[12/09/2011] News

11 settembre. Non dimentichiamo le altre vittime!

Non posso accettare di stare zitto. Il decennale dell'11 settembre ha messo in moto tutti i mezzi di comunicazione. E' giusto. Quel devastante attentato terroristico ha provocato uno sconvolgimento così profondo delle nostre vite che deve essere ricordato e ricollocato nella memoria collettiva. Quello che non trovo giusto è l'uso retorico e strumentale che si sta facendo delle vittime di quella tragedia. Di una parte delle vittime, per la verità.

Perché, e questo è il fatto che più non mi dà pace, noi tutti stiamo più o meno strumentalmente onorando la memoria solo di alcune vittime e non di tutte. Quelle che sono morte sul suolo americano. Le altre non esistono, o forse non devono esistere. Quali altre? Quelle che sono state ammazzate al di fuori degli Stati Uniti a causa di quell'attentato e delle scelte più scellerate che l'hanno seguito. Penso a quelle duecentoventicinquemila persone che sono morte in Afghanistan, in Iraq, in Pakistan nelle guerre che abbiamo iniziato e mai finito dopo l'11 settembre. Nessuno sa realmente quante siano perché nessuno è mai riuscito effettivamente a contarle.

Nessuno conosce i loro nomi, nessuno ha raccolto le loro foto, nessuno ha ricostruito le loro storie, nessuno sta costruendo in loro onore un memoriale, nessuno è andato a incontrare a scusarsi con i loro familiari, nessuno si è preso cura di loro. Eppure anche loro sono morte a causa dell'11 settembre. Eppure anche loro erano quasi tutti innocenti. La loro sola colpa è stata di nascere nel posto sbagliato con il regime sbagliato. Non dimentichiamoli, dunque. Anche loro hanno diritto di entrare nella nostra memoria collettiva e nonostante qualcuno cerchi di cancellarli, ci entreranno. Perché la storia non si cancella.

P.S.: Aggiungo una sola breve considerazione sul bilancio di questo decennio. L'11 settembre 2001 la storia ha fatto un passo indietro. Pochi giorni dopo, il 7 ottobre, la storia ne ha fatto un altro. Molti altri passi indietro sono poi seguiti e oggi ci ritroviamo prigionieri di una gravissima crisi economica da cui non sappiamo come uscire. Questa è la storia di noi occidentali ma non di tutto il mondo. Per un'altra parte dell'umanità il bilancio di questo decennio è tutt'altro che negativo. Mentre noi spendevamo oltre 4 trilioni di dollari per fare la guerra altri investivano sullo sviluppo. Così noi oggi ci ritroviamo più poveri e insicuri e loro hanno ritmi di crescita impressionanti. Loro sono andati avanti. Noi siamo andati indietro. Noi piangiamo e loro festeggiano. Probabilmente il 12 settembre dovevamo imboccare un'altra strada. Quando verrà il giorno in cui potremo esclamare: "Meglio tardi che mai"?

* : Coordinatore nazionale della Tavola della pace

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