[27/10/2011] News toscana

Acquisti verdi: l'indagine dell'Emilia Romagna, il bando della Toscana

Il Green public procurement (GPP), ovvero l'approvvigionamento di beni e servizi sostenibili da parte degli enti pubblici, è uno strumento utilizzato e diffuso ? La risposta è certamente no! La normativa che disciplina la materia, nonostante nell'ultimo decennio abbia fatto notevoli passi in avanti per incrementare l'utilizzo del GPP, spesso non si è dimostrata efficace, nonostante norme nazionali e regionali, con correlati obblighi e sanzioni per gli enti locali inadempienti.

La mancanza di un adeguato sistema di controllo e d'incentivi mirati, a corredo dei decreti che stabiliscono le quote da raggiungere negli "acquisti verdi" degli Enti, ha comportato uno scarsissimo sviluppo di questo strumento rispetto al risultato atteso. Questo si evidenzia in particolare quando notiamo la mancanza di correlazione, ad esempio, tra la raccolta differenziata dei rifiuti (il mezzo) e il loro riciclaggio, con conseguente re-immissione nel sistema produttivo delle materie prime seconde (il fine).

Una fotografia della situazione attuale è stata fatta dalla regione Emilia Romagna che , insieme ad Ervet (Agenzia regionale per la valorizzazione del territorio) ha presentato i risultati di un'indagine condotta tramite questionario (46 i comuni su 348 e 7 province su 9 coinvolte) sugli acquisti verdi (Green Public Procurement) effettuati dai propri enti locali.

Secondo i dati diffusi, ben il 45% dei comuni intervistati ha fatto un bando verde negli ultimi tre anni per provvedere all'acquisto di beni e servizi ecosostenibili. Se i servizi scontano una maggiore difficoltà legati agli aspetti tecnici dei contratti di appalto, la classifica dei prodotti che sono più acquistati conferma al primo posto la cancelleria (27% per l'acquisto di carta riciclata o ecologica) seguita dalle apparecchiature informatiche (14%), dagli arredi (14%) e dai prodotti alimentari (filiera corta/ bio). In coda alla classifica l'uso di materiali riciclati per edilizia e asfaltature.

Ad orientare le scelte è la parità di prezzo tra un eco-prodotto e un altro analogo di tipo tradizionale: gli intervistati hanno in maggioranza sottolineato come il prezzo sia il principale freno agli acquisti verdi, unito spesso al fatto - superato questo ostacolo - di non riuscire comunque a trovare fornitori per alcune categorie di prodotti o servizi.

Secondo gli intervistati per i bandi di gara la metà degli enti locali utilizza criteri premianti, mentre l'altra metà punta su vincoli obbligatori, scegliendo poi l'offerta più bassa. Alcuni comuni e province hanno poi segnalato la mancanza di competenze necessarie per seguire le procedure di appalto. C'è quindi da lavorare sulla formazione dei funzionari preposti alla realizzazione dei bandi di gara (cambiare procedure consolidate non è facile, ma anzi faticoso); ma anche sul fronte della green economy deve essere mutato il passo, essendo ancora di nicchia la produzione di manufatti ecosostenibili che possa competere con i prodotti tradizionali. 

Per questo - e i recenti bandi per gli acquisti verdi della Regione Toscana per incentivare l'utilizzo di plastica e vetro riciclati lo hanno dimostrato empiricamente - è necessario riallocare le risorse per garantire incentivi economici sul riciclo di materia, così da sostenere i costi per la ricerca e lo start up produttivo, allargando il numero di aziende ed imprese in grado di produrre manufatti ( o parti di prodotti) in competizione con quelli tradizionali.

Il bando regionale scaduto il mese scorso, che finanziava (al 40%) l'utilizzo di plastica riciclata post consumo negli arredi per esterni (ed altri manufatti) dei comuni toscani, ha visto la risposta di 62 amministrazioni comunali, con progetti che hanno superato la disponibilità prevista di 1 milione di euro. Tutto questo con una situazione che tra patto di stabilità e manovre finanziarie stringe d'assedio le possibilità di acquisto delle autonomie locali.

Adesso la Regione Toscana sta predisponendo le comunicazioni per i 62 comuni che hanno partecipato, che provvederanno entro fine anno ad ordinare alle aziende specializzate la produzione dei manufatti realizzati con "Plastica seconda vita/Ri-prodotti in Toscana". Cioè con la plastica riciclata dagli stessi cittadini, che potranno - entro il prossimo mese di giugno- ritrovare come componente base di panchine, fioriere, giochi o contenitori per la raccolta rifiuti nelle nuove aree pubbliche attrezzate

E' ipotizzabile che le amministrazioni che non hanno partecipato, non appena potranno vedere cosa è stato acquistato ad un costo competitivo, non si lasceranno scappare un'analoga opportunità che si dovesse ripresentare per gli "acquisti verdi".

Oltretutto, sul fronte delle risorse disponibili, la regione Toscana è stata la prima (seguita dalla Puglia ma la stessa regione Lazio si sta muovendo in questo senso) a capire la necessità di spostare parte di quanto proviene dall'ecotassa sulla coda della filiera, il riciclo di materia. Non solo perché lo chiede l'Unione Europea con i nuovi indirizzi strategici, ma soprattutto perché diventerebbe assurdo non garantire la re-immissione nel mercato industriale di materiali che con grandi sforzi, da parte di cittadini e aziende specializzate per il riciclaggio, sono prima separati, poi raccolti, quindi selezionati, infine trattati per poi finire la loro vita non in un nuovo manufatto ma... in una discarica.

 

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