[21/10/2011] News

Altro round contro la speculazione, ma c'è il rischio annacquamento

Altro round contro la speculazione. Stavolta è l'Ue che cambiando la Mifid dichiara di voler dare una stretta sugli scambi ad altra frequenza e contro i famosi, o famigerati, derivati. Non solo, la commissione di Bruxelles nella bozza presentata ieri intende predisporre argini, come scrive il Sole24Ore, sull'attività degli speculatori sulle commodity.

Tra le novità c'è la lotta alla strategia high fequency trading, quella degli algoritmi lanciati da macchinette in grado di dare scossoni al mercato anche in assenza di notizie. Greenreport.it più volte si è, nel suo piccolo, scagliato contro questi "trucchetti" in particolare per evidenziare il vulnus tra la capacità di agire dei trader grazie alla turboinformatizzazione dell'economia finanziaria, e i tempi della "politica" che tanto per restare nell'esempio cerca di dare ora il giro di vite ad una pratica che va avanti già da alcuni anni...

Ma se almeno ci si sta avvicinando a contrastare questo che per noi è il cuore del problema dell'economia e quindi anche dell'ecologia, come ci spiega ancora una volta Antonio Tricarico, «c'è tempo per annacquarla ancora per via delle lobby nel consiglio e nel parlamento europeo e comunque il diavolo è nei dettagli e nella eccezioni già accordate dalla commissione. In più riguardo alla direttiva i paesi membri avranno margine di allargare le eccezioni (vedi City di Londra)».

Friends of the Earth Europe (FoEE) - Oxfam - World Development Movement (WDM) Centre for Research on Multinational Corporations (SOMO) - World Economy, Ecology & Development (WEED) CNCD-11.11.11 - Campagna per la Riforma della Banca Mondiale (CRBM) hanno già formulato tutti i loro dubbi in un documento comune dal significativo titolo: «La proposta della Commissione europea per i mercati finanziari non ha i denti».

«Le nuove norme proposte dalla Commissione europea - spiegano - faranno luce sulle scommesse nelle merci alimentari da parte degli operatori finanziari, ma non saranno abbastanza per evitare speculazioni generate dall'alto aumento della volatilità dei prezzi del cibo. La proposta di riforma, che sarà discussa dal Consiglio europeo e dagli Stati membri dell'Ue nei prossimi mesi, permette la limitazione del numero e la dimensione delle scommesse che gli operatori possono fare quando comprano e vendono contratti futures (i cosiddetti 'limiti di posizione') in un tentativo di limitare l'impatto sui prezzi delle materie prime come il grano o la soia, e stringe sui danni del 'trading ad alta frequenza'».

«Tuttavia, la proposta della Commissione manca di affrontare la speculazione sul cibo a testa alta. Questa comprende troppe deroghe, permette agli Stati membri dell'Ue di creare 'soluzioni alternative' ai limiti di posizione e non va abbastanza lontano per reprimere le speculazioni che è separata da domanda e offerta».

Marc-Olivier Herman, consulente di Oxfam International, ha dichiarato: «Il progetto della Commissione europea manca dei denti per la speculazione sulle materie prime. Allo stato attuale, la riforma proposta non è abbastanza robusta per assicurarsi che l'eccessiva speculazione non causi le drastiche oscillazioni di prezzo degli alimenti di base e per dare rotte ai mercati delle materie prime in modo da lavorare per i produttori e i consumatori. Per molte persone nei paesi in via di sviluppo i prezzi dei generi alimentari sono una questione di vita o di morte».

C'è dunque una sola possibilità che quanto spiegato dalle Ong non sia la "fine" di questa manovra e cioè che gli Stati dell'Ue si muovano in direzione opposta a quella delle lobby. Che spingano insomma per una riforma vera. Ma a qualcuno sembra che il dibattito politico, a partire dall'Italia, sia incentrato su questa questione? A noi drammaticamente pare di no.

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