[18/10/2011] News

Ricerca e sviluppo: le grandi imprese Ue aumentano gli investimenti, ma non quanto i concorrenti

Nemmeno un'impresa italiana tra le prime 50

La Commissione europea ha presentato oggi il "Quadro di valutazione 2011 dell'Ue sugli investimenti nella ricerca e sviluppo industriale" che evidenzia che «Gli investimenti R&S delle maggiori imprese Ue hanno registrato una forte ripresa nel 2010, con una crescita del 6,1% a seguito di una diminuzione del 2,6% nel 2009. Tuttavia, i dati relativi alle 1400 maggiori società mondiali rivelano che nel complesso le imprese Ue rimangono indietro rispetto ai principali concorrenti degli Stati Uniti e di taluni Paesi asiatici per quanto riguarda la crescita in R&S».

Il Quadro di valutazione sugli investimenti R&S viene pubblicato ogni anno dalla Commissione europea (DG Ricerca e innovazione e Centro comune di ricerca) e «Fornisce informazioni sulle 1.400 società più importanti del mondo (400 basate nell'UE e 1 000 nei paesi terzi) classificate secondo gli investimenti realizzati in R&S. Esso misura il valore totale del loro investimento complessivo in R&S, indipendentemente dal luogo dove tali attività R&S si svolgono».

Le 1.400 società elencate nel quadro di valutazione impiegavano più di 40 milioni di persone nel 2010, il che rappresenta un aumento del 3% rispetto al 2009. Un'analisi delle tendenze degli ultimi otto anni indica che la crescita dell'occupazione nei settori a forte intensità di R&S è in genere più elevata che in altri settori e risente meno della crisi economica.

L'Unione dell'innovazione è una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e vuole fare dell'Ue «Una protagonista nel mondo della scienza e rimuovere gli ostacoli all'innovazione, quali il costo dei brevetti, la frammentazione del mercato, la lentezza della normalizzazione e la carenza di competenze, che attualmente impediscono alle idee di giungere rapidamente sul mercato. Essa mira inoltre a rivoluzionare i modo in cui i settori pubblico e privato collaborano tra loro, in particolare tramite partenariati per l'innovazione tra le istituzioni europee, le autorità nazionali e regionali e le imprese».

Nel 2010 la tendenza è stata generalmente positiva: gli investimenti mondiali in R&S sono aumentati del 4%, con una forte ripresa dopo il calo dell'1,9% del 2009. Le 50 imprese più grandi del mondo per investimenti R&S comprendono 15 società europee,  18 imprese Usa e 13 imprese giapponesi.  Ai primi due posti ci sono due multinazionali farmaceutiche: la svizzera Roche (7,2 miliardi di euro) e l'americana Pfizer (7 miliardi di euro).  Il principale investitore in ricerca e sviluppo dell'Ue è la Volkswagen (6,3 miliardi di euro ), sesta in classifica, seguita da Nokia (undicesima con 4,9 miliardi), Daimler (tredicesima con 4,8 miliardi) e Sanofi-Aventis (quattordicesima con 4,4 miliardi). Nelle prima 50 imprese per investimenti in R&S non ce n'è neanche una italiana.

La Commissione spiega che «Più di due terzi degli investimenti in R&S delle società presenti nel quadro di valutazione Ue  proviene dalle imprese situate nei tre Stati membri più grandi con le imprese tedesche che registrano la crescita più alta in un anno (8,1%). Ciò è dovuto principalmente ad alcune imprese automobilistiche (Daimler, Volkswagen e Bmw). La crescita degli investimenti in R&S delle imprese del Regno Unito è aumentata del 5,8%, vicino alla media Ue, a fronte del 3,8% delle imprese francesi».

Negli altri Stati membri gli altri grandi operatori con le più alte percentuali di crescita di investimenti in R&S sono Novo Nordisk (27,3%) e Vestas (49,8%) in Danimarca e Banco Santander (56,3%), Telefonica (16%) e Amadeus (33,2%) in Spagna.  Il rapporto fa anche alcuni esempi di successo e  con ottimi risultati e  in rapida crescita nel  2010: Tom-Tom (Olanda) nel settore delle apparecchiature elettroniche, Autonomy (Gran Bretagna) e Gameloft (Francia) nei software e Morphosys (Germania) nelle biotecnologie.

La commissaria europea per la ricerca, l'innovazione e la scienza, Máire Geoghegan-Quinn, ha detto presentando il  Quadro di valutazione: «La ripresa degli investimenti in R&S da parte delle imprese UE è un segnale positivo per la promozione e la crescita dell'occupazione attraverso l'innovazione in Europa che noi sosteniamo. Tuttavia, il fatto che siamo ancora indietro rispetto ad alcuni concorrenti a livello mondiale dimostra che le condizioni per le imprese devono migliorare ulteriormente, in linea con gli obiettivi dell'Unione in fatto d'innovazione. Abbiamo bisogno di una rapida adozione e attuazione delle recenti e future proposte della Commissione sul brevetto unico, sulle norme, sugli appalti pubblici e sul capitale di rischio».

Infatti, le imprese Usa hanno avuto un risultato migliore dell'Ue nel 2010, con una crescita di investimenti in R&S del 10% (dopo un calo del 5,1% nel 2009). In alcuni Paesi asiatici le imprese  hanno continuato a registrare una crescita molto forte degli investimenti R&S: «Il 29,5% per le società cinesi e il 20,5% per le società della Corea del Sud».

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