[07/10/2011] News toscana

Se l'ambiente intriga e spiazza: eolico in mare e non solo

Le questioni ambientali possono essere liquidate come roba da fighetti o addirittura ideologiche per chi non ha di meglio a cui richiamarsi. Ma poi si prendono puntualmente la loro rivincita non solo nei referendum ma tutti i giorni.

L'ultima è l'improvvisa notizia che a poche miglia dalle nostre coste dovrebbe essere istallate pale eoliche. Energie rinnovabili quindi roba buona, ma non è così perché - nimby insegna - sono fioccate subito le prime diffidenze e prese di distanz, a prescinderea. Del resto è stato ed è così anche per il solare; pulito certo ma può arrecar danno alla agricoltura: facciamolo pure, ma magri un po' più in là.

In questo specifico caso dell'eolico marino, oltre alla sorpresa, si aggiunge però il fatto che siamo nel bel mezzo del santuario dei cetacei di cui qualche giorno fa si è discusso anche al salone nautico di Genova a cui non ha partecipato nessuno del ministero che del santuario se ne infischia.

E non solo se ne infischia nonostante le responsabilità che gli derivano dall'unico accordo internazionale che affida al nostro paese la titolarità principale di una area protetta unica nel suo genere, ma non esita neppure anche in altre aree marine pregiatissime a cercar petrolio. Anche questa vicenda tra le tante altre questioni pone quella che regioni ed enti locali non possono essere tagliati fuori da decisioni che un sindaco non può apprendere (o comunque non può dire di aver appreso) dai giornali.

E siccome noi siamo di manica larga ecco che proprio in questi giorni il senato sta discutendo una legge sui parchi che estromette del tutto le regioni da qualsiasi competenza sulle aree protette marino-costiere. Con le balene spiaggia anche il federalismo.

Ma anche su altri aspetti a Pisa ma anche in Toscana da Peretola a Rimigliano vi sono problemi di gestione ambientale che faticano ancora a trovare risposte condivise che dipendono non da ideologie fighettistiche ma da una concertazione e pianificazione che deve riuscire a coinvolgere ai giusti livelli tutte le istituzioni che si tratti del piano di area vasta che riguarda e non di striscio anche il parco di San Rossore o quello del parco della Piana. Anche per questo il PIT come altri regimi a partire da quello delle aree protette sarebbe bene discuterlo non a spizzighi ma nella sua interezza e presto.

* coordinatore Gruppo di San Rossore

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