[11/10/2011] News toscana

Il governo del territorio non puņ finire sulla battigia

Nell'edizione di ieri l'intervento di Renzo Moschini esprimeva, giustamente, preoccupazione per la situazione critica delle aree protette marine come per il santuario dei cetacei che sostanzialmente non è gestito.

Lanciare allarmi è utile, ma credo anche che occorra fare qualche sforzo e cercare di individuare soluzioni concrete di governo. E non si può non sottolineare che in materia di mare tutte le amministrazioni, da quella regionale a quelle provinciali, a quelle comunali sono sostanzialmente assenti. O meglio non riescono a capire che il mare non è che un'atra parte, con diverse caratteristiche, del territorio.

Sia ben chiaro, non sono sole ad avere questa visione limitata, anche fior fiore di urbanisti hanno visto e vedono il mare solo se si tratta di regolamentare porti commerciali o turistici, stabilimenti balneari, quindi costruzioni a distanza più o meno ampia dalla battigia. Ma di governare il mare non se ne parla. Si governano i fiumi, anzi si tutelano e divengono discriminanti per la gestione del territorio, ma la pianificazione urbanistica non va oltre la battigia o l'occupazione dei bassifondali con il cemento per un qualsivoglia prolungamento della terra.

Il mare non è una risorsa? Tutt'altro, se si contabilizza la sua ricchezza biologica, la sua biodiversità, lo è forse e più della terra ferma. Allora, perché non andare oltre la battigia?
Insomma raccogliendo il grido di allarme di Moschini forse sarebbe interessante fare una ricerca sugli strumenti urbanistici dei comuni costieri per verificare cosa prevedono per il mare. Purtroppo credo che al 90% troveremo il nulla.

Ma se è così perché tanta inerzia? Perché come si dice sulla costa, pensando alla sede fiorentina della regione, perché a Firenze il mare lo concepiscono solo come la spiaggia della Versilia o della maremma, e quindi come il porto turistico dopo che si è affermata la moda della barca?

Ritornando però alle cose serie, si deve effettivamente rilevare: da una parte che le originarie pratiche ministeriali delle aree protette, talvolta sostenute anche da certo ambientalismo, astratte e a-territoriali non hanno avuto seguito alcuno perché osteggiate da intere comunità senza distinzione politica; dall'altra il ritardo sostanziale e forse senza scusanti della pianificazione, ovvero di chi ne porta la responsabilità politica e tecnico-disciplinare. Proprio per questo sarebbe utile un serio censimento delle risorse marine, come di esperienze di governo e di approfondimenti normativi se ci sono, come ci sono.

* Architetto, dirigente del comune di Portoferraio

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