[09/09/2011] News

Il commercio equo e solidale italiano dice no alle misure fiscali sulle società cooperative

Riceviamo e pubblichiamo

Gentili Presidenti, Ministro, Deputati e Senatori a nome di AGICES - Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale - vorremmo sottoporre alla Vostra cortese attenzione alcune considerazioni in merito alla manovra economica attualmente in discussione alle Camere e, in particolare, alle misure fiscali sulle società cooperative.

AGICES è l'associazione di categoria delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane. Rappresenta nel Paese, nella società civile, presso i media e le istituzioni locali e nazionali le esperienze e la cultura dei suoi Soci: organizzazioni non profit e Botteghe del Mondo che promuovono i prodotti e i principi di un'economia di giustizia, sanciti nella Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale. AGICES, come si evince dai dati del Rapporto Annuale 2011 di recente pubblicazione, associa un centinaio di organizzazioni, soprattutto Cooperative Sociali, su tutto il territorio italiano a cui corrispondono quasi 300 Botteghe del Mondo, imprese sociali impegnate nella promozione del Commercio Equo e di un'economia solidale, che registrano ricavi per oltre 80 milioni di euro.

Il Commercio Equo e Solidale è un settore in crescita che coniuga - non senza difficoltà - impresa e solidarietà: sono oltre 1.000 i lavoratori retribuiti in tutta Italia, supportati dai quasi 30.000 soci e 5.000 volontari per la promozione di un'economia più giusta, in partnership con quasi 300 organizzazioni del Sud del Mondo, in Africa, Asia e America Latina.

Il Commercio Equo e Solidale è riconosciuto a livello nazionale ed internazionale come efficace strumento di cooperazione e sviluppo: ben undici Regioni italiane hanno approvato leggi sulla materia; in Parlamento è depositata una Proposta di Legge nazionale; numerosi sono gli atti europei a sostegno del Fair Trade; diversi atenei studiano e confermano gli effetti positivi su milioni di contadini ed artigiani nel Sud del Mondo.

Inevitabilmente la crisi economica si riflette anche sul nostro lavoro, ma l'impegno e lo sforzo di migliaia di volontari e di milioni di consumatori ci spinge ad andare avanti, convinti che ognuno di noi possa e debba contribuire alla costruzione di un'economia più sostenibile ed equa e che la funzione sociale propria delle cooperative debba essere valorizzata e sostenuta, anche e soprattutto a livello istituzionale.

Come organizzazione di categoria, dunque, vorremmo sottolineare come il regime fiscale delle cooperative - fondato non su privilegi, ma su benefici - sia in realtà figlio del dettato della nostra Costituzione e soprattutto sia correlato ad obblighi societari ben precisi, a partire dal concetto di mutualità e di assenza di fini di speculazione privata. Pur consapevoli delle difficoltà che il nostro Paese sta affrontando per superare una crisi economica complessa, è tuttavia evidente che sul tema della fiscalità relativo alle società cooperative la recente proposta (anche se non ancora precisata nel dettaglio), invece di valorizzare il loro lavoro sociale prima che economico, rischia di incidere negativamente e pesantemente sui progetti e sul futuro dell'intero settore. Auspichiamo dunque - lontani da qualsiasi logica corporativa e di difesa di posizioni acquisite - che, nell'iter parlamentare della Manovra in discussione in questi giorni, il Governo e il Parlamento tengano conto del nostro disagio, cercando di non danneggiare con maggiori oneri fiscali l'attività di cooperative che, come le nostre, si impegnano ogni giorno per uno sviluppo più equo e sostenibile.

Ringraziandovi per l'attenzione e a disposizione per qualsiasi chiarimento e confronto, porgiamo distinti saluti, augurandovi buon lavoro.

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