[28/10/2011] News

Siamo vicini alla "plastica perfetta" da fonti rinnovabili

Science pubblica lo studio "Linking Models of Polymerization and Dynamics to Predict Branched Polymer Structure and Flow" di un team di ricercatori europei che hanno che ha individuato un nuovo modo di sviluppare la plastica: «Un nuovo "ricettario" aiuterà infatti gli esperti a creare la "plastica perfetta", con proprietà e usi specifici - dice il bollettino scientifico dell'Ue Cordis - Potrebbe cambiare il volto della plastica per sempre».

Lo studio è parzialmente finanziato dal progetto Dynamics of architecturally complex polymers (Dynacopp) che ha ottenuto una sovvenzione Marie Curie "Reti per la formazione iniziale" di circa 3,5 milioni di euro nell'ambito del Settimo programma quadro dell'Ue. Dynacop, che comprende esperti di Italia, Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Olanda Gran Bretagna e Spagna, è diretto dall'università di Leeds e si propone di «Approfondire le conoscenze in merito al comportamento reologico e alle proprietà dinamiche delle miscele di fluidi macromolecolari topologicamente complessi, nonché al loro ruolo nella lavorazione e nelle proprietà delle miscele nano-strutturate».

Il team di ricercatori britannici, olandesi e tedeschi è partito dal lavoro fatto negli ultimi 10 anni da scienziati ed esperti industriali per cercare di migliorare lo sviluppo delle "macromolecole" giganti, componenti base delle materie plastiche, di cui influenzano le proprietà nei processi di fusione, colata e stampaggio.

Ian Robinson di Lucite International, una delle imprese che collabora alla ricerca, ha detto che «Lo studio è un meraviglioso risultato, frutto di anni di lavoro di questo team straordinario, e testimonia della grande etica collaborativa dei gruppi di ricerca britannici e delle aziende globali coinvolti. Con questo approccio, è come se si fosse riusciti a scomporre il Dna della plastica».

«I polietileni a bassa densità (Ldpe) vengono utilizzati per vassoi e contenitori, carrozzerie delle automobili, imballaggi riciclabili e apparecchi elettrici - spiega Chinmay Das del Dow Benelux B.V, Polyethylene Product Research - Finora, gli esperti creavano un composto e solo successivamente trovavano un uso a cui destinarlo, oppure provavano varie "ricette" per vedere quale funzionava meglio. La nuova tecnica permetterebbe all'industria di risparmiare tempo e denaro».

I modelli matematici utilizzati dai ricercatori uniscono due codici computerizzati: «Il primo prevede come fluiranno i polimeri in base ai legami tra le molecole da cui sono formati, il secondo prevede le forme che assumeranno le molecole quando saranno realizzate a livello chimico». Il team, che fa parte del progetto Microscale Polymer Processing, ha utilizzato "polimeri perfetti" sintetizzati e generati in laboratorio per potenziare tali modelli.

Daniel Read della School of Mathematics dell'iniversità britannica di Leeds sottolinea che «Le materie plastiche sono usate ogni giorno da ognuno di noi, ma finora la loro produzione è stata frutto di congetture e del caso. "Questo importante passo in avanti consentirà di sviluppare nuove plastiche in maniera più efficiente e partendo dall'utilizzo che si ha in mente, con benefici per l'industria e l'ambiente».

Tom McLeish, del dipartimento di chimica e fisica dell'università di Durham e responsabile del progetto Microscale Polymer Processing,dice che «Dopo anni di tentativi con "ricette" chimiche diverse che davano vita a pochi prodotti realmente utilizzabili, questa nuova scoperta offre all'industria uno strumento che consentirà di portare nuovi materiali sul mercato in maniera più rapida ed efficiente. Ora che la produzione delle materie plastiche si allontana dai materiali derivati dal petrolio per avvicinarsi a materiali sostenibili e rinnovabili, si può abbandonare il tradizionale approccio per tentativi ed errori: cambiando due o tre parametri nel codice, possiamo adattare le simulazioni ai polimeri ottenuti da fonti rinnovabili».

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