[31/10/2011] News

E dopo il big bang? I 100 punti di Renzi dal dire a…lo scrivere

La troppa confusione e gli errori rischiano di vanificare pure una intuizione condivisibile: incentivare i prodotti derivati dalla raccolta differenziata

Siccome a noi più di tutto sta a cuore l'economia ecologica, registriamo con favore che tra le 100 idee del sindaco di Firenze Matteo Renzi, c'è quella relativa a una leva fiscale per il riutilizzo dei materiali differenziati. Si tratta del punto 57: "I rifiuti da problema a risorsa". Dove si spiega brevemente: «Più raccolta differenziata (imporre ai Comuni 50% entro il 2015 e 70% entro il 2020) ma non fine a se stessa: incentivare, anche attraverso la leva fiscale, il riutilizzo dei materiali differenziati, il compost, le materie per produrre nuovi oggetti». Ancorché spiegato non benissimo, in quanto si dovrebbe dire più esplicitamente che è necessario incentivare l'acquisto dei prodotti che ri-utilizzano la materia proveniente dalla raccolta differenziata, è positivo che si tenti di far capire almeno che la raccolta differenziata non è il riciclaggio. Tuttavia c'è un errore che non si può non rilevare. E sta nella parentesi: imporre ai Comuni 50% entro il 2015 e 70% entro il 2020. La legge nazionale (152/06), stabilisce infatti che al 2012 la percentuale salga al 65%, quindi in questa ottica "imporre" ai comuni il 50% al 2015 sarebbe peggiorativa sia per la percentuale sia per i tempi che sono più lunghi della legge in vigore e quindi da respingere in toto. Il modo un po' farraginoso con cui viene posto il tema raccolta/riciclo/incentivi, per quanto ribadiamo fondamentale, e quella che per noi è una topica sulla percentuale, sembrano dimostrare che la questione non è stata trattata con la dovuta professionalità che invece avrebbe meritato.

Segnaliamo poi la proposta per l'energia, piazzata al numero 55: "Incentivi rinnovabili". Ovvero «Annullamento degli incentivi alla produzione elettrica "inquinante" (carbone e inceneritori), e loro impiego delle rinnovabili "vere". Gli incentivi rinnovabili non saranno impiegati solo per l'installazione d'impianti: ci si concentrerà anche sulla ricerca e sulla creazione di una vera filiera industriale». Da capire decisamente meglio poi che cosa significhi: «Si punterà di più sulle tecnologie ancora in sviluppo, come il solare a concentrazione (in alternativa al fotovoltaico) o il vento d'alta quota».

Sinceramente avremmo preferito che queste idee, soprattutto la prima, fossero già state scelte - e magari formulate in modo migliore - dal Pd come fondamenta per un nuovo modello economico all'interno di una più ampia riformulazione dell'economia di mercato, in special modo quella finanziaria. Non si sembra sia infatti ancora maturo, purtroppo, e proprio a sinistra (di quel che resta) che è a questo livello che si determina - se la si vuole - la sostenibilità ambientale e sociale. Anziché essere lasciate a iniziative di singoli, leggi l'idea n°57 dell'iniziativa della Leopolda appunto, o ancora prima la proposta di legge di cui Francesco Ferrante è primo firmatario e di cui abbiamo già, noi solo, parlato (vedi link).

Se quindi pare che si sia capito che con la raccolta differenziata pur fatta (e doverosamente) nel migliore dei modi, non si esaurisce la buona gestione dei rifiuti, che è come dire o ribadire che le bacchette magiche è meglio lasciarle ai prestidigitatori; non è altrettanto chiaro che con la turbofinanziarizzazione in atto dell'economia mondiale non c'è spazio democratico per agire in alcun modo, neppure se avessimo deciso e trovato accordo unanime per una direzione comune. Pensare globalmente e agire globalmente, questo è il punto. E agire nei tempi richiesti dal mercato, oppure - e meglio - frenare quei tempi e riportarli a quelli della riflessione umana e collettiva. Lo abbia già detto: È pensabile che ciò che fa "campare" l'uomo sia completamente in mano ai trader? Qui parliamo di cibo e beni comuni, e questi vanno necessariamente sottratti all'economia finanziaria. Crediamo che questo valesse almeno uno dei 100 punti...

Ma di economia Renzi nei cento punti parla pochissimo e quando lo fa è - per usare un eufemismo - poco convincente: «Un secondo 5 per mille: tassare le transazioni finanziarie per sostenere le organizzazioni no profit. Una proposta è già stata presentata dalla Commissione Europea, ed è venuto il momento di approvarla: la TTF genererebbe 55 miliardi di euro all'anno a sostegno delle attività del terzo settore e avrebbe il significato di riportare la finanza al servizio dell'economia reale e del cittadino». Il problema, greenreport.it lo ha detto fino allo sfinimento, o almeno uno dei problemi - se pensiamo alle commodities e soprattutto a quelle alimentari -  oggi viene ri-evidenziato persino da due analisti finanziari come Alfonso Scarano e Giovanni Bottazzi su Affari&Finanza. «Si stadi fatto creando uno scenario preoccupante in cui la concentrazione degli scambi in pochi ma grandissimi operatori si somma all'opacità delle loro relazioni con le aziende Borsa, ora private, e del loro intimo funzionamento: la microstruttura analitica del mercato? Tale situazione non riesce ad essere monitorata con il dovuto tempismo dagli organi di controllo. Queste istituzioni appaiono sistematicamente ritardatarie nell'intervenire». Se non si recuperano subito questi tempi, siamo davvero nei guai, altro che 5 per mille...

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