[13/10/2011] News

L'Australia approva la carbon tax. Un'iniezione di fiducia per il summit Unfccc di Durban

Il piano dell'Australia per fissare un national carbon price ha superato l'ostacolo più difficile, quello della Camera che ha votato a favore, segnando una importante vittoria per il governo laburista di minoranza di Julia Gillard.

Il governo Gillard, in forte calo di consensi secondo i sondaggi, ha sfidato apertamente la lobby energetica e mineraria australiana appoggiata dall'opposizione liberaldemocratica e, a partire da luglio 2012, imporrà una carbon tax sui 500 più grandi inquinatori del Paese, poi nel 1015 l'Australia passerà ad un carbon trade scheme sul modello dell'Ets dell'Ue o di quello già adottato dal governo di centro-destra della Nuova Zelanda.

«Oggi è un giorno significativo per gli australiani e gli australiani del futuro che vogliono vedere un ambiente migliore - ha detto la Gillard prima che la legge passasse per soli 2 voti: 74 si e 72 no, e com il sostegno determinante dei Grens Australia e degli indipendenti.
Adam Bandt, l'unico deputato eletto dai Verdi alla camera e portavoce per l'innovazione, industria, scienza e la ricerca degli Australian Greens ha sottolineato: «Gli elettori di Melbourne hanno reso possibile questo risultato storico. Votando green, hanno messo in moto l'azione sul cambiamento climatico. Grazie agli elettori di Melbourne, in Australia inizieremo a tagliare l'inquinamento, creando posti di lavoro nelle industrie pulite e proteggendo le foreste e le terre produttive».

Si tratta di una vera e propria svolta anche rispetto alla Conferenza delle Parti dell'Unfccc che si terrà a Durban dal 28 novembre: l'Australia è il più grande esportatore di carbone del mondo e, anche se rappresenta "solo" circa l'1,5% delle emissioni globali,è il Paese del mondo con le maggiori emissioni di gas serra procapite proprio perché dipende per l''80% dal carbone per produrre la sua energia elettrica.

La legge sulla carbon tax prevede anche finanziamenti per 300 milioni di dollari in aiuti all'industria siderurgica e ora deve passare al Senato, dove il voto è previsto a metà novembre, ma nella Camera alta i laburisti e i Verdi hanno una comoda maggioranza.

Il carbon price è un elemento centrale nel piano del governo per tagliare le emissioni di gas serra del 5% entro il 2020 rispetto ai livelli raggiunti nel 2000. L'opposizione conservatrice ha subito detto che abolirà la carbon tax se fra due anni vincerà le elezioni, come sembrerebbero far prevedere i sondaggi (ma la Gillard era data per spacciata anche alle passate elezioni), il leader liberaldemocratico Tony Abbott è molto arrabbiato: «Siamo in grado di abrogare la tassa, abrogheremo la tassa, è necessario abrogare la tassa. Si tratta di un pegno di sangue. Questa tassa se ne andrà».

La legge prevede un prezzo iniziale del carbonio di 23 dollari australiani a tonnellata e garantisce miliardi di dollari di compensazione per le grandi imprese e le famiglie che si troveranno ad affrontare l'aumento dei prezzi dell'elettricità. Le industrie che esportano, come le fabbriche di alluminio e di acciaio, riceveranno gratuitamente fino al 94,5% dei permessi di emissione di CO2, mentre i progetti del gas naturale liquefatto i riceveranno un sostegno del 50%.
Lo schema della legge prevede anche 10 miliardi dollari di finanziamenti per l'energia pulita e per gli investimenti privati nelle energie rinnovabili e un fondo di 1,3 miliardi di dollari per aiutare le miniere di carbone ridurre le emissioni.
Il piano comprende anche un extra di 300 milioni di dollari per aiutare l'industria siderurgica, che è alle prese con un dollaro australiano alto e maggiori costi delle materie prime.
L'agricoltura è esente dal carbon price, anche se gli agricoltori potranno partecipare al mercato dei crediti di carbonio.

«Questo è un giorno storico e non vediamo l'ora che la normativa passi al Senato. Siamo ad un buon punto per rendere più ecologica l'Australia - ha detto il leader degli Australian Greens, il senatore Bob Brown - Oggi è una vittoria per gli elettori di Australia e del processo negoziale guidato da Christine Milne, abilmente assistita da Adam Bandt».

La Milne, un altro senatore Verde, ha detto: «Questo è un giorno di grande orgoglio per l'Australia. Tutti noi possiamo camminare la testa alta, sapendo che stiamo muovendo i primi passi vitali per affrontare la crisi, tutelando questo nostro pianeta straordinario e unico per le generazioni future, e per la costruzione di un'Australia pulita, sana e attiva. Questa legge è solo l'inizio e resta ancora molto da fare, sia qui in Australia che nei negoziati globali, ma questo pacchetto è stato progettato in modo da poter essere rafforzato nel tempio, con opportunità annuali per aumentare le nostre ambizioni, aumentare i nostri obiettivi e investire di più nell'energia pulita e rinnovabile che nella vecchia energia sporca.

Una volta che la legge sarà passata al Senato il prossimo mese, il passo successivo sarà il meeting globale sul clima a Durban nel mese di dicembre, quando la decisione dell'Australia di mettere un prezzo all'inquinamento e investire nelle energie rinnovabili avrà un grande impatto. I negoziati sul clima globale hanno bisogno di un'iniezione di ottimismo, e ciò che abbiamo fatto qui in Australia è in grado di fornirla e di aiutare a costruire lo slancio verso un ambizioso trattato, basato sulla scienza sul clima, per gli anni a venire».

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