[10/10/2011] News

Ocse e Unep: «Essenziale ridurre emissioni ed impatto climatico del turismo»

Il rapporto "Climate Change and Tourism Policy in OECD Countries" del Programma Onu per l'ambiente (Unep)  e dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sottolinea che «Le emissioni di gas serra prodotte dall'industria del turismo mondiale potrebbero raddoppiare nei prossimi 25 anni se non saranno sviluppate  delle politiche di riduzione delle emissioni efficaci nei Paesi sviluppati».

Il rapporto raccomanda il rafforzamento delle politiche contro il cambiamento climatico e lo sviluppo di politiche di incentivo nel settore turistico, facendo concreti esempi di come iniziative già in atto per il taglio delle emissioni di CO2 rappresentino soluzioni innovative di lotta al global warming. Il rapporto raccomanda anche «Che le previste opzioni politiche di attenuazione del cambiamento climatico siano proporzionali al posto del turismo nell'economia di un dato Paese» Il documento si basa sui risultati di un  sondaggio svolto nei OPaesi Ocse (cioè quelli industrializzati, Italia compresa) e in alcuni Paesi non-Ocse e constata che «L'attenuazione del cambiamento climatico ha ricevuto più attenzione dell'adattamento» e che «Le strategie nazionali di riduzione delle emissioni legate al turismo non saranno sufficienti perché il settore possa ridurre le sue emissioni di almeno il 50% entro il 2050 (conformemente agli obiettivi globali previsti dalla comunità internazionale)».

Attualmente la grande maggioranza dell'energia consumata dal turismo viene dalle fonti fossili e il settore contribuisce per il 5% circa alle emissioni mondiali di gas serra, con i viaggia aerei che sono il 40% di questa quota, i viaggi in auto il 32% e l'ospitalità il 21%.

Arab Hoballah, capo dell''Initiative Consommation et production durables ospitata nella divisione tecnologia, industria e dell'Unep a Parigi, evidenzia che «I decisori politici di ogni Paese devono trovare le risposte più appropriate alle loro proprie situazioni. Questo rapporto, che sottolinea l'ampiezza delle sfide con le quali ci confrontiamo,  fornisce informazioni pertinenti ed utili. Abbiamo molto da apprendere a partire dagli esempi delle buone pratiche». Il rapporto individua in Paesi come l'Austria, la Germania, l'Irlanda e il Sudafrica i Paesi che hanno affrontato con successo gli impatti attuali e futuri del settore turistico e i bisogni di adattamento al cambiamento climatico. «Però  - dice l'Unep - la definizione degli obiettivi di adattamento e la messa in opera delle politiche sono ancora allo stadio di sviluppo in praticamente tutti i Paesi».

Ocse ed Unep  individuano le principali lacune nel settore della ricerca, soprattutto per quel che riguarda la maniera in cui i cambiamenti climatici colpiranno il Mediterraneo  o sull'utilizzo della neve artificiale.

Il rapporto identifica nella qualità e disponibilità dell'acqua una questione essenziale e che queste dipenderanno dai livelli di riduzione delle emissioni di gas serra nei prossimi decenni. «Il numero delle persone che si confronteranno con una penuria d'acqua potrebbero aumentare fi oltre due nel  2100, secondo uno scenario in cui il riscaldamento medio sarà compreso tra 2° C e 3° C - sottolinea il rapporto - Numerose destinazioni turistiche vedrebbero le loro attività colpite da questo deterioramento delle risorse naturali, così come  la loro stabilità socio-economica largamente dipendente dal turismo».

Alain Dupeyras, a capo dell'unità turismo dell'Ocse, è convinto che «Ridurre  l'impatto climatico dei viaggi turistici è essenziale e noi vogliamo costruire uno sviluppo sostenibile di questa industria in piena espansione. E' anche indispensabile per realizzare gli obiettivi globali della nostra politica climatica, così come per proteggere le numerose attrattive che I turisti ricercano e delle quali profittano»

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