[16/09/2011] News toscana

Siccità in Toscana, Chianti: l'emergenza ciclicamente si ripete

A luglio in pochi si sarebbero potuti immaginare che nell'estate 2011 in Toscana si sarebbe sofferto per la siccità. Invece con l'assenza praticamente totale di piogge nel mese di agosto e nella prima metà di settembre, si è ripresentata questa criticità. Tra le aree più colpite il Chianti senese e quello fiorentino. L'Acquedotto del Fiora Spa, società che gestisce il servizio idrico integrato anche in alcuni comuni senesi che si trovano nel Chianti, ha già provveduto ad integrazioni idriche con l'ausilio di autobotti.

Le sorgenti presenti nella zona hanno ridotto la loro portata e se, come previsto, le condizioni climatiche attuali dureranno ancora a lungo (pare altri 15 giorni almeno, ed un temporale ovviamente non sposta la situazione), sarà necessario ricorrere a razionamenti. Quadro simile nel Chianti fiorentino dove le autobotti inviate da Publiacqua Spa (gestore del servizio in questa zona) sono arrivate nelle frazioni di Panzano e Montefioralle nel comune di Greve.

I corsi d'acqua in secca sono l'indicatore evidente dell'attuale carenza idrica, ma queste zone non sono nuove a fenomeni del genere a cui non si è riusciti ancora a dare risposte adeguate. Nel vertice che si è tenuto tra il gestore del servizio idrico e tutti i comuni del Chianti fiorentino si è parlato di rafforzare l'"autostrada" dell'acqua Bilancino-Anconella, di invasi sui fiumi Pesa e Greve (il progetto è della provincia) di scavo di nuovi pozzi, di installazione di ulteriori serbatoi.

Tutti i progetti che per essere realizzati devono fare i conti con la scarsità di risorse economiche. La crisi è innegabile, del resto però è utile favorire la crescita e sostenere l'occupazione attraverso la green economy e le opere per l'approvvigionamento idrico sono sicuramente più sostenibili e necessarie rispetto ad esempio al ponte sullo stretto o a nuove autostrade.

Oltre ai problemi economici c'è poi la verifica della sostenibilità ambientale: non tutti i progetti suddetti sono condivisi dalle comunità locali e dalle associazioni ambientaliste che chiedono da tempo, prima di tutto, un Piano di conservazione specifico per il Chianti, che sulla base delle disponibilità idriche locali regoli l'offerta d'acqua a tutti i settori, metta al centro politiche di riduzione dei consumi, di riuso e riciclo e che individui sistemi di tesaurizzazione della risorsa idrica a minori impatto ambientale possibile.

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