[03/10/2011] News toscana

Progetto "Wataclic", verso una green economy dell'acqua

E' iniziata oggi a Firenze la due giorni dedicata alla diffusione della cultura e delle tecniche per la gestione sostenibile delle acque in ambito urbano, e alla ricerca delle soluzioni di come promuoverle attraverso le norme edilizie e regolamenti urbanistici. E' questo l'obiettivo di "Wataclic" (Water against climate change), progetto cofinanziato dal programma Life+ dell'Unione europea e dalla Regione Emilia Romagna che vede partner Ambiente Italia, Iridra, le Università di Udine e Bologna e l'Università verde dello stesso capoluogo emiliano.

«L'uso poco razionale dell'acqua nelle nostre città contribuisce alla crisi idrica e al cambiamento climatico- hanno introdotto da Ambiente Italia- oggi utilizziamo più acqua di quella che è possibile prelevare senza causare danno alle falde o ai fiumi. La situazione già critica è destinata a peggiorare per effetto del cambiamento climatico. Oggi ogni italiano consuma circa 200 litri di acqua potabile al giorno, ma disponendo di tecnologie adatte sarebbe possibile consumarne meno della metà».

Il workshop illustra in modo dettagliato le tecniche che si possono utilizzare in ambito urbano e domestico per migliorare la gestione delle acque con esempi di soluzioni già adottate in molte città specialmente in ambito europeo. Il progetto, replicato in molte città italiane, è indirizzato in modo particolare agli amministratori pubblici di comuni, province, Comunità montane, regioni, alle Autorità di ambito, ai gestori del servizio idrico integrato, ai tecnici. L'iniziativa fiorentina si è aperta con una interessante tavola rotonda in cui però sono mancati in sala proprio i soggetti a cui in particolare i promotori intendevano rivolgersi.

«Dalla fase dell'emozione siamo passati a quelle della rimozione del problema- ha dichiarato Erasmo d'Angelis presidente di Publiacqua spa- Il referendum ha riportato il tema dell'acqiua all'attenzione di tutti e i cittadini con il loro voto hanno dato delle indicazioni. Il governo e il parlamento a quasi quattro mesi dal voto non si sono mossi. L'Agenzia nazionale che doveva aggiornare il metodo normalizzato e dare indicazioni in merito alle tariffe rispettando quanto prevede l'Europa e quanto sancito dal referendum è ancora al palo. Ci vuole un forte soggetto regolatore in questo paese - ha concluso d'Angelis- che faccia da vero il cane da guardia alle aziende di gestione e dia sicurezza ai cittadini» ha concluso D'Angelis.

Franco Gallori della Regione Toscana ha illustrato quanto sta facendo l'amministrazione regionale in termini di adeguamenti normativi in base anche agli obiettivi di qualità dei corpi idrici e a quanto contenuto nelle misure riportate nei Piani di gestione dei distretti. Per quanto riguarda gli aspetti inerenti l'acqua in ambito urbano Gallori ha precisato che «noi le indicazioni generali le abbiamo fornite ma sono i comuni, attraverso gli strumenti urbanistici che hanno a disposizione, a doverle mettere in pratica».

Gaia Checcucci, in rappresentanza dell'Autorità di Distretto Appennino Settentrionale, si è soffermata su quella che a suo avviso è la criticità principale: «è necessaria una maggiore semplificazione. Oggi ci sono troppi soggetti che si occupano in modo diverso dello stesso segmento della filiera di governo delle acque. Ci vuole maggiore verticalizzazione con un soggetto sovraordinato che si occupa di difesa dalle acque e delle acque a cui dover rispondere e integrazione orizzontale di tutti i settori compreso quello delle politiche urbanistiche».

 

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