[17/10/2011] News

Obiettivi del protocollo di Kyoto: Italia in ritardo

Quando si tratta di raggiungere obiettivi ambientali, il nostro paese è sempre in ritardo e tra gli ultimi della fila: purtroppo non costituiamo eccezione nemmeno per gli obiettivi del protocollo di Kyoto. Secondo i dati preliminari dell'Agenzia europea per l'ambiente, l'Italia finora ha fermato i suoi tagli della CO2 al 4,8% rispetto ai livelli del 1990, contro la riduzione del 6,5% sottoscritta nell'ambito del protocollo.

Il risultato non ci meraviglia con un ministero dell'Ambiente senza peso che sta per essere ulteriormente depotenziato. Il "problema" è che facciamo parte dell'Unione europea, e con il nostro risultato che ci vede in ritardo nel tagliare le emissioni di CO2 (siamo in compagnia di Austria e Lussemburgo) c'è il rischio di compromettere il raggiungimento dei target stabiliti dal vecchio continente (il famoso 20-20-20).

«Questi tre paesi devono accelerare il passo per centrare gli obiettivi- ha dichiarato Jacqueline McGlade, direttore dell'agenzia Ue per l'ambiente - In ogni caso, qualsiasi opzione intendano adottare, sarà necessario un budget adeguato per assicurare il rispetto degli impegni». Qualora l'Italia dovesse mancare l'obiettivo, il destino è sempre il solito: si ritroverà davanti alla Corte di giustizia europea e dovrà pagare delle multe.

Intanto l'Unione europea guarda avanti: durante l'ultimo Consiglio dei ministri in Lussemburgo ha deciso di aprire all'ipotesi di una seconda fase di Kyoto, a patto che duri al massimo fino al 2020 e a condizione che costituisca solo una fase di transizione per un accordo a livello globale, con una road map concreta.

I sostenitori del Kyoto 2 (Francia, Spagna, Belgio, Romania, Bulgaria ed Estonia), hanno dovuto fare un passo indietro, mentre l'Italia (già ora in affanno) è soddisfatta: «Sono state recepite le richieste italiane relative alla definizione della durata massima del secondo periodo di Kyoto, che non dovrà andare oltre il 2020 e dovrà rappresentare una fase di transizione verso l'accordo globale» ha dichiarato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo.

Sempre in tema di emissioni di gas serra in atmosfera, la Commissione europea ha deciso di aprire una consultazione per rafforzare le misure in vigore contro l'emissione di fluorurati. Questi gas industriali impiegati per condizionatori, refrigeratori, estintori, in elettronica, prodotti farmaceutici e cosmetici, hanno un forte impatto in termini di riscaldamento globale.

«Il regolamento dell'Ue sui gas fluorurati - ha sottolineato il commissario Ue al Clima, Connie Hedegaard - ha modificato con successo una tendenza all'aumento nelle emissioni e incentivato un'innovazione tecnologica. Ciononostante, per arrivare ad una transizione per una economia europea a basso contenuto di carbonio entro il 2050 occorre un'azione ambiziosa per tagliare le emissioni in tutti i settori».

Secondo alcune stime, l'Ue potenzialmente potrebbe arrivare a tagliarne i due terzi, semplicemente sostituendoli con sostanze alternative innocue per l'ambiente ma è necessario un impegno più stringente. A tal fine è stata aperta una consultazione pubblica per tutti gli interessati che rimarrà attiva fino al 19 dicembre. «Dopo la consultazione pubblica intendo proporre nuove misure legislative il prossimo anno» ha concluso Hedegaard.

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