[06/09/2011] News

Il miele di herr Bablok, l'ogm Monsanto, la Baviera e la Corte di giustizia europea

Aiab: ĢE' la dimostrazione che la coesistenza non č possibileģ

La direttiva Ue sugli organismi geneticamente modificati (Ogm) prevede che non possano essere disseminati volontariamente nell'ambiente o messi sul mercato senza una specifica autorizzazione. Le derrate destinate all'alimentazione umana contenenti Ogm o prodotte con ingredienti prodotti a partire da Ogm sono sottoposti ad un'autorizzazione preventiva prima di poter essere immessi sul mercato.

Nel 1998 la Monsanto ha ottenuto l'autorizzazione alla vendita di mais Ogm del tipo MON 810 che contiene il gene di un batterio che produce tossine che uccidono le larve di una farfalla parassita.

Un apicoltore dilettante, un certo Bablok, ha denunciato il Freistaat Bayern, il land tedesco della Baviera, proprietario di diversi terreni sui quali è stato coltivato mais MON 810 a fini di ricerca. L'apicoltore ha prodotto miele destinato alla vendita ed al consumo personale nelle vicinanze dei campi Ogm e fino al 2005 produceva anche polline destinato alla vendita come integratore alimentare. Ma dal 2005, la presenza dei campi di dna mais MON 810 e di proteine geneticamente modificate sono state trovate nel polline di Bablok negli alveari a 500 metri dai terreni del land della Baviera. Inoltre piccolissime quantità di Dna del mais MON 810 sono state trovate in qualche campione di miele di herr Bablok.

Il battagliero agricoltore, visto che la presenza di residui di mais Ogm rendeva i suoi prodotti non commerciabili e non consumabili ha avviato una procedura giudiziaria contro la Baviera, a lui si sono aggiunti altri 4 apicoltori tedeschi.

Ma la Bayerischer Verwaltungsgerichtshof (il Tribunale amministrativo del Lander della Baviera) ha rilevato che quando i pollini in questione venivano incorporati nel miele o negli integratori alimentari a base di polline, perdevano la loro «capacità di fecondazione».  Allora herr Bablok e soci si sono rivolti alla Corte di giustizia europea chiedendo se «La semplice presenza, nei prodotti apicoli in causa, di polline e di mais geneticamente modificato avesse pera so la sua capacità di riproduzione e di conseguenza se la messa sul mercato di questi prodotti fosse sottoposta ad autorizzazione».

Oggi una sentenza della Corte europea  rileva che «il polline in questione non può essere qualificato Ogm se non costituisce un "organismi" ai sensi della direttiva e del regolamento,  vale a dire se costituisce una "entità biologica in grado" sia  "di riprodursi" sia "di trasferire del materiale genetico".

La Corte sottolinea che «il polline in causa ha perso ogni attitudine concreta ed individuale alla riproduzione, appartiene alla giurisdizione di rinvio di verificare se questo polline è, d'altronde, in grado di "trasferire del materiale genetico", tenendo dovutamente di conto dei dati scientifici disponibili e considerando ogni forma di trasferimento di materiale genetico scientificamente verificato».

La Corte europea conclude quindi che «una sostanza quale il polline uscito da una varietà di mais  geneticamente modificato, che ha perso la sua capacità di riproduzione e che è privato di tutte le capacità di trasferimento di materiale genetico che contiene, non rileva più a questa nozione». Ma la Corte aggiunge che  comunque «ai sensi del regolamento, prodotti come il miele e gli integratori alimentari contenenti un tale polline costituiscono delle derrate alimentari contenenti ingredienti prodotti a partire da Ogm». Per questo la Corte, costatata che il polline del signor Bablok è «Prodotto a partire da Ogm e che costituisce un ingrediente del miele e degli integratori alimentaria base di polline». Per quel che riguarda il miele la Corte Ue sottolinea che «il polline non è né un corpo estraneo né un'impurità, ma una componente normale di questo prodotto, in modo che deve essere effettivamente qualificato come "ingrediente"». Perciò il polline bavarese rientra nel regolamento Ogm dell'Ue e «deve essere sottoposto al regime di autorizzazione previsto, prima che sia messo sul mercato».

Una bella botta per il land della Baviera e Monsanto, anche perché la Corte di giustizia europea osserva che «il carattere intenzionale o fortuito di questo polline nel miele non potrebbe far sfuggire  la derrata alimentare contenente prodotti a partire da Ogm dall'applicazione di questo regime di autorizzazione. Infine, l'obbligo di autorizzazione esiste quale che sia la proporzione di materiale geneticamente modificato contenuto m nel prodotto in causa».

Probabilmente il signor Bablok si sta preparando a chiedere costosi risarcimenti alla Baviera ed alla Monsanto. 

«La sentenza della Corte di giustizia europea sulla causa che oppone l'apicoltore Karl Heinz Bablok al Land della Baviera, è l'ennesima dimostrazione del fatto che la coesistenza in campo aperto tra coltivazioni tradizionali, o biologiche, e coltivazioni OGM è semplicemente impossibile. I have a nightmare: un prodotto biologico contaminato dal transgenico che deve chiedere l'aturizzazione per essere commercializzato come OGM!»

È il commento di Andrea Ferrante, presidente nazionale di AIAB, sulla controversia tedesca. La sentenza della Corte, che fa giurisprudenza a livello europeo, sancisce che il miele e gli integratori alimentari con presenza di polline transgenico vadano considerati come alimenti che contengono ingredienti prodotti a partire da OGM, che pertanto rientrano ai sensi del Regolamento UE 1829/2003. La contaminazione, quindi, non è da intendere come sostanza estranea o impurità, indipendentemente dalla percentuale.

«Oltre a rappresentare un problema ambientale e una minaccia per i campi e la biodiversità delle colture - prosegue Andrea Ferrante - gli OGM si confermano anche come un serio problema economico. Bisogna uscire dalle sterili discussioni sulle soglie di tolleranza per le contaminazioni (tra l'altro neanche avocabili, nel caso specifico), mentre è urgente che le autorità nazionali e regionali si attivino per prevenire simili minacce al nostro sistema produttivo e al nostro territorio». 

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