[04/10/2011] News

Come affrontare la montagna dei rifiuti elettronici dell'Ue?

Ci prova la commissione ambiente del Parlamento europeo

Con un 52 voti a favore, 1 contrario e 5 astensioni, la commissione ambiente del Parlamento europeo ha approvato in seconda lettura una proposta di modifica dell'attuale direttiva sui rifiuti elettrici ed elettronici (Raee). Il voto del Parlamento europeo in sessione plenaria sulla questione è previsto per il gennaio 2012, per permettere i negoziati con il Consiglio europeo.

Secondo la commissione presieduta dal socialdemocratico tedesco Jo Leinen, «Gli Stati membri devono essere tenuti a  raccogliere e a riciclare più frigoriferi dismessi, telefoni ed altro e-waste». Gli eurodeputati vogliono facilitare il ritiro dei prodotti elettronici di consumo e dissuadere gli operatori poco scrupolosi a spedire illegalmente i rifiuti elettrici ed elettronici fuori dall'Unione europea».

Il relatore, il democristiano tedesco Karl  Heinz Florenz, ha sottolineato che «La raccolta ed il riciclaggio dei rifiuti elettronici sono buoni per l'ambiente e per l'economia. Gli obiettivi ambiziosi ma realizzabili del Parlamento contribuiscono a recuperare delle materie prime preziose ed a ridurre il flusso di e-waste nelle discariche, inceneritori e nei Paesi in via di sviluppo».

Gli obiettivi della Direttiva modificata dovranno basarsi sui rifiuti elettronici realmente prodotti con una raccolta dell'85% del totale entro il 2016. Anche il Consiglio Ue sostiene un obiettivo del 65%, ma basato sui beni messi in vendita  e da realizzare progressivamente nella maggior parte dei Paesi Ue entro il 2020 e in altri Paesi entro il 2022. Attualmente è applicato un obiettivo  forfettario annuo di 4 kg a persona.

La commissione ambiente fa notare che «Numerosi piccoli e-waste prodotti sono gettati insieme ad altri rifiuti, anche se contengono delle sostanze nocive o preziose». Per affrontare il problema gli eurodeputati pensano che «I consumatori dovranno essere autorizzati a riportare gratuitamente gli apparecchi molto piccoli, gli elettrodomestici e le piccole attrezzature elettriche nei negozi. Questo offrirà un'alternativa utile alle strutture specializzate che accettano già l'e-waste domestico, senza spese».

Secondo le categoria, la Commissione ambiente stima che «Dal 70 all'85% dell'e-waste dovrebbe essere recuperato e dal 50 al 75% riciclato».Gli eurodeputati propongono un obiettivo di riutilizzo separato distinto del 5% «Al fine che i prodotti più funzionanti possano beneficiare di un nuovo ciclo di vita, invece di essere buttati nei rifiuti».

Secondo la commissione ambiente «Spetta ai produttori ed ai consumatori sopportare i costi dei rifiuti elettronici e non ai contribuenti. Ma bisogna operare di più  per ridurre i carichi amministrativi ed i costi inutili sopportati dalle imprese. Per esempio, i venditori a distanza devono essere in grado di comunicare dei dati ad un sistema centrale dell'Ue, per evitare delle formalità supplementari e dei costi di iscrizione a registri nazionali multipli».

Grandi quantità di e-wate europee sono esportate illegalmente verso numerosi Paesi di Africa ed Asia, dove il loro trattamento avviene spesso violando ogni regola ambientale e di tutela della salute e dei lavoratori. Gli eurodeputati vogliono che il carico della prova venga assunto dagli esportatori «Al fine di assicurare che le loro esportazioni verso i Paesi non-Ocse contengano unicamente dei prodotti non riutilizzabili e nessun rifiuto».

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