo determinato dal rilievo che i giornali danno alle lobby ed ai comitati.

Della Regione Toscana colpisce e preoccupa l'ambivalenza per cui da una parte parla ed agisce concretamente in favore della "green economy" e quindi, pur nella crisi finanziaria, i fondi di garanzia regionali per nuove aziende delle rinnovabili sono stati mantenuti e sono importantissimi, ma dall'altra blocca tutti i progetti e viene mantenuta nella pianificazione degli enti locali una selva di divieti e norme che le linee guida del 3 ottobre 2010 hanno dichiarato inammissibili, ma che continuano ad esser applicate.

Una sorta di illegalità istituzionale diffusa. E tranquillamente tollerata dalla Regione Toscana. Insomma la Regione aiuta a produrre aerogeneratori e poi ne ostacola l'installazione.

Alcuni casi si potrebbero segnalare al Vernacoliere, come quello della provincia di Grosseto che vieta il mini eolico sui crinali principali (sarebbe come dire che i pannelli solari non si possono esporre al sole) o del Comune di Rosignano che dice no ad una Cooperativa che voleva installare un impianto minieolico a 100 m dalla Solvay con la motivazione di un intollerabile impatto visivo.

In altri casi si sono perse grandi opportunità come è stata quello di una grande azienda eolica europea interessata ad aprire uno stabilimento di produzione su licenza in Toscana ma che è stata scoraggiata perchè la priorità era quella di una presunta e malintesa difesa del paesaggio.

Le conseguenze di tutte queste vicende sono ora durissime, perchè le aziende si vedono costrette, "grazie" a questi generalizzati dinieghi anche a mettere i dipendenti in cassa integrazione.
Le difficoltà mordono sempre più chi lavora e ancor più chi non ha lavoro e gli imprenditori (ma non sono tutti) si indebitano, investono e rischiano del proprio.

Come cittadino ho due speranze, quella che le amministrazioni e i funzionari pubblici applichino le leggi (non sembri una provocazione, è veramente un auspicio !) e che la politica sia pienamente coerente nell'agevolare un sistema energetico fondato sulle energie pulite.

Come imprenditore del settore rinnovo l'invito ad un confronto della Regione con il settore delle rinnovabili e dell'ambientalismo e propongo che, in sintonia con la legislazione vigente, sia consentita almeno l'installazione di impianti di mini eolico in tutte le aree non soggette a vincoli ambientali e paesaggistici con la procedura della comunicazione.

Sarebbe un passo importante per ricomporre le due Toscane, quella che invita a produrre e quella che lo vieta.

* Imprenditore settore eolico

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