[20/10/2011] News

La Via Campesina alla Fao: «La piccola agricoltura familiare puņ sfamare il mondo. Governi fermi alle dichiarazioni»

«È chiaro che la volatilità dei prezzi è un sintomo del sistema agricolo e finanziario dominante. Per affrontarla, dovrebbero essere messi in atto a tutti i livelli meccanismi di regolazione del mercato e della produzione, così come sarebbe necessario interdire la speculazione sul cibo». A sostenerlo è Javier Sanchez, agricoltore spagnolo, membro di ECVC (Coordinamento Europeo de La Via Campesina).

Una delegazione di agricoltori de La Via Campesina è intervenuto a Roma per la 37a sessione del Comitato Mondiale sulla Sicurezza Alimentare (CFS) della FAO, presentando le sue proposte per risolvere il problema della fame e della sicurezza alimentare nel mondo.

La delegazione - si legge in un comunicato - accoglie con favore la partecipazione strutturale delle organizzazioni della società civile al dibattito in atto presso il CFS. Si tratta di un passo avanti positivo verso una maggiore democrazia e inclusione dei gruppi più colpiti dai fallimenti del sistema alimentare dominante.

Tuttavia, le dichiarazioni dei governi non sono ancora all'origine di scelte politiche concrete, come anche greenreport ha sottolineato ieri (vedi link). I governi sembrano essere pronti ad analizzare i danni provocati dalle politiche neoliberiste, ma ancora non c'è la volontà politica di affrontare il problema alla radice e proporre soluzioni reali.

«Sulle Linee Guida volontarie per la gestione responsabile della terra, della pesca e delle foreste, accogliamo con favore i progressi compiuti nei negoziati, ma l'adozione delle Linee Guida stesse dovrebbe avvenire il più presto possibile. Già ora sono troppi gli agricoltori che sono stati espulsi dalle loro terre - ha denunciato Ibrahima Coulibaly, agricoltore e presidente de la CNOP (Coordinamento Nazionale delle Organizzazioni Contadine del MALI)-. Gli stati devono riconoscere l'urgenza del problema e prendere tutte le misure necessarie a fermare immediatamente questo fenomeno. D'altra parte sarebbe necessario che fossero messe da parte una volta per tutte le iniziative volte a legittimare la massiccia acquisizione di terre -il land grabbing-, come i principi sugli investimenti Agricoli Responsabili (RAI) promossi dalla Banca Mondiale. Dovrebbe altresì essere chiaro che le acquisizioni di terra su vasta scala non rappresentano un investimenti in agricoltura, bensì l'avidità delle corporation a scapito dei più deboli».

È inoltre importante che le analisi e le posizioni assunte dal CFS siano coerenti con le politiche regionali e nazionali.

«Le politiche agricole devono garantire la regolazione dei mercati e della produzione, così come prezzi remunerativi per i produttori. L'attuale proposta di riforma della Politica Agricola Comune in discussione in Europa, e il Farm Bill degli Stati Uniti, invece - ha dichiarato Xavier Delwarte, un rappresentante contadino belga -, sono fortemente orientati all'esportazione e sostengono quindi un modello di produzione industriale. Gli impatti negativi di questo modello industriale sono alti e colpiscono tutti quanti, nessuno escluso».

«Gli agricoltori di piccola scala, i pescatori tradizionali e gli altri piccoli produttori di cibo hanno la soluzione per sfamare il mondo. Le politiche agricole basate sui principi della sovranità alimentare sono la sola via d'uscita alle sistemiche crisi alimentari. Mentre le politiche neo-liberiste supportano le multinazionali, ora è arrivato il momento di sostenere i produttori e i consumatori» ha ribadito Henry Saragih, coordinatore internazionale de La Via Campesina.

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