[11/10/2011] News

Marea Nera in Nuova Zelanda: rischio di catastrofe ambientale in un ecosistema unico

Il bilancio del naufragio della portacontainer Rena sull'Astrolabe Reef, al largo della costa della nuova Zelanda, si aggrava di ora in ora e sta diventando un vero e proprio disastro ambientale. Oggi il ministro dell'ambiente neozelandese, Nick Smith, ha detto che il petrolio sta fuoriuscendo dalla nave greca con bandiera liberiana ad una velocità 5 volt e superiore a quando si è incagliata sulla barriera corallina. Si prevede che domani a terra arrivi una vera e propria marea nera e i residenti nell'area interessata dall'incidente sono sati in vitati a prepararsi ad una settimana di lavoro per ripulire le spiagge di Tauranga.

Smith alla fine ha ammesso che «La tragica fuoriuscita era inevitabile dato che la Rena quando si è incagliata alle 2,20 di mercoledi scorso trasportava 1.700 tonnellate di petrolio» e ha promesso che i r responsabili e gli armatori greci verranno puniti.

Secondo il ministro dei trasporti Stephen Joyce, «Il costo della bonifica della Rena è già salito a milioni di dollari. Gran parte di tale costo sarebbe a carico degli armatori ai sensi del diritto marittimo, ma ci sarà anche un costo per il governo della Nuova Zelanda. Si tratta di una situazione ad alto rischio. Abbiamo a che fare con un gioco di probabilità e di rischio e dobbiamo adattare costantemente quel che proponiamo di fare».

Maritime New Zealand (Mnz) ha dichiarato che dalla Rena sono fuoriuscite tra 130 e 350 tonnellate di petrolio, molte di più delle 20 - 30 tonnellate stimate precedentemente e un portavoce dell'agenzia ha detto che c'è una massiccia fuoriuscita di carburante da un serbatoio principale a bordo della nave: «Il petrolio continua a fuoriuscire dal serbatoio e si sta dirigendo a sud-ovest verso il Monte Maunganu».

La nave Awanuim che è stata utilizzata per pompare via il carburante della Rena, oggi non ha operato a causa dei danni ricevuti ieri e squadre di volontari, circa 500, hanno atteso le bassa marea per poter avviare la bonifica nelle spiagge di Monte Maunganui e di Papamoa. Maritime New Zealand ha stampato un appello alla popolazione perché non ripulisca senza coordinamento ed attrezzature appropriate, per non peggiorare la situazione e soprattutto di non toccare le sostanze spiaggiate. Precauzioni supplementari sono state prese per diversi siti sensibili, come l'estuario del Maketu, dove sono state implementate le barriere galleggiantimbini sono stati anche giocare con la spessa sostanza appiccicosa.

Intanto il maltempo continua e una mareggiata ha colpito la zona intorno all'Astrolabe Reef mettendo a rischio l'intero ecosistema delle scogliere della Bay of Plenty
Ieri la marea nera si estendeva per 5 km una chiazza di petrolio 5km e la Mnz ha istituito una zona marittima di esclusione intorno alla nave e avverte che l'olio combustibile è tossico.

L'impatto del petrolio su fauna marina, uccelli, balene e delfini potrebbe essere devastante: il New Zealand Department of Conservation ha detto che «La chiazza di petrolio potrebbe avere un grave impatto sulla fauna marina del Paese» ed ha realizzato due centri di soccorso della fauna selvatica dove stanno arrivando molti uccelli e piccoli pinguni blu: «Sono coperti dalla testa ai piedi di "gunk" nero e appiccicoso, che si spande su tutte le pime, fino alla pelle - dice Brett Gartrell del New Zealand's Wildlife Health Centre - Lo hanno ingerito e comincianio a diventare anemici, il che fa parte dell'effetto tossico del petrolio».

Greenpeace New Zealand ha lanciato l'allarme per la sorte dei delfini e delle balene che vivono nell'area e Forest and Bird fa notare che il naufragio è avvenuto proprio nel mezzo della stagione della stagione riproduttiva degli uccelli,ed è già disastroso.

Anche Rebecca Bird, a capo del programma mare Wwf New Zealand, dice: «Siamo preoccupati per la fauna a rischio per la fuoriuscita, in particolare per uccelli marini come le berte e le procellarie. Impedire che la nave si spezzi e sversi il suo carburante e le merci è chiaramente la priorità, dato che una fuoriuscita di tale portata sarebbe un disastro per la fauna selvatica, e per il popolo di Tauranga. Le prossime 24 - 48 ore sono cruciali se si vuole evitare una catastrofe ambientale». Dalle ultime notizie sembra infatti che a bordo della Rena potrebbero esserci anche sostanze tossiche e pericolose.

Il rischio è enorme quest'area di mare neozelandese ospita delfini comuni e tursiopi, orche e zifi, moltissime specie di uccelli e una grossa colonia di sule, le grandi balene migrano attraverso questo mare. La Bird ha spiegato: «Sappiamo tutti fin troppo bene quali possano essere gli effetti del petrolio che può rivestire le penne dei nostri uccelli marini come i cormorani e i piccoli pinguini azzurri. Se raggiunti in tempo possono essere raccolti e portati in centri di soccorso specializzati per essere lavati e riabilitati. I nostri uccelli limicoli, come il piviere tortolino della Nuova Zelanda a rischio di estinzione, le sterne, i trampolieri e i godwits sono ora a rischio quando il petrolio arriverà a terra e minaccerà il loro habitat costiero. Il WWF raccomanda che la protezione degli ecosistemi delle zone umide importanti come l'estuario di Maketū e quelle di Matakana Island siano una priorità».

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