[10/10/2011] News toscana

En-Eco a fianco di Easy Green per rilevare l'ex Isi: intervista a Giorgio Moretti

Incontriamo Giorgio Moretti a margine di Quadrifoglio "Azienda Aperta" e con lui parliamo della ri-apertura di un'altra azienda, la ex Isi di Scandicci. Nei giorni scorsi si è parlato di En-Eco come soggetto industriale facente parte della cordata del "piano Easy Green" per rilevare la ex ISI, ma in realtà l'azienda - operante nel settore della progettazione, commercializzazione ed installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile - attende di affiancare il progetto di rilancio Easy Green impiantando la propria produzione in quota parte dello stabilimento di  Scandicci  e soprattutto impegnandosi ad assumere 70 dipendenti dell'ex Isi.

Presidente Moretti, qual è la missione di En-Eco e qual è la sua situazione attuale?

«En-eco spa, di cui sono presidente, è un'azienda che da 4 anni si occupa di ricerca e sviluppo, brevettazione e produzione industriale nel settore delle energie rinnovabili, con particolare attenzione a quello che viene definito "microeolico ad asse verticale": quindi una tecnologia molto innovativa che, dopo 3 anni e mezzo di ricerca e sviluppo sul campo e quasi 170 prototipi collaudati, da circa 5 mesi è in produzione. Purtroppo con una configurazione abbastanza complessa  perché, non avendo ancora uno stabilimento adeguato, facciamo una gran fatica nel rispettare gli obiettivi che ci siamo posti e che hanno fortunatamente una bella rispondenza da parte del mercato. En-eco non opera solamente con prodotti di propria ricerca e brevettazione: recentemente abbiamo firmato una lettera d'intenti vincolante per comprare un un'azienda torinese, estremamente innovativa, che ha brevettato e produce pannelli fotovoltaici flessibili, dello spessore di 2 mm e del peso di 1/20mo rispetto ai pannelli tradizionali di qualunque genere, con rendimento ed efficienza equivalenti   a quelli dei pannelli tradizionali. Quindi anche questa una grande innovazione».

Nel percorso di curatela fallimentare dell'ex Isi di Scandicci, siete stati accostati alla cordata Easy Green che potrebbe rilevare stabilimento e produzione. Qual è la vostra reale posizione e quali gli impegni che potete assumere?

«Noi non siamo coloro che partecipano a una "cordata": noi osserviamo e contribuiamo, se possibile, a completare il piano di riassunzione da parte della Easy Green - che è un'entità neo costituita  - dove sono presenti soggetti di vario tipo, che nei giorni scorsi avete anche letto sui giornali, tra cui Gattorno, Bassilichi, Angelantoni e Fidi Toscana. Quindi è improprio dire e scrivere, come hanno fatto alcuni mezzi d'informazione, che noi di En-eco partecipiamo all'asta; noi abbiamo dato la nostra disponibilità non solo  a parole, ma sottoscrivendo impegni con Easy Green e anche con le sigle sindacali per far sì che qualora l'operazione di riacquisto di Easy Green da parte della curatela fallimentare del complesso immobiliare e delle attrezzature che stanno dentro vada in porto, ci impegneremo ad occupare un certo numero di migliaia di metri  quadri dell'immobile ed abbiamo presentato un piano di assorbimento di parte del personale ex Eletrolux, circa 70 persone,  nel giro di 2 o 3 anni. Certamente abbiamo anche detto che se l'operazione non dovesse andare a buon fine,  confermiamo in ogni caso il riassorbimento di queste persone a prescindere dal sito: cioè anche se l'operazione non dovesse portare (anche se penso che andrà a buon fine) al subentro da parte di Easy Green rispetto ad Isi sul sito di Scandicci , ugualmente riassorbiremmo le maestranze che abbiamo dichiarato».

Quali sono i vincoli da superare perché sia possibile per En-eco riassorbire i 70 dipendenti e parte dello stabilimento dove posizionare la vostra produzione?

«Il problema per noi è il tempo: siamo già in ritardo di almeno un anno aspettando che questa cosa si verifichi. Abbiamo tempi stretti , siamo in grave ritardo, abbiamo perso molti ordini e questo contraddice il bisogno di elementi "facilitatori" e non complicanti per una nuova azienda. Questa vicenda doveva trovar soluzione ad inizio anno e poi ha avuto strascichi in primavera ed inizio estate:  siamo ad ottobre e noi siamo molto preoccupati perché dobbiamo assolutamente essere operativi per  il 31 di gennaio, avendo ormai un bel numero di distributori internazionali in attesa e non possiamo non consegnare questi prodotti. Oggi noi lavoriamo in 3 location, assemblando in una quarta, situazione  antieconomica».

Adesso E-eco come riesce a soddisfare le richieste del mercato?

«En-eco sta producendo con grande fatica un potenziale di circa 900 turbine l'anno, con turbina da 1 Kw : abbiamo recentemente collaudato la turbina da 3 Kw e da 400watt. Il nostro obiettivo è essere in produzione con queste turbine non oltre gennaio, perché vediamo che sui mercati internazionali, soprattutto sui mercati tedesco e inglese, le turbine da 3 Kw sono molto più apprezzate delle turbine da 1 Kw. In realtà poi in base agli accordi che abbiamo verranno ritirate percentuali equivalenti sia di turbine da 1 Kw che da 3 Kw: gli oggetti sono in carbonio, molto performanti, tra le migliori a livello internazionale;  ma il mondo viaggia molto veloce e quindi noi non smettiamo mai di portare avanti investimenti  rilevantissimi in ricerca e sviluppo, ma chiaramente se non  penetriamo il mercato con le giuste quantità rischiamo di aver fatto un‘operazione molto affascinante ma che - ahimè - può anche essere superata da soggetti terzi anche perché questi oggetti, faticosi in termini di messa a punto e che vengono da un'operatività molto spinta di test sul campo, sono riusciti a conciliare un'efficienza molto alta (la migliore sul mercato) con un design molto bello. Ma il mondo copia: il rischio è che noi facciamo da apripista e qualcun altro invada il mercato perché ha le locations produttive ed ha i canali commerciali opportuni, con tutto quello che ne consegue. Stesso discorso vale per il fotovoltaico flessibile, altra grande opportunità: e ribadisco sono tutti prodotti italiani».

Le attese sull'esito dell'annunciata offerta di Easy Green vincolano  i prossimi  passi di En-eco: voi cosa vi attendete nelle prossime ore dall'esito dell'asta fallimentare?

«Noi siamo assolutamente di fianco ad Easy Green nel completare il loro piano operativo: non possiamo però seguire eventuali ulteriori ritardi. Domani è il 10 ottobre (data di scadenza dell'asta fallimentare, ndr)  ed io ho avuto conferma che Easy Green presenterà l'offerta: ci auguriamo che tutta la parte burocratica/ finanziaria concluda l'iter entro tempi brevissimi, perché noi abbiamo necessità di entrare in quegli ambienti che sono totalmente da ristrutturare, impiantare una linea di produzione molto complessa e molto costosa (peraltro già ordinata e già in ritardo di consegna) quindi non abbiamo tempo da perdere. Spero che da parte di tutti i soggetti ci sia la consapevolezza che la differenza fondamentale tra quello che è un salvataggio ex Isi e gli obiettivi di  En-eco  sono due cose diverse: l'operazione ex Isi è una potenziale un'auspicabile ripartenza di un'attività che ora è ferma. Per contro noi siamo  in piena corsa, stiamo viaggiando in prima ridotta ma con la necessità di mettere la sesta e anche la settima.

Non possiamo condizionare la possibilità di far crescere e far sviluppare un'azienda come  En-eco che - ripeto - basa prevalentemente le sue attività su iniezioni massicce  di ricerca e sviluppo rispetto ad una dinamica che si riconfigura maggiormente come un meccanismo di rioccupazione, di produzioni già esistenti. Questa è la posizione che l'AD di En-eco ha espresso da molti mesi in tutte le sedi; ci sono ancora alcuni dettagli da mettere a punto tra noi ed Easy Green ma se , come mi risulta, domani verrà presentata l'offerta e da parte della curatela sarà molto rapido l'iter, noi non abbiamo ragione per non pensare che andremo a produrre dentro l'ex stabilimento di frigoriferi di Scandicci».

 

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