[10/10/2011] News

“Obesity day”: quasi il 50% degli italiani afflitto dai chili di troppo

Si "celebrano" oggi le calorie di troppo dovute a cattive abitudini alimentari, figlie della società dei consumi, delle sovrapproduzioni e del marketing che riguarda i paesi occidentali. In occasione dell' "Obesity day", lanciato dall'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi), l'attenzione è puntata sulle conseguenze dei comportamenti  errati in ambito alimentare  che interessano il settore sanitario, sociale ed economico.

Gli italiani adulti in sovrappeso o obesi rappresentano quasi la metà della popolazione (46 per cento) e il loro numero è aumentato del 10 per cento negli ultimi venti anni. Secondo Coldiretti i motivi sono da ricercare nell'abbandono dei principi base della dieta mediterranea con il consumo di frutta e verdura per famiglia che si è ridotto di 10 chili negli ultimi dieci anni (450 chili a famiglia all'anno nel 2000 fino ai 350 chili del 2010). L'aumento della vita sedentaria è l'altra causa dell'obesità le cui conseguenze sono sintetizzate dalla Commissione europea che spiega come le malattie collegate direttamente all'obesità sono responsabili di ben il 7 per cento dei costi sanitari dell'Unione europea poiché l'aumento di peso è un importante fattore di rischio per molte malattie come i problemi cardiocircolatori, il diabete, l'ipertensione, l'infarto e certi tipi di cancro.

Se dagli adulti poi spostiamo l'attenzione sui dati inerenti le giovani generazioni, vediamo come il futuro sia preoccupante:  il 34% dei cittadini italiani di 8 e 9 anni è lontano dal peso forma; oltre un milione è sovrappeso (22,1%del totale) e 400mila (11,1%) sono obesi, secondo il monitoraggio effettuato dal progetto "Okkio alla salute", realizzato dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell'Istituto Superiore di Sanità. Dalla stessa indagine è emerso che il 23 per cento dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura e che il 48 per cento assume quotidianamente bevande zuccherate e gassate. Quindi abbandono della dieta Mediterranea a favore del consumo di cibi pieni di grassi e zuccheri (le bibite gassate, alcuni succhi e le merendine sono particolarmente responsabili dei chili in eccesso nei bambini). Inserire la materia "educazione alimentare" a scuola è fondamentale come abbandonare i distributori automatici di snack (alcuni passi in avanti si stanno compiendo in tal senso), ma è necessario fornire anche un supporto alle famiglie in modo che possano sostituire nella dieta dei propri figli il "cibo-spazzatura" con alimenti più sani. I media e la tv pubblica in particolare, su questi aspetti possono fornire un importante contributo anche se è necessario rinunciare a diversi soldi derivanti dalla pubblicità. L'impegno al "taglio" dei chili di troppo dovrebbe essere preso  dal governo considerato che quella dell'obesità è una "malattia sociale", diffusa, che colpisce l'Italia come altri paesi occidentali.

Perora si è mosso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca che ha firmato con Coldiretti un protocollo di intesa che prevede l'impegno a promuovere attraverso esperienze pilota, in autonomia e nell'ambito delle rispettive competenze, iniziative comuni per sensibilizzare i giovani ad un corretto comportamento civico rispettoso dell'ambiente e delle tradizioni alimentari italiane. «Un impegno che rientra nell'ambito del progetto "Educazione alla Campagna Amica" che nel corso del nuovo anno scolastico coinvolge oltre centomila alunni delle scuole elementari e medie che partecipano alle oltre tremila lezioni nelle fattorie didattiche e agli oltre cinquemila laboratori del gusto che saranno organizzati nelle aziende agricole e in classe» hanno informato da Coldiretti.

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