[22/09/2011] News

Efficienza energetica, patrimonio immobiliare nazionale da riqualificare

L'efficienza energetica di larga parte del patrimonio immobiliare nazionale è a dir poco scarsa. Una sua riqualificazione porterebbe in un colpo solo più sostenibilità ambientale, riduzione dei consumi di energia, e più sostenibilità sociale, posti di lavoro. Non è una scoperta, le associazioni ambientaliste e non solo lo dicono da tempo, ma arrivano importanti conferme dal 13° Congresso Nazionale Domotecnica, la due giorni, dedicata alle 1.244 imprese di installazione e alle oltre 70 aziende partner della rete nazionale in franchising per le aziende di installazione termoidraulica che operano nel campo dell'efficienza energetica.

Una necessità, quella dell'efficienza energetica, imprescindibile per il nostro paese, come ha confermato l'On. Stefano Saglia, che - intervenendo al congresso - ha dichiarato che il Ministero dello Sviluppo Economico e il Governo stanno lavorando ad un decreto che prolungherà le detrazioni del 55% per sostenere il comparto da un lato e dall'altro la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano.

Poca roba, verrebbe subito da dire, visto che più volte questo governo ha cercato di tagliarlo quel 55% e che ha ignorato del tutto - almeno fino ad ora - il piano di efficienza decennale (2010-2020) proposto da Confindustria a settembre 2010.

Nel corso del incontro - moderato da Alberto Orioli, vicedirettore de "Il Sole 24 Ore" - è stata presentata l'indagine interna, promossa e condotta da Domotecnica, che fotografa lo stato di salute delle abitazioni e degli impianti di riscaldamento e di raffrescamento, e dalla quale emerge che la sfida all'efficienza energetica in Italia si gioca sul campo della riqualificazione degli immobili esistenti visto l'alto livello di obsolescenza del patrimonio edilizio residenziale[1]. L'indagine interna, spiegano gli organizzatori, non è rappresentativa dell'universo nazionale, è frutto di tre anni di tour nelle piazze e nelle principali fiere di settore: dal 2009 al luglio 2011 sono state 295 le giornate in cui Domotecnica, tramite il suo Punto Verde Mobile, ha sollecitato l'attenzione di 4.367 famiglie italiane sui temi dell'efficienza energetica, partendo proprio dallo stato delle loro abitazioni.

Da questi dati emerge l'81,5% delle abitazioni è caratterizzato da un livello di isolamento termico valutato dagli inquilini come medio o scarso e la situazione non migliora quando l'analisi si sposta sulla qualità degli impianti termoidraulici installati, con quasi la metà (49,5%) realizzati prima del 1990 e solo il 27,3% dopo il 2000. Solo il 5,6% delle abitazioni è dotata di impianti solari termici e il 2,5% fotovoltaici.

Solo il 13,5% delle famiglie, inoltre, dichiara di aver installato, per il riscaldamento e/o produzione di acqua calda sanitaria, "caldaie a condensazione":  un dato significativo se si considera che questa tecnologia consente  di ottenere un migliore rendimento rispetto agli impianti tradizionali. A questo si aggiunge il fatto che l'87% dei sistemi per l'emissione di calore presenti negli stabili italiani sono radiatori di tipo tradizionale (Termosifoni), soluzioni  che non permettono di limitare gli sprechi energetici.

Al contrario, solo il 5% delle abitazioni viene riscaldato mediante impianti più efficienti, come quello radiante (pavimento/soffitto/parete), o utilizzando radiatori con valvole termostatiche (4%) che consentono di ridurre gli sprechi impostando la temperatura nei diversi ambienti.

L'endemica situazione di degrado del patrimonio immobiliare italiano rappresenta un forte ostacolo al raggiungimento degli obiettivi del 20-20-20 indicati dalla Comunità Europea, e rende necessaria una rapida inversione di tendenza, che, per essere attuata, presuppone la necessità di individuare da un lato politiche incentivanti sul fronte dell'efficienza energetica, dall'altro formare i professionisti affinché siano in grado di affrontare queste sfide. Un impegno che coinvolge gli oltre 85 mila impiantisti idrosanitari su tutto il territorio nazionale.

«Siamo d'accordo con la linea di Confindustria per quanto riguarda la proroga degli incentivi del 55% - commenta Luca Dal Fabbro, ad di Domotecnica -. Anzi, ribadiamo la necessità che il Governo garantisca una stabilità delle regole e degli incentivi all'efficienza energetica, che è la vera risorsa inutilizzata del nostro Paese. Siamo convinti che la strada corretta da perseguire sia quella di agevolare un consumo più corretto dell'energia. In Italia, infatti, il sistema incentivante premia infatti quasi esclusivamente la produzione di  energia da fonti rinnovabili trascurando l'efficienza energetica. Per questo chiediamo incentivi più forti e più stabili per questo settore».

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